Scrivo questo commento ad una settimana esatta dall’allucinante discorso di Vladimir Putin del 21 febbraio nel corso del quale ha annunciato l’inizio delle operazioni militari russe nell’Ucraina. In questa settimana sono successe cose che non immaginavamo potessero verificarsi. La cosa che più mi preoccupa è che ritengo che Vladimir Putin possa ottenere veramente poco nonostante un enorme prezzo pagato, in maniere diverse, dall’Ucraina, dalla Russia, dall’Europa e da tutto il mondo. Il non poter mostrare alla sua opinione pubblica un risultato positivo della sua avventura penso potrebbe renderlo ancor più pericoloso.
In questa settimana abbiamo visto un paese europeo iniziare una vera e propria guerra classica, l’invasione di un altro paese europeo. Le guerre nell’ex-Jugoslavia, Cecenia e Georgia erano delle operazioni di guerriglia più o meno grosse con qualche scontro di truppe regolari (provenienti dallo stesso esercito nel caso delle guerre nella ex-Jugoslavia). Questa volta un paese ha mobilitato per mesi il suo esercito alle frontiere dell’altro paese e l’ha poi invaso con un esercito di ben più di centomila soldati. L’Invasione è avvenuta da tre lati del paese e sta toccando la quasi totalità del territorio del paese attaccato. Per ritrovare qualcosa di simile dobbiamo ritornare alle guerre della prima metà del XX secolo.
La guerra sta colpendo la popolazione civile più che in molte guerre degli ultimi decenni. Non conosciamo ancora il numero delle vittime. Le prime indicazioni delle autorità ucraine sono di tre o quattro centinaia di vittime civili; ma anche se in realtà le vittime fossero la metà di questa cifra sarebbero sempre qualcosa di totalmente ingiustificabile. Abbiamo comunque visto immagini di colpi di artiglieria o razzi colpire delle abitazioni. Centinaia di migliaia di ucraini – forse già più di un milione – hanno lasciato le loro abitazioni e si sono rifugiati in altre parti del paese o all’estero, nei quattro paesi UE confinanti. Chi non è andato via passa le notti in rifugi di fortuna per proteggersi dai bombardamenti. Riflettiamo un attimo all’angoscia che devono provare tutte queste persone.
Spero che l’Unione europea lanci un sostanzioso programma di aiuti finanziari per i quattro paesi in cui si stanno riversando i profughi ucraini. Bisognerà lanciare programmi di aiuto anche per i milioni di persone che soffrono all’interno del paese. Speriamo che i russi permettano alla Croce Rossa e alle ONG di portare aiuti umanitari, ma la cosa è lungi dall’essere sicura. Tra qualche giorno scarseggeranno i viveri e i beni di prima necessità.
Gli ucraini si stanno difendendo e la campagna russa non ha raggiunto i suoi obiettivi in un paio di giorni, come probabilmente era stato sperato. Sentiamo parlare di attacchi ripetuti e spesso rintuzzati. Questo significa inevitabilmente morti e feriti da entrambi i lati. Domenica le autorità russe hanno riconosciuto per la prima volta di aver subito perdite.
L’Ucraina è un paese povero è sta subendo danni fortissimi alle sue infrastrutture. Sentiamo parlare di ponti fatti saltare per rallentare l’avanzata delle truppe russe. Un gasdotto sarebbe stato colpito e sarebbe in fiamme. Quanto costerà la ricostruzione di queste infrastrutture e quanto tempo durerà ?
Cosa molto, ma molto più grave, di fronte a questi ritardi, Vladimir Putin ha minacciato, per la seconda volta in pochi giorni, il ricorso alle armi nucleari. Questo rappresenta un salto di qualità nella follia. La messa in stato di allerta delle armi nucleari russe sarebbe stata giustificata con le minacce derivanti dagli spostamenti delle truppe Nato e dalle sanzioni occidentali. Siamo al linguaggio propagandistico del “1984” di “George Orwell”.
Come succede quasi sempre in tutti i fatti storici, ci sono delle responsabilità da tutti i lati anche per questa tragedia. Ma questo non diminuisce molto le responsabilità di Vladimir Putin e la condanna quasi unanime alla quale sta andando incontro. La seconda guerra mondiale scatenata da Adolf Hitler trova alcune spiegazioni nell’iniquità dei Trattati di Versailles. Ma oggi il giudizio storico è chiaro: la responsabilità della seconda guerra mondiale è al 95 per cento di Hitler.
