Stiamo assistendo in questi giorni ad un balletto di prese di posizione e di dichiarazioni provenienti da esponenti del centro-destra tutte tese ad accreditare la tesi che Berlusconi è il loro candidato alla Presidenza della Repubblica.
È uno spettacolo molto triste, quasi patetico.
La ragione è presto detta. Se potessimo fare un sondaggio fra tutti i grandi elettori del centro-destra vedremmo che la percentuale di loro che crede davvero ad una simile eventualità è nettamente inferiore al 50%. Tutti però fanno finta di crederci, un po’ per piaggeria verso il vecchio dominus della coalizione e un po’ perché accreditare la tesi “Berlusconi presidente” permette di tenere al coperto altre possibili candidature. Lui naturalmente è arciconvinto di potercela fare. Per raccattare voti a destra e a manca si è già lanciato in alcune dichiarazioni che, per la sua storia, fanno sorridere. Un acuto osservatore delle cose italiane ha scritto: “finirà per dire gli ideali dei Cinquestelle sono gli stessi della prima Forza Italia”. Ed è proprio questo l’aspetto patetico della cosa. Qualunque sia il giudizio su Berlusconi, non si può non riconoscere che è stato un grande imprenditore e un uomo di successo. Non merita di essere preso in giro, sfruttando una sua umana debolezza, quella di essere riconosciuto, al termine della sua carriera politica, come un leader super partes.
Berlusconi, per la sua storia politica quasi trentennale, è esattamente il contrario. È un personaggio fortemente divisivo, amato e odiato in maniera quasi viscerale.
Il Paese, per la situazione in cui si trova, ha bisogno come l’aria che si respira di una figura nella quale possa riconoscersi la grande maggioranza delle persone. Un uomo o una donna davvero sopra le parti, per cultura e storia personale. C’è bisogno di unire, non di dividere.
Mutatis mutandis, lo stesso discorso varrebbe per Prodi. Uomo del tutto diverso da Berlusconi ma come lui fortemente divisivo, tanto divisivo che non fu eletto nemmeno quando il centrosinistra aveva la maggioranza degli elettori.
Che il nuovo Presidente debba avere le caratteristiche ricordate lo sanno tutti. Solo che fanno finta di niente con un cinismo e una spregiudicatezza che non fanno onore, una volta di più, alla nostra classe politica.
La serietà del momento, sul piano sanitario, economico e sociale, vorrebbe che i partiti facessero a gara a mettere in campo una rosa ristretta di candidature di alto livello, fra le quali poi scegliere la persona che viene ritenuta unanimemente migliore.
Il nuovo Presidente dovrebbe essere eletto alla prima votazione, a larghissima maggioranza. Guardando davvero agli interessi del Paese e non al tornaconto personale o di partito.
Allora, una volta tanto, chi può dica la verità a Berlusconi. Visto che è un uomo intelligente alla fine ne sarà anche grato.
Graziano Bonacchj
Si Giancarlo siamo d’accordo su tutto; ma ” e adesso pover’uomo?” . A chi pensi ? Io vorrei Draghi ; è troppo divisivo perché troppo non compiacente? Ecco a me piace e spero che sia eletto. E i “solo riformisti ” cosa vorr
Redazione Solo Riformisti
Draghi for ever. Mi sto convincendo anch’io che sia meglio per sette anni al Quirinale che
per pochi mesi a Palazzo Chigi. L’elezione di Draghi poi ci eviterà lo spettacolo penoso,
soprattutto nella situazione in cui si trova il Paese, di tante votazioni a vuoto.