Per fortuna l’archistar Jean Nouvel è ancora vivo malgrado i suoi 78 anni. Altrimenti si rigirerebbe nella tomba davanti alla mostruosità del sedicente studentato progettato a Firenze dal giovane collega Saimon Gomez Idiakez, archi ma non ancora star, per conto del gruppo olandese The Student Hotel.
Là, lungo il trafficatissimo viale Belfiore dove un tempo era la Fiat, e poi per anni una voragine divenuta lago pescoso dopo il flop di un’avventura immobiliare firmata appunto da Nouvel, in quel punto preciso sorgono ora gli otto blocchi di un casermone di 540 stanze destinate in origine alla créme de la créme dei giovani del mondo disposti a spendere 2000 euro al mese, più gli spiccioli per la scuola, l’alcool, il sesso e quel che resta del giorno. Auguri. Ma una volta ottenuti i permessi, la destinazione d’uso come vedremo è cambiatissina.
Alla locale sinistra estrema che ce l’ha con la ricchezza e che perciò protesta perché l’area non è stata riservata a giovani coppie, anziani e ai soliti poveracci che devono pur avere un tetto sulla testa, è inutile dire ok, giustissimo. Bisogna anche chiedere: ma con i soldi di chi? Chi paga?
Perciò, per quanti come me di finanza sanno appena che 100 euro sono più di 50, conviene limitarsi al lato estetico e ragionare dell’orrenda creatura, forse funzionale e accettabile ma solo come policlinico, che viene ad arricchire il già vasto campionario di Firenze. Dove, da che ho memoria, non sono stati prodotti che orrori, facendo centro ogni volta con prodezze stilistiche da Unione Sovietica.
Lasciamo pure perdere l’ex area dinamitata intorno a Ponte Vecchio dove si doveva ricostruire com’era e dov’era. E lasciamo perdere anche le terre di Novoli abbandonate ai palazzinari. Stiamo più in qua. Cominciamo dall’Archivio di Stato di piazza Beccaria, un grigio monolite firmato Gamberini, eretto sul cadavere della mirabile ex sede della Gioventù Italiana del Littorio. Che avrà anche avuto il marchio del fascismo, ma come la stazione di Santa Maria Novella era un piccolo capolavoro razionalista distrutto per puro spregio.
Vogliamo poi parlare delle montagne di cemento che a Novoli hanno preso il posto degli stabilimenti Fiat? L’idea di trasferire dal centro in quell’area alcune facoltà universitarie, dopo un decennio di trattative ha sposato gli interessi immobiliari della proprietà torinese. Un do ut des di permessi col comune. Risultato: un capolavoro inguardabile, e a occhio anche invivibile, dove le angustie medievali del centro storico sono state riprodotte in forme pigiate l’una all’altra, quasi da togliere il respiro: il campus nello stile razionale di Adolfo Natalini, il resto vattelappesca, con le ridicole altane a scimmiottare il tempo che fu. Ci sarebbe anche altro da dire sull’ex centrale elettrica e l’urban center, meglio però dedicarsi a quello che si vede al di là del parco: Gotham City.
Né in un fantasy, o nel Signore degli Anelli, e neppure in Batman o in Star Wars si riesce a immaginare un’architettura simile al nuovo palazzo di giustizia di Firenze. Cupo e spigoloso, appare come un fumetto avveniristico, ai limiti del commentabile come lo fu la torre Eiffel prima che diventasse l’emblema di Parigi. Firenze, per fortuna, ha già il David, Palazzo Vecchio e il cupolone di Brunelleschi. Ma coi sui 72 metri il visionario Gotham City vorrebbe almeno competere con gli 85 del campanile di Giotto, e lo skyline un po’ gli rende onore. Si nota da vicino e da lontano chiedendosi perché.
Progettato da Leonardo Ricci, accoglie tutti gli uffici giudiziari una volta in centro, è lungo 240 metri, largo 146, e si sviluppa in un labirinto di piani, corridoi e sotterranei dove perdersi è più facile che trovarsi. Ufficialmente è costato 143 milioni di euro, ma secondo Vittorio Sgarbi, che l’ha definito “luogo di una bruttezza sordida”, di milioni ce ne sono voluti ben 600, a parte gli esorbitanti costi di manutenzione. Come premio, il sito di viaggi Virtual Tour nel 2011 l’ha inserito al quinto posto tra gli edifici più brutti del mondo. Per il ministero della Giustizia, che ha scelto il progetto, son soddisfazioni.
Di mostruosità a Firenze ce ne sarebbero altre, ma queste quattro sono così emblematiche che possono bastare a far riflettere sui tempi. Lo Student Hotel sarà inaugurato nel 2024. Ma, come si diceva, ha subito calato la maschera. Ora si chiama The Social Hub, come il precedente in viale Lavagnini. Ossia è un comune hotel, forse ingestibile perché colossale, aperto a chiunque. Basta che paghi.
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