Le cose stanno in maniera abbastanza simile per l’aggressione lanciata da Putin. Non c’è dubbio che i paesi occidentali negli anni novanta abbiano commesso vari errori politici. Ė anche vero che l’Ucraina ha grosse pecche in vari campi, dalla corruzione molto diffusa alle azioni, a volte veri crimini di guerra, di alcuni gruppi paramilitari. Ma la responsabilità di Vladimir Putin per questa nuova guerra vera in Europa (a oltre 75 anni dalla fine della precedente) è altissima e non molto diversa da quella di Hitler per la seconda guerra mondiale. Le provocazioni, vere o presunte, possono costituire un’attenuante, ma non possono mai portare ad una assoluzione.
Sul piano politico l’invasione russa ha creato una quasi unanimità contro Putin. La Nato (data recentemente in “morte cerebrale“) ha ritrovato una ragion d’essere e una unanimità quasi sconosciute nel passato. L’Italia, gli Stati Uniti e alcuni altri paesi hanno annunciato un maggior impegno nelle forze che l’organizzazione dispiega sul terreno ai confini orientali. Parliamo comunque di qualche migliaio di uomini per i paesi più grandi. Molte misure annunciate sono quasi simboliche (il “raddoppio” degli aerei italiani presenti in Romania da quattro a otto). Il rafforzamento della presenza Nato in alcuni paesi è di vari ordini di grandezza inferiore al dispiegamento di oltre 150mila soldati russi alle frontiere dell’Ucraina.
L’Unione europea, che tradizionalmente ha grossi problemi a definire una sua politica estera, ha deciso delle sanzioni economiche molto dure senza grandi difficoltà. Perfino Viktor Orban ha condannato l’aggressione russa e ha accettato la risposta UE. Molti paesi europei hanno annunciato l’intenzione di fornire armi all’Ucraina. Tutti i paesi dell’Unione europea hanno chiuso il loro spazio aereo alle compagnie russe. Le sanzioni stanno funzionando. Il rublo si è deprezzato sensibilmente nei confronti delle altre monete e la banca centrale russa ha preso la misura disperata di far passare il tasso di riferimento principale dal 9.5 al 20 per cento ! Sembra che anche le sanzioni contro alcune persone stiano provocando difficoltà.
Nel consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la Cina non ha appoggiato il veto russo, ma si è astenuta. Recentemente aveva riaffermato l’inviolabilità dei confini nazionali. Il Kazakhstan si è rifiutato di fornire truppe per l’invasione dell’Ucraina come la Russia aveva chiesto. Stasera la Turchia ha preso la misura fortissima di bloccare il transito nel Bosforo alle navi da guerra russe.
L’unica voce che non ha condannato in modo altrettanto chiaro, aperto e fermo l’aggressione russa è stata quella del Papa. Papa Francesco chiede solo che le armi tacciano. Il problema è che la Chiesa cattolica ha dei contatti in corso con il patriarca Cirillo e la Chiesa ortodossa russa per ritrovare una certa unità. Ma la chiesa ortodossa moscovita è sulle posizioni storiche e nazionalistiche di Vladimir Putin. E questo limita la possibilità per la Chiesa di condannare esplicitamente la Russia.
L’opinione pubblica europea ha scelto chiaramente il suo campo. Domenica, alcune organizzazioni pacifiste tedesche avevano lanciato l’appello ad una manifestazione nel cuore di Berlino. Invece dei ventimila partecipanti sperati se ne sono ritrovati almeno centomila. In tutti i paesi europei e in molti paesi negli altri continenti ci sono state dimostrazioni davanti alle ambasciate russe. La Svizzera, nonostante la sua tradizionale neutralità, ha deciso di applicare alla Russia alcune delle sanzioni adottate dall’Unione europea. E la Norvegia ha deciso di eliminare tutti i titoli legati alla Russia dal portafoglio del suo fondo d’investimento nazionale (quello dove finiscono i proventi delle vendite del petrolio norvegese). Alle frontiere tra l’UE e l’Ucraina si stanno vedendo sforzi lodevoli per accogliere i profughi, spesso da parte di volontari.
