Il quadro della situazione
- Merito dei nuovi criteri statistici applicati dall’ISTAT obbligarci a guardare in faccia la realtà: i lavoratori in CIG (e gli autonomi inattivi) da oltre tre mesi sono considerati disoccupati
- il dato del 6 aprile, riferito al mese di febbraio mostra 000 occupati in meno rispetto a febbraio 2020: i “trucchi” per nascondere la disoccupazione vengono smascherati
- Cig dove si sa che il lavoro non riprenderà mai
- blocco indiscriminato dei licenziamenti da oltre un anno
- se collochiamo al 5% la soglia della disocc. frizionale, deficit grave di almeno 2 mlndi posti
- ma anche impressionante aumento della categoria di “non occupati” e scoraggiati
- nello stesso tempo, l’indagine Unioncamere mostra l’esistenza di oltre un milione di
hard-to-fill-vacancies, in tutti i settori principali e a tutti i livelli professionali - abbiamo il peggiore livello di mismatch d’Europa
- aumenta l’area dei bad jobs: lavoro “nero” o “grigio”, o comunque mal retribuito, soprattutto nei settori della logistica, dei servizi alla persona, dell’edilizia e dell’agricoltura
- il tutto in un contesto generale di drammatica stagnazione della produttività del lavoro italiano, che peraltro è in atto da almeno un ventennio
Che fare
A) Misure urgenti e suscettibili di essere implementate in tempi brevi
- favorire il trasferimento della forza lavoro dalle imprese marginali a quelle più produttive, in modo da favorire l’aumento della produttività del lavoro italiano
- sostituire subito il blocco dei licenziamenticon un aumento di entità e durata Naspi
- porre strutturalmente in comunicazione Inps e Anpal (il sostegno del reddito con le politiche attive), anche per attivare gli incentivi per l’efficacia delle pol. att.: altro che scioglimento!
- istituire un rapporto di sussidiarietà tra Anpal e Regioni in difficoltà sulle politiche attive
- digitalizzare il lavoro burocratico dei CpI…
- … per liberare risorse umane per l’implementazione delle politiche attive: orientamento, informazione, formazione mirata agli sbocchi esistenti; il progetto milanese dello Hub Lavoro
- risolvere la questione dell’efficacia dei CCNL puntando sulla semplice riscrittura dell’ultimo comma dell’art. 39 Cost. proposta da Lucia Valente, così dando anche attuazione alla direttiva UE sul minimum wage (ridurre comunque il numero dei contratti collettivi nazionali
- B) Misure strategiche di largo respiro
- raddoppiare gli ITS (oggi 109 con 16.000 studenti; in Germania 954.000!) entro 5 anni (bene su questo punto il PNRR)
- attuare gli artt. 13-16 del d.lgs. n. 150/2015 istituendo l’anagrafe della formazione professionale e attivando (coll’incrocio dei suoi dati con C.O. min. Lav., albi prof. e liste disocc.) il monitoraggio capillare del tasso di coerenza tra fofrmazione professionale impartita e sbocchi occupazionali effettivi
- legare il finanziamento della formazione professionale a quell’indice di efficacia
- in ogni centro con più di 100.000 abitanti uno Hub-Lavoro sul modello di Milano come primo anello della catena dei servizi per l’incontro domanda/offerta…
- … con contemporanea offerta online degli stessi servizi (orientamento, profilazione, counselling, job self-service, ecc.) su scala nazionale, gestita da Anpal e Regioni
(Questi appunti fatti dal prof. Ichino per una sua conferenza sono ripresi, con il consenso dell’autore, dal sito www.pietroichino.it)
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