Il voto del 25 settembre. Il Dopo
La vittoria della Meloni non può non preoccupare l’Europa. Dopo Polonia e Ungheria e forse Svezia anche un’Italia sovranista. Difficilmente però Giorgia farà deragliare l’Italia.
La vittoria della Meloni non può non preoccupare l’Europa. Dopo Polonia e Ungheria e forse Svezia anche un’Italia sovranista. Difficilmente però Giorgia farà deragliare l’Italia.
Il risultato del Terzo Polo è un successo o un fallimento? Le premesse per continuare sulla strada da poco iniziata e allargarsi e rafforzarsi ci sono tutte.
Dal suo primo giorno a Palazzo Chigi Giorgia Meloni dovrà scegliere se ispirare le sue decisioni al realismo proattivo e lungimirante di Niccolò Machiavelli oppure proseguire con lo scetticismo disincantato di Francesco Guicciardini.
Le “mancate alleanze” del PD probabilmente avrebbero portato a risultati ancora peggiori. Manca ai Dem un’identità ultima e un progetto valoriale. Il partito si è allontanato dall’alveo del socialismo riformista e liberale
Giorgia Meloni è in queste ore il candidato destinato a diventare il primo Ministro di un grande Paese che non vuole essere secondo a nessuno nell'Unione Europea.
“L’inverno sta arrivando” è un monito, non una conclusione. La cosa buona delle stagioni di cambiamento politico e sociale è che possiamo influenzarle, se ci impegniamo a fondo. Garry Kasparov “Interpellare ciò che si rannicchia in fondo alle coscienze individuali, ad un livello inferiore al pensiero attivo (…) immergersi in quel magma disordinato e …
Stracciarsi le vesti per l’astensionismo fa parte dello spettacolo da commedia dell’arte che è la politica italiana, perché la partecipazione al voto in questi anni in Europa è stata più o meno in linea con quella che si è registrata in Italia nel 2018. Bisogna poi distinguere fra astensionismo apparente e astensionismo reale.
Un malore improvviso non gli ha lasciato scampo. Così se ne è andato Nicola Cariglia, un riformista e un socialdemocratico vero, già vice sindaco di Firenze e attualmente Presidente della Fondazione Turati.
E’ indispensabile che nello schieramento politico italiano nasca un polo liberale, riformatore e “draghiano”. Contro il populismo di Conte e dei grillini.
L’astensionismo è un segno di crisi della democrazia, ma non perché un’aristocrazia politica si sia separata dal popolo. È che la maggior parte delle persone, anche laureate, vedono tutto dal punto di vista del proprio particulare.
Fratelli d’Italia dovrebbe lavorare per convincere Orban a interrompere la cooperazione strategica pluriennale con la Russia e con la Cina invece di difenderlo a priori nel Parlamento Europeo come vittima del pregiudizio della sinistra.
Dal 2005 è invalsa la malsana idea che si possa e convenga giocare con le leggi elettorali senza mai raggiungere una stabilità. Solo che non esistono leggi elettorali belle o brutte in assoluto.
Raffaele Volpi, ex presidente Copasir, lascia la Lega. Il gesto forse in polemica con le posizioni filorusse di Salvini. Le strane manovre del leader leghista sul Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.