Dalla Russia ci sono arrivate le immagini di persone che a Mosca vengono arrestate mentre depositano mazzi di fiori davanti all’ambasciata ucraina. Secondo Amnesty International ci sarebbero stati finora quasi sei mila arresti di dimostranti contro la guerra in Ucraina. Questo ci ricorda quanta poca democrazia ci sia in Russia. Le autorità russe hanno minacciato di sanzioni le pubblicazioni che parlino di “invasione” dell’Ucraina invece di usare l’espressione “operazione militare speciale” scelta dal Cremlino. Ci sono indicazioni episodiche di personalità russe che hanno preso le distanze dal loro presidente. Il rappresentante russo in una recente videoconferenza delle Nazioni Unite sul riscaldamento globale, Oleg Anisimov, si è scusato di fronte ai 195 participanti per l’invasione dell’Ucraina che ha considerato del tutto ingiustificata.
Vladimir Putin ha anche perso l’attrazione che esercitava su tanti leader sovranisti europei. Quello che sta facendo ora è talmente grave e condannabile che nessuno vuole più essere associato a lui. Costerebbe sicuramente molti voti. Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno riaffermato la loro solidarietà con la condanna dell’invasione espressa dal governo italiano e il loro sostegno alle misure che si stanno prendendo a livello europeo.
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha poi provocato un cambiamento epocale nella politica tedesca e in quella europea. Domenica c’è stata una riunione speciale del Bundestag. In questa riunione il cancelliere social democratico Olaf Scholz ha dichiarato che la Germania spenderà nei prossimi anni cento miliardi di euro per il riarmo e il rafforzamento dell’esercito tedesco. Olaf Scholz ha parlato di “Debiti fatti per la pace“. Il ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner, molto vicino agli interessi dell’industria, nella stessa sessione ha dichiarato : “Le sanzioni che abbiamo deciso avranno un costo anche per noi. Ma si tratta di un prezzo che paghiamo volentieri, perché è il prezzo della libertà“. Il ministro degli esteri tedesco è Annalena Baerbock, esponente di spicco del partito dei Verdi.
Quasi nello stesso momento, l’Unione europea ha deciso, su proposta dell’alto Rappresentante per la politica estera dell’Unione europea Josep Borrell, l’invio di armi all’Ucraina a spese dell’Unione europea per mezzo miliardo di euro. Una fornitura di armi ad un paese terzo finanziata con fondi dell’Unione europea.
Che un paese decida di aumentare in maniera sostanziosa la spesa militare e che dei fondi UE siano spesi per acquistare armi non sono cose ne belle, ne positive. Ma questi sviluppi mostrano il clima che il comportamento di Vladimir Putin ha creato in Europa. Chi non è d’accordo con la forte condanna della scelta di Putin, evidentemente non si rende conto dell’enormità rappresentata dall’esercito russo che bombarda Kiev, Mariupol e tante altre città ucraine. La politica estera in Europa non potrà più essere la stessa dopo questa aggressione. I rapporti con la Russia saranno gelidi per decenni.
In questi giorni, la Russia viene esclusa da tutte le manifestazioni internazionali. La Russia viene esclusa dalle manifestazioni sportive e i concerti di artisti russi vengono cancellati. La Russia è stata esclusa perfino dal Gran Premio Eurovisione della Canzone ! Varie personalità italiane hanno dato le dimissioni da organizzazioni russe o con legami con la Russia. Alcune ditte hanno deciso di non produrre più in Russia, tra queste ci sarebbe anche la Volvo (controllata dalla cinese Geely). La Russia sta diventando uno stato paria.
Putin si troverà a dipendere sempre di più dalla Cina in un rapporto di forze sempre più squilibrato. La Russia ha un’economia poco sviluppata e relativamente piccola. Il paese viene da otto anni di crescita quasi nulla (0.8 per cento all’anno tra il 2014 ed il 2021). La Cina è molto, ma molto più grande e continua a crescere in maniera sostanziosa. Per utilizzare una bella espressione di Romano Prodi, “La Cina cresce di una Russia all’anno“, la crescita del PIL cinese da un anno all’altro è grosso modo equivalente al PIL russo di un anno. Nel 2021, il livello del PIL cinese è stato quasi nove volte quello del PIL russo.
