UNA UNANIMITÀ (MOLTO) SOSPETTA
Una condanna universale che non era mai stata riservata a nessun Paese.
Una condanna universale che non era mai stata riservata a nessun Paese.
La sinistra prova a costruire un’alternativa che si candidi al governo del Paese ma il progetto non si fonda su un programma, ha come unico collante la guerra alla destra.
Pubblicato su “nagorà” laboratorio di idee.
La pace non è un valore universale, ma un fenomeno storico, cioè altamente relativo. Bisognerebbe capire cosa ne pensano coloro che soffrono le conseguenze, non di rado terrificanti, della “pace ingiusta”.
Quando, il 25 aprile 1945, a Genova, a Torino, a Milano, i partigiani sfilarono armati tra ali di folla molti italiani non scesero in piazza. Gioivano per la fine della guerra ma non parteciparono alla festa dell’Italia antifascista.
Sono in molti a chiedere che Israele sia condannata non per un eccesso di difesa o per violazioni del diritto internazionale, ma addirittura per genocidio. E poco conta che la storia dica tutt’altro.
Dalla geopolitica mussoliniana alle canzonette di Lauro, dagli artisti di Bassolino al plebeismo di de Magistris, i Luoghi del passato avevano le loro ragioni. O, meglio erano comprensibili. Ma ora qual’ è il senso del Luogo prescelto dal “sindaco accademico”?
Per gentile concessione dell’autore pubblichiamo l’introduzione dell’ultimo libro di Paolo Macry “la Destra italiana, da Guglielmo Giannini a Giorgia Meloni” edito da Laterza. La conquista del potere da parte della Meloni non è episodica.
Bisognerà capire se la destra opterà per politiche di sviluppo a scala nazionale o piuttosto farà scelte tarate sugli interessi elettorali dei partiti di maggioranza, della Lega “nordista” anzitutto.
Il neoliberismo, dicono i “saggi” chiamati da Enrico Letta al capezzale del Pd, è all’origine di tutti i mali, il motore della diseguaglianza. Parole intellettualmente disoneste.
E’ indispensabile che nello schieramento politico italiano nasca un polo liberale, riformatore e “draghiano”. Contro il populismo di Conte e dei grillini.
Il 25 settembre gli italiani voteranno sui temi che più li affliggono. Ma dobbiamo capire che i nostri problemi quotidiani dipendono dagli equilibri del mondo. Quindi in definitiva si vota pro o contro Putin, pro o contro Bruxelles.
Valutare oggi Renzi significa valutare cosa sarebbe questo paese se non ci fosse stato Renzi. Molti ricordano l’antipatia caratteriale o qualche “missione all’estero” di troppo, ma dimenticano volutamente l’intelligenza strategica
Al Prof. Paolo Macry, storico eminente presso l’Università Federico II di Napoli, alcune domande sulla sua città, i problemi, le aspettative e le soluzioni, dopo l’elezione del nuovo sindaco che ha segnato la fine dell’era De Magistris. Intervista di Luciano Pallini.