E la crisi fu. Non voglio aggiungere le mie critiche “metodologiche” ai quattro contendenti, Renzi, Conte, Zingaretti e Di Maio che un “giornalone” ha sintetizzato in una votazione che va dal 4 al 5. Mi piacerebbe sapere perché Zingaretti avrebbe un 5. Ma è solo una curiosità. Manca un quinto? Speranza o D’Alema? Non classificati. E l’opposizione? Stando su queste valutazioni direi 5 a Forza Italia, 4 alla Lega e 3 a Fratelli d’Italia. Con i voti che tengono conto del diverso impegno profuso nello “stare sul tema”. Con Forza Italia e la Lega che hanno prodotto un po’ di politica. E con Fratelli d’Italia che ha riprodotto, si dice per coerenza, il solito “refrain” di un disco rotto. Ci salverà Mattarella? Beh in un mondo di nani uno normale sembra alto. Speriamo in lui. Non si sono altre strade.
Ma veniamo al merito che mi sembra più interessante. Anche se in politica, non voglio nascondermi dietro ad un dito, la forma conta. E conta non poco. Ma andiamo oltre.
Renzi ha posto tre temi che non sono per nulla irrilevanti. Il primo la forma democratica. Si può ben dire che Conte si “è montato la testa”. Eh Palazzo Chigi può dare alla testa. E Renzi, per esperienza personale, ne sa qualcosa. Conte ha puntato a fare il “Peron denoantri”. In una situazione diversa dall’Argentina degli anni ’50 ma in un clima “emergenziale” che favorisce di per sé la richiesta dell’uomo solo, e decisionista, al comando. Ma dopo una prima fase di “accettazione collettiva” di un suo “certo ruolo” un po’ sopra le righe, oggi è il momento di rientrare nei ranghi. Conte deve capirlo. E se non lo capisce è un problema.
Il secondo è relativo alla gestione dell’emergenza. L’asse comunicativa Travaglio, Casalino, Cairo ha teso a dare un’immagine suggestiva della gestione dell’emergenza da parte del Governo Conte. “Campioni del Mondo”, par di sentire il grido di Galeazzi sullo sfondo. In effetti i dati non sono così positivi. E le performance dell’Italia stanno nella parte bassa della graduatoria dei paesi, qualunque sia l’indicatore che viene usato. Sarebbe un errore mettere questa situazione tutta sulle spalle del Governo centrale e quindi di Conte. Ma ipotizzare che l’unica risposta possibile sia “meglio di così non si poteva fare” è forse troppo accomodante.
Il terzo è il tema del recovery plan o meglio del next generation plan. Qui non c’è bisogno di tante parole. La prima bozza che stava per passare all’insaputa di tutti e con un successivo appalto strategico a esperti esterni alle Istituzioni ministeriali scelti da Conte era inaccettabile. Come ha detto lo stesso Presidente del Consiglio la nuova bozza, che tiene conto in particolare delle critiche di Italia viva, è molto migliorata. E si apre ora alla discussione con il Parlamento e le parti sociali. Insomma si è rimediato all’errore iniziale. Speriamo che venga fuori un buon lavoro. Tutta l’Italia lo spera. E’ un pezzo importante del nostro futuro.
Insomma sul merito i rilievi fatti da Renzi non sono banali. E non sono sbagliati. E se il PD, ma anche il Movimento 5stelle uscissero dal letargo, può essere che ci sarebbe una base nuova e più avanzata per andare avanti con un Governo genericamente di centrosinistra in grado di completare la legislatura. E di portare a scegliere un Presidente della Repubblica fuori dai “fumi” del sovranismo e dell’antieuropeismo. Fumi che vanno combattuti non per una astratta impostazione ideologica. Ma perché se si fossero seguiti, come sostiene la Lega e ancor di più Fratelli d’Italia, l’Italia sarebbe oggi al collasso come fu per la Grecia del dopo 2009. Questa è la posta in gioco sulla elezione del Presidente della Repubblica. E non la banale voglia della “sinistra” di avere un Presidente amico.
Ma è possibile questa “ricucitura in avanti”? E qui rientra il problema del metodo. Si potrebbe dire che dal punto di vista dei contenuti la soluzione appare possibile. Ed anzi auspicabile. Un Governo con una maggioranza che lavora in maniera più collegiale, che prende di petto l’emergenza sanitaria ed economica, magari anche con qualche ministro migliore e più esperto, e che fa del next generation plan il punto strategico più rilevante dell’azione di Governo. Con un peso più rilevante degli investimenti, e quindi dell’occupazione indotta, e meno sussidi assistenziali. E con la chiamata collettiva all’impegno e alla riscossa dell’intera comunità politica, sociale e culturale del paese.