Putin è sempre più isolato anche nel Cremlino. Sembra addirittura che abbia esautorato il ministro degli esteri Lavrov. Abbiamo visto in televisione come ha redarguito il capo dei servizi segreti che proponeva una linea leggermente diversa. Questa guerra è la guerra di Putin, non del governo o del popolo russo. Putin sembra essere andato al di là di ogni decisione razionale. Ci sono tanti articoli che speculano su come una persona che sembrava un abile diplomatico abbia potuto cambiare in questa maniera. Molti si chiedono se l’isolamento provocato dalla pandemia abbia potuto avere un ruolo andandosi ad aggiungere alla solitudine nella quale vivono di solito i leader poco democratici.
Se la Russia fosse un paese democratico l’aggressione non ci sarebbe stata o, se fosse comunque avvenuta, Vladimir Putin sarebbe ora obbligato a dimettersi. Speriamo che gli oligarchi (visto che l’opinione pubblica non ha molte possibilità di farsi sentire) si organizzino per deporre questa persona che sembra aver perso il contatto con la realtà
Alla fine di questa settimana, il bilancio che Vladimir Putin può presentare alla sua opinione pubblica è molto deficitario. Una vittoria della Russia nella guerra in corso implicherebbe la creazione di una nuova dittatura come quella della Bielorussia. In elezioni libere, non c’è uno straccio di possibilità che venga mandato al potere un gruppo filo-russo; soprattutto dopo l’amputazione dell’Ucraina di due grossi serbatoi di voti filo-russi in Crimea e nel Donbass. Una seconda Bielorussia rafforzerebbe l’immagine del blocco russo come un blocco di dittature durissime e, soprattutto, la vittoria militare avrebbe un prezzo altissimo in termini di vite umane, anche russe.
Visto quello che pensiamo di Vladimir Putin si sarebbe tentati dall’essere soddisfatti di questa situazione. Ma non dobbiamo rallegrarci per il fatto che Putin non stia ottenendo quasi nulla. Un dittatore che non riesce a salvare la faccia può diventare pericoloso. E Putin potrebbe sempre spingere il bottone sbagliato.
Speriamo tutti che i negoziati appena iniziati possano portare ad una soluzione. Vladimir Putin avrebbe chiesto il riconoscimento della sovranità russa sulla Crimea e la demilitarizzazione e neutralità dell’Ucraina. Sono richieste molto forti. Ma anche se le richieste di Putin fossero accolte – cosa non facile – potrebbero mai giustificare di fronte all’opinione pubblica russa il prezzo altissimo che il paese sta già pagando oggi in tanti campi ?
Sono convinto che i diplomatici occidentali stiano cercando di definire quale sia il minimo di cui ha bisogno Vladimir Putin per uscire dal buco in cui si è cacciato; di identificare quello di cui ha bisogno per salvare la faccia. Probabilmente una volta arrivati ad una conclusione è possibile che alcuni di loro facciano pressione sul governo ucraino perché conceda quanto necessario.
Ma al tempo stesso, i margini di manovra sono strettissimi da entrambi i lati. Le sanzioni non possono bloccare la guerra oggi, ma colpiranno duramente l’economia e la società russe nei prossimi anni. Se le sanzioni appena decise rimanessero in vigore per parecchi anni, l’economia russa sarebbe in grosse difficoltà. Se gli europei trovassero la maniera di comprare la loro energia altrove o la producessero nell’UE, la Russia perderebbe un introito estero (e di bilancio) fondamentale. Putin ha bisogno di porre fine alle sanzioni.
Ma gli occidentali hanno anche un vincolo nella loro opinione pubblica. Che argomenti potrebbero mai utilizzare per mettere fine alle sanzioni, che successi potrebbero mostrare che giustifichino la loro fine ?
Abbiamo imposto una prima serie di sanzioni per l’occupazione della Crimea. Queste dovrebbero essere rimosse nel momento in cui la Russia avesse rinunciato all’annessione della Crimea. Ma adesso Putin vuole addirittura il riconoscimento ufficiale della sovranità russa sulla Crimea. E Putin sembra sia determinato a riprendere i combattimenti se non ottiene quanto ha chiesto. Ma nonostante la volontà di tutti di vedere la fine della guerra in corso, come potrebbero i paesi occidentali giustificare la rimozione di queste sanzioni se accettassero la sovranità russa sulla Crimea ?
Per poter annullare le sanzioni imposte in questi giorni, i governi occidentali dovrebbero poter mostrare che si è raggiunta una soluzione soddisfacente e che la Russia si sta ritirando. Come farlo viste le richieste di Putin ?
