Ormai è uno stillicidio continuo. Gli ultimi giorni poi sono stati una vera e propria odissea. Prima si dice che sotto Natale le misure verranno allentate e tutta l’Italia sarà zona gialla, poi la Germania con meno morti e meno casi di noi dichiara la chiusura completa per tutte le feste e allora vengono i dubbi. Si chiuderà anche noi ma solo nei giorni di festa, anzi fra i piccoli comuni confinanti ci si potrà muovere per andare a trovare i parenti. Meglio ancora il limite per gli spostamenti sarà di 30 kilometri. Il dibattito si focalizza sul colore delle zone. Il giallo è superato, si discute se l’Italia dovrà essere arancione o rossa. I giorni passano e la decisione non arriva.
In contemporanea i partiti di maggioranza fanno una verifica. Conte è perentorio “non voglio galleggiare” ma intanto aspetta che Renzi decida il da farsi. I grillini rassicurano: votiamo tutto pur di non far cadere il governo. Il PD chiede una svolta, Leu invita alla prudenza.
Resta una certezza. Quando arriverà il vaccino l’italia sarà pronta. Viene presentato il logo della campagna di vaccinazione, una primula, segno di rinascita. E a forma di primula saranno i 1500 padiglioni che verranno sistemati in tutte le piazze. Arcuri ha scelto. Già che si deve vaccinare tutta la popolazione meglio farlo bene, con eleganza. Mica come i tedeschi che stanno allestendo quei grigi padiglioni fieristici, rimasti vuoti, nelle varie città. I giornali pubblicano il rendering dei padiglioni-primula. Nessuno obietta che si potrebbero usare le tende dell’esercito o della protezione civile o i cinema e i teatri come ha proposto la Capua.
Questa ricostruzione dei fatti degli ultimi giorni può sembrare ironica ma non lo è. Purtroppo è vera e dimostra solo una cosa: governo e maggioranza sono allo sbando e politicamente sono morti. Cercano di resistere con le unghie e con i denti ma sono finiti. Il che non significa che cadranno. Nessuno ha il coraggio o l’interesse a staccare la spina. Tutti tengono famiglia. Ma il conto per il Paese sarà salatissimo.
Nello strepitio di una classe politica, tutta, di bassissimo livello si alza a un certo punto la voce di un uomo come Mario Draghi, conosciuto e stimato in tutto il mondo. Dice che così non si può andare avanti, che siamo sull’orlo del baratro, che le politiche da mettere in campo sono l’esatto contrario di quelle che vengono ancora attuate, che bisogna avere il coraggio di scegliere e di investire sulle imprese che possono davvero assicurare la ripresa.
Ci si aspetterebbe che giornali e talk show aprissero come minimo un dibattitto, chiedessero a governanti e leader politici cosa pensano della proposta di Draghi, se non altro per confutarla, invece niente. Certo la discussione continua ma le domande sono altre: Conte rischia? Renzi andrà fino in fondo? Ci sarà un soccorso azzurro? E’ possibile un governo di unità nazionale? E così via. Intanto apprendiamo che Barbara D’Urso, che fra parentesi, come ci assicura, è sempre stata comunista, si prepara a scendere in politica.
Ecco, forse è proprio quello che ci meritiamo.
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