Diciamo la verità. L’Italia non è un Paese dove regole e principi del riformismo e della democrazia liberale abbiano mai allignato. Anche se da più parti si imputa proprio a una supposta deriva neoliberista lo stato disastroso della nostra situazione economica e sociale. Purtroppo, è vero esattamente il contrario e basterebbe un minimo di onestà intellettuale e di conoscenza di quello di cui si parla per capire che la situazione è proprio questa. Ma se ne volesse una riprova basta guardare a due vicende simbolo: Alitalia e MPS. Per commentare la prima bisogna ormai inventare nuovi termini. Non si trova nel vocabolario italiano qualche parola che possa illustrare la situazione. L’Alitalia è stata ed è ancora uno sperpero di denaro pubblico che non ha eguali. Se quando è cominciata questa odissea avessimo chiuso la Compagnia e garantito a tutti i dipendenti, e fino all’età della pensione, uno stipendio medio, avremmo risparmiato un sacco di soldi. La nascita di ITA, l’ultima versione cioè di Alitalia, non cambierà certo le cose. Il salasso è destinato a continuare. Ma, se possibile, la vicenda MPS batte anche lo scandalo Alitalia, più per le modalità di svolgimento che per gli sprechi. Due soli esempi. La situazione della banca senese ha avuto il colpo di grazia a seguito delle operazioni di acquisto di due istituti di credito, Banca 121 e Antonveneta, che sono state pagate da due a tre volte il loro valore di mercato. Qualche migliaio di miliardi in più del dovuto. Un capolavoro economico- finanziario che attende ancora una spiegazione razionale.
Fatta la frittata si è deciso che lo stato entrasse nel capitale della banca per risanarla e successivamente metterla sul mercato e riprendere i soldi investiti. Così si è fatto. Ora siamo alla fase della vendita. Solo che gli acquirenti latitano. Sembra proprio che nessuno voglia il bubbone senese. E allora cosa è venuto in mente al nostro solerte governo? Di incentivare l’acquirente. In pratica di pagare, non per comprare ma per vendere.
È proprio vero, siamo un paese dove il neoliberismo ha fatto strame della civile convivenza.
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