Anche se i negoziati in corso permettessero una chiusura temporanea della crisi, con l’invasione dell’Ucraina Vladimir Putin ha cambiato la configurazione della sicurezza in Europa. Questo ci porterà a fare cose che non avremmo mai pensato di fare come, per esempio, la fornitura UE di armi all’Ucraina. In ogni caso, da questa settimana, la Russia di Putin è da considerare un paese ostile.
Dovremo fare attenzione e seguire i consigli dei tanti che ci stanno spiegando che Vladimir Putin è una persona che non ragiona come noi, che vive in un mondo suo, in un mondo che credevamo passato. Beda Romano, sul Sole-24 0re di un paio di giorni fa, ha sottolineato che forse i quasi ottanta anni di pace in Europa ci hanno illuso che tutti ragionassero come noi. Un esempio eclatante di come alcuni paesi europei si siano sbagliati nel considerare la Russia di Putin come un paese normale. In Germania ci sono vari sistemi di stoccaggio di gas. Il governo tedesco ha scoperto con orrore che questi depositi all’inizio dell’inverno 2021/2022 erano quasi vuoti invece di essere pieni come tutti gli anni e costituire delle riserve per l’inverno. Ma molti di questi depositi di gas sono di proprietà di società controllate dalla Gazprom russa. Il governo tedesco non aveva minimamente pensato che queste società potessero avere un comportamento non basato su considerazioni unicamente commerciali.
Comunque vadano i negoziati in corso, nei prossimi decenni dovremo riutilizzare le tattiche e il vocabolario della guerra fredda, quelli che hanno assicurato l’equilibrio del terrore in quel periodo. E dovremmo riflettere di più alle conseguenze delle nostre azioni e dichiarazioni. La politica estera a base di messaggi sui social networks da parte dei nostri leader non è compatibile con le sottigliezze che erano necessarie a quei tempi e che avevano portato allo sviluppo della specializzazione in “cremlinologia“. Dovremo ritornare a pesare le nostre parole. Ci saranno tante decisioni importanti da prendere, ma dovremo fare attenzione a come le comunicheremo. Una maggiore cautela è necessaria anche per tener conto del fatto che la dirigenza dell’Unione sovietica durante la guerra fredda aveva un carattere abbastanza collettivo, cosa che riduceva i rischi di azioni impulsive o avventate. Vladimir Putin invece non sembra avere contrappesi nel suo circolo di consiglieri.
In ogni caso, le conseguenze dell’invasione dell’Ucraina non si limiteranno alla grande geopolitica. Toccheranno anche tanti aspetti molto prosaici della nostra vita quotidiana. Ė possibile che, data l’impossibilità di utilizzare lo spazio aereo russo, il mio prossimo volo in Giappone preveda di nuovo uno scalo ad Anchorage in Alaska, come durante il mio primo viaggio in quel paese nel 1986.
Luciano
Un solo interrogativo: se la Russia può essere definita paese europeo, quale condivisione di valori fondativi con il resto dell’Europa e quale peso ha l’immensa parte asiatica?
Fabio Colasanti
La Russia sembra avere dei valori diversi da quelli degli altri paesi europei. Ma non penso che questo dipenda dall’influenza culturale della sua parte asiatica. Penso dipenda soprattutto dal fatto che il paese non ha mai conosciuto la democrazia.
Pierantonio Rumignani
Grazie Fabio per il tuo pezzo puntuale.
Io desidero aggiungere due osservazioni riguardo agli errori dei paesi occidentali verso la Russia con il fine di mitigare quello che a me sembra venire posto a un’attenzione eccessiva:
1. constatiamo nei fatti di questi giorni che l’allargamento della NATO a est non può essere considerato come causa ma come pretesto per l’azione russa. Anche volendo criticare l’allargamento le mosse ultime di Putin dimostrano che la vera molla per tali azioni non può che essere un’altra: la follia di riportare le lancette indietro ridando alla Russia una posizione di potenza con diritti naturali su altri paesi. Il discorso sulla NATO è solo strumentale perché non può spiegare la dimensione dei fatti attuali.