Dal punto di vista del metodo e dei relativi rapporti umani, e politici, fra i contendenti la situazione è invece critica. Troppi personalismi fini a sé stessi. L’idea dello scontro politico come una battaglia per far fuori l’avversario. L’inesistenza dei partiti, e dei rapporti fra questi, come sviluppatori di idee e rapporti plurimi in grado, nei momenti di crisi, di ammortizzare gli scontri fra i leader. E quindi di superare alcuni inevitabili “impasse” del testa contro testa. Insomma tutto uno scontro senza rete. Tutto un aspettare il twitter del capo che, sulla base della sua quasi esclusiva interpretazione della situazione, detta la linea. E quindi il popolo degli iscritti e simpatizzati dei diversi partiti ridotti da militanti a tifosi sugli spalti. In mezzo alla indifferenza crescente e al dispetto dei cittadini che non capiscono, non sono coinvolti in nessun modo e rimangono solo spettatori di gesta che sentono lontane. Insomma la fine della politica che abbiamo conosciuto fino ad oggi. E che è arrivata in poco tempo al leaderismo senza masse. Una sorta di videogioco in cui vince chi è più abile a gestire i diversi tasti della consolle.
E allora come finisce? E’ difficile dirlo. Diverse sono le strade aperte per ammortizzare lo scontro e gli scontri personalistici che si intrecciano in questa vicenda. Un sogno lo avrei. Che il solo soggetto che esce decorosamente da questa vicenda, il Presidente Mattarella, di fronte alla crescente crisi sanitaria ed economica del paese e tenendo conto della incapacità dei contendenti di “fare politica”, scegliesse la via istituzionale forte. Un Governo del Presidente, con uomini scelti dallo stesso, con un programma di rinascita e di riscossa del paese presentato come “ultima spiaggia” a questo Parlamento. In tal modo misurando chi pensa solo a sé stesso o alla propria ristretta parte politica e chi invece è in grado, pur in un momento di narcisismo imperante, di pensare in primo luogo al paese. Solo Mattarella ci può salvare.
Uliano Ragionieri
Caro Mauro, sei troppo buono con Renzi. Se la bonta’ di una azione politica si giudica dai risultati l’iniziativa di Renzi e’ stata: a) disastrosa per i risultati raggiunti, 2) disastrosa per il consenso ricevuto (che in politica misura la bonta’ di una strategia) 3) disastrosa per l’immagine mostrata all’elettorato, 4) disastrosa per l’immagine, sua e della politica italiana data alle istituzioni europee e all’opinione pubblica internazionale. Un suicidio in piena regola. Detto questo concordo con il giudizio che dai sul merito delle fatte e sui giudizi sugli altri protagonisti della vicenda. Ma proprio per questo se Renzi avesse accettato “l’offerta” politica che Mattarella aveva imposto a Conte avrebbe potuto dimostrare la giustezza delle proprie posizioni rivendicando le modifiche sul Recovery plan imposte con la sua azione, la giustezza del proprio giudizio sull’inerzia e le carenze di Conte, la debolezza del PD e dei 5 stelle che non avevano saputo dare la svegliaal presidente del consiglio, ecc. Perche’ allora questo comportamento incomprensibile? Io ho il sospetto che cosi facendo Renzi si sia definitamente staccato dalla sinistra e si stia preparando ad occupare in qualche modo uno spazio politico che da qualche tempo si sia aperto; uno spazio di centro non occupato dagli antieuropei Meloni e Salvini e, ormai, lasciato libero dal tramontante Berlusconi.
mauro grassi
concordo anche io ottime le proposte pessima la conduzione politica. eppure aveva l’esperienza del referendum . non impara mai. la tua interpèretazione che tenta di dare una razionalità alal sua conduzione è interessante. ma ho timore, per renzi, che non sia vera….. wait and see
DANILO
Se parliamo di modi istituzionali, riferisci a quello che ha detto l ex ministro Bonetti. Conte aveva avuto da Mattarella disposizioni di ricucire, ma invece di telefonare ha preferito parlare genericamente di tavolo di maggioranza per strada a passanti e giornalisti. Vi siete chiesti perché la conferenza stampa é iniziatamcon 45minuri di ritardo. La Bonetti ha detto che se voleva poteva telefonarmi, come si usa fare,non fare annunci agli angoli delle strade. Diciamo che ha altre strategie e ha colto l occasione, togliersi di,torno il rompiscarole e progettare un suo,partito.
DANILO MALQUORI
Se parliamo di modi istituzionali, riferisci a quello che ha detto l ex ministro Bonetti. Conte aveva avuto da Mattarella disposizioni di ricucire, ma invece di telefonare ha preferito parlare genericamente di tavolo di maggioranza per strada a passanti e giornalisti. Vi siete chiesti perché la conferenza stampa é iniziatamcon 45minuri di ritardo. La Bonetti ha detto che se voleva poteva telefonarmi, come si usa fare,non fare annunci agli angoli delle strade. Diciamo che ha altre strategie e ha colto l occasione, togliersi di,torno il rompiscarole e progettare un suo,partito.
luciano pallini
Devo dire che il modo ancor m’offende appartiene a Pia de’ Tolomei. Contro un muro di gomma, pronto a riportarci ai fasti dell’Ufficio Affari riservati, le buone maniere sono sprecate. Mattarella a differenza dei suoi predecessori pare la Sibilla Cumana IBIS REDIBIS NON MORIERIS.
Come a bocce: si può tirare di precisione per fare il punto ma spesso serve anche provare la bocciata per sparigliare il gioco.