2. La lista delle “buone” azioni dell’ovest nei confronti della Russia dopo il crollo dell’URSS è lunga e mette pesantemente in dubbio la caratterizzazione come “ostile” nei confronti della Russia:
– Ammissione della Russia nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU senza precondizioni
– Ammissione della Russia nel G7 (successivamente G8) senza che essa soddisfacesse le condizioni politiche ed economiche necessarie
– Programma di aiuto alla Russia TACIS
– Firma dell’UE di un patto con la Russia di un trattato di “partnership e modernizzazione” (PAK – 1977)
– Istituzione di un Consiglio Russia-NATO per la discussione e la risoluzione di eventuali conflitti e avvio di progetti comuni.
3. L’accoglimento di paesi dell’est europeo nella NATO è avvenuto su forte pressione da parte dei paesi interessati. come reazione a esperientze passate e a sviluppi in Russia quali prodromi della sua politica militare successiva (a cominciare dall’intervento in Transnistria negli anni 1999-2000)
4. La NATO è per definizione un patto di difesa. Le “avventure” di stati come gli USA, GB e Francia in questi 75 anni non sono avvenuti sotto il mantello della NATO. L’art. 5 del patto è stato utilizzato solo una volta, dopo l’attacco alle torri del Word Trade Center”. La NATO è stata quasi fino ad aoggi e per un lungo periodo un patto sostanzialmente in via di estinzione per mancanza di scopo – fin dall’inizio principalmente quello di protegge i paesi democratici occidentali dell’Unione Sovietica.
La prospettiva di fronte alla quale ci troviamo, soprattutto se la Russia dovesse soggiogare, come dicono ancora tutte le previsioni, l’Ucraina, è quella di un conflitto minaccioso continuo con zone di particolare debolezza per il mondo occidentale rappresentati dal Baltico, la Moldavia e i paesi balcanici (vedi in particolare la Serbia ove la Russia sta soffiando sul fuoco e dove il nazionalismo della Grande Serbia esibisce una rinascita).
Ciò costringerà a considerare il periodo del “dividendo della pace” come cosa del passato e un riarmo ineludibile, purtroppo.
Fabio Colasanti
Penso che i paesi occidentali e i loro leader debbano fare molta più attenzione a quello che dicono e a quello che fanno nei rapporti con la Russia. Putin è in grosse difficoltà e per questo è diventato ancora più pericoloso.
Il comportamento della Russia è sempre più deprecabile. La guerra in Ucraina sta diventando sempre più brutale. Abitazioni, ospedali, università vengono bombardate. I combattimenti si intensificano e sembra vengano utilizzate armi di distruzione ripugnanti (bombe termobariche e bombe a grappolo). Il bilancio delle vittime sale, compreso quello delle vittime russe. Il numero dei profughi che hanno lasciato il paese finora si sta avvicinando al milione. Cosa ancora più grave, anche Lavrov, dopo Putin, ha parlato del possibile uso di armi nucleari da parte della Russia.
La condanna delle azioni del governo russo è vastissima. Si va dalle condanne a larga maggioranza dell’Assemblea delle Nazioni Unite a quelle dei parlamenti nazionali. Anche paesi tradizionalmente neutrali condannano l’invasione russa e decidono sanzioni. Alle condanne ufficiali si aggiungono i tanti segnali che privati cittadini e organizzazioni varie vogliono mandare alle autorità russe cancellando manifestazioni legate alla Russia ed escludendo il paese da tantissime attività. Dalla Russia si vedono migliaia di arresti, anche di cittadini colpevoli solo di aver deposto un mazzo di fiori davanti all’ambasciata dell’Ucraina.
Putin si trova in una situazione nera. L’invasione dell’Ucraina non sta andando come sperava. Il numero delle vittime russe sale in maniera preoccupante. La stragrande maggioranza dei paesi del resto del mondo si è schierata contro la Russia (più di 140 voti per una mozione di condanna dell’invasione russa nell’Assemblea generale). I paesi occidentali hanno preso sanzioni molto dure che stanno facendo molto male. La borsa di Mosca è crollata (molto più di quelle occidentali) e il rublo si è deprezzato fortemente. La banca centrale russa ha portato il principale tasso di interesse dal 9.5 al 20 per cento. Non è facile sapere cosa pensano quelli che potrebbero rovesciare Putin in Russia, ma si vedono alcuni piccoli segni di dissenso.
In questa situazione di disgusto per l’azione del governo russo e di condanna generalizzata è possibile che i nostri dirigenti si lascino andare a dire e fare cose che potrebbero aggravare la situazione. L’URSS ha mandato i carri armati in Ungheria e nella Cecoslovacchia, ma non ha mai condotto guerre sanguinose come quelle che Putin ha condotto in Cecenia o sta conducendo adesso in Ucraina. Forse solo l’intervento nell’Afganistan è arrivato a livelli simili. Eppure durante tutta la guerra fredda i nostri leader hanno fatto un’attenzione certosina a tutto quello che hanno detto e fatto. Bisogna ricominciare a farlo. Basta con i tweet e i soundbites per i telegiornali.
Quanti pensavano fino a dieci giorni fa che la Russia avrebbe invaso l’Ucraina? Non facciamo lo stesso errore per la possibilità di usare armi nucleari.
Angelo Fabbri
Il quadro descritto corrisponde molto bene al mio modo di vedere la situazione internazionale e ti ringrazio per la ricchezza e completezza dei dettagli.
Tuttavia, proprio questa sera, ho ricevuto questo articolo in cui si cerca di ricostruire l’origine del conflitto e che offre una diversa lettura rispetto alle informazioni “ufficiali”.. Premetto che gran parte delle affermazioni mi sono state direttamente confermate da una persona (originaria dei paesi dell’est) che sta lavorando per me.
Poiché non mi è bastato possibile copiare il testo, te lo trascrivo (così come l’ho ricevuto, non firmato, compreso gli errori grammaticali e di punteggiatura) e ti chiedo, cortesemente, un ulteriore commento.
Cordialmente
Angelo Fabbri – Forlì
“Per chiarezza.
Questa guerra è nata nel 2014, quando è stato fatto un colpo di stato in Ucraina sostenuto da Stati Uniti (c’era Biden vicepresidente e la Clinton Segretario di Stato). Tolsero il Presidente ucraino filo-russo che si rifugiò a Mosca, presero il potere con la forza e piazzarono un governo filo-americano.
Dopo il colpo di stato sono subito state emanate delle leggi anti russe. Solo che l’Ucraina è un paese diviso in due, a ovest sono ucraini, nazionalisti e vicini all’Europa, ad Est e in Crimea sono russi.
La Russia con un colpo di mano si è ripresa la Crimea senza sparare un colpo (perché il 90% sono russi e hanno fatto un referendum). Mentre nelle altre province sono state fatte persecuzioni (multe se parli in russo, sparatorie a chi pregava in russo). I dati OSCE parlano di 14.000 morti fra civili e militari nel Donbas in 7 anni.
Nel 2014 c’é stata la strage di Odessa, ma ne hanno parlato troppo poco in Tv. Gli ucraini diedero fuoco a un sindacato che era pieno di anziani, donne con bambini, quelli che scamparono all’incendio furono uccisi a colpi di fucile.
Putin ha più volte denunciato il genocidio nel Donbas (14.000 morti) ma nessuno nei media occidentali ha approfondito.
Poi è arrivato Trump e l’Ucraina é rimasta sola, a lui non interessava. C’è stato i cessate il fuoco e sono stati fatti gli accordi di Minsk che prevedevano il riconoscimento delle due repubbliche da parte dell’Ucraina come regioni a statuto speciale.,
Si arriva così all’elezione di Biden, che affermò subito che Putin era un killer e che gliel’avrebbe fatta pagare.
Il figlio di Biden, Hunter, ha diversi gasdotti in Ucraina, e affari milionari. Biden ha chiesto l’ingresso nella Nato dell’Ucraina, inaccettabile per la Russia. Inaccettabile perché i missili sarebbero puntati a 300 km. da Mosca. Perché sarebbero puntati su Pechino, infatti la Cina ha sostenuto la Russia con contratti sul gas altissimi.
Da dicembre è iniziata l’isteria americana sull’inizio della guerra. Hanno pompato Zelensky a bombardare di nuovo il Donbas per riprenderselo promettendogli aiuto militare. Lui ci è cascato. La Russia si é seduta al tavolo con tutti i presidenti e con tutti i ministri degli esteri ma senza risultati. Nessuno voleva trattare, ma ribattevano che l’Ucraina ha il diritto di entrare nella Nato. La Russia ha offerto di demilitarizzare l’Ucraina e farlo uno stato cuscinetto, come la Svizzera, di transito di gas e di merci, ma senza armi. Gli è stato risposto di no.
Aggiungo che gli USA hanno piazzato in questi anni in Ucraina 14 laboratori che producono chimiche, lungo tutto il confine russo. Dunque una minaccia di non solo missili.
A questo punto non è difficile comprendere la reazione di Putin, acclamato dale popolazioni filo-r,usse del Donbas come un liberatore di quelle zone che non devono essere annesse alla Russia ma rese alla loro libertà dopo i massacri di questi anni.
Non esistono buoni e cattivi, ma solo una buona o una cattiva informazione”.
Fabio Colasanti
Angelo,
Il testo che hai postato è scandalosamente partigiano e squilibrato. Il pezzo dove si afferma che Hunter Biden sarebbe stato proprietario di gasdotti e avrebbe avuto affari milionari lo rende ridicolo. Sembra uscito dalla propaganda di Trump.
Il problema è quello di sempre: l’Ucraina è composta da due gruppi molto diversi: gli ucraini veri e propri, filo-occidentali, che vivono a Kiev, nel centro e nell’ovest del paese, da un lato, e, dall’altro, gli ucraini di lingua russa che vivono nella parte est del paese e in gran parte della Crimea che vogliono legami più stretti con la Russia. Entrambe i lati hanno fatto nel recente passato cose orribili. Il pezzo ricorda giustamente il cosiddetto “massacro di Odessa”, ma per creare le due autoproclamate “repubbliche di Donestk e Lugans” i filo russi hanno fatto cose simili. Parlare di adesione dell’Ucraina all’UE oggi è un non senso. Non potremmo mai far aderire all’UE un paese come l’Ucraina con gli enormi problemi politici e istituzionali che ha.
Nel 2012 l’Ucraina ha firmato un accordo commerciale e di associazione con l’UE. Questo accordo prevedeva il cambio di alcune leggi repressive e che limitavano la libertà economica da parte dell’Ucraina. Il Parlamento ucraino aveva cominciato i lavori per fare le modifiche richieste. Ma il presidente Yanukovitch, filo russo, ha dato l’impressione di non voler firmare comunque l’accordo con l’UE. Questo ha dato origine nel novembre 2013 ad un movimento popolare che ricorderai chiamato Euromaidan e sostenuto dai sindacati ucraini. Il governo, dopo aver accettato un prestito dalla Russia, ha represso duramente questo movimento. La repressione (spari con munizioni vere sulla folla) ha raddoppiato l’intensità del movimento. Yanukovitch è stato dichiarato decaduto dal Parlamento.
In questa lunga fase di scontri i paesi occidentali hanno sostenuto la fazione filo-occidentale e la Russia quella filo-russa. Il termine “colpo di stato” viene utilizzato solo dai russi.
Come già ricordato, entrambi i campi hanno fatto cose orribili. Ma rimangono due cose che sono oggettive. La prima è che Yanukovitch è stato dichiarato decaduto come presidente da 328 deputati sui 450 del parlamento ucraino. La seconda è che nelle elezioni del 2014, Poroschenko, filo-occidentale, è stato eletto con una grossissima maggioranza.
Putin ha annesso la Crimea proprio perché si è reso conto che in Ucraina le elezioni non avrebbero mai più dato un governo filo-russo. La parte dell’opinione pubblica filo-occidentale in Ucraina è oramai stabilmente maggioritaria. Anche il presidente attuale è stato eletto con una forte maggioranza. Dopo l’invasione russa, non vedo proprio quanti voti un qualsiasi candidato filo-russo potrebbe mai ottenere.
La crisi attuale è anche conseguenza di questo fatto. È vero che in Ucraina ci sono dei gruppi paramilitari che sono di ispirazione nazista, ma parlare di denazificazione dell’Ucraina, come fa Putin, è ridicolo. Nelle ultime elezioni, quelle del 2019, quattro partiti di estrema destra si sono presentati assieme e hanno ottenuto solo il 2.15 per cento dei voti e nessun seggio. Il presidente Zelenski è ebreo.
Fabio Colasanti
La Russia sembra avere dei valori diversi da quelli degli altri paesi europei. Ma non penso che questo dipenda dall’influenza culturale della sua parte asiatica. Penso dipenda soprattutto dal fatto che il paese non ha mai conosciuto la democrazia.
Fabio Colasanti
Per Angelo Fabbri e altri.
Il sito di fact-chacking BUTAC (Bufale un tanto al chilo) si è occupato delle storie di propaganda russa sul Donbass.
https://www.butac.it/ucraina-russia-guerra-2014/