IL PIANO STRUTTURALE DI BILANCIO
L’Italia soggetta con altri sette stati membri alla procedura per disavanzi eccessivi (PDE) dovrà garantire un aggiustamento strutturale minimo annuo di 0,5% del PIL.
L’Italia soggetta con altri sette stati membri alla procedura per disavanzi eccessivi (PDE) dovrà garantire un aggiustamento strutturale minimo annuo di 0,5% del PIL.
Multiutility, nuova pista dell’aeroporto, moderno impianto per lo smaltimento dei rifiuti, si gioca su questi temi il futuro del riformismo a Firenze. In troppi però fanno finta di niente.
A partire dall’estate giornali e televisioni hanno cominciato a parlare della manovra di bilancio per il
2025.
ll Parlamento europeo per una politica economica europea. La visione di una Unione, con capacità fiscale rivolta alla produzione di beni pubblci europei e una disciplina fiscale rigorosa ma flessibile e non prociclica.
Le agenzie di rating promuovono l’Italia ma dal Bilancio dello Stato e dalle politiche economiche del Governo emergono luci e ombre e si profilano future minacce. Intervista di Luciano Pallini al prof. Petretto.
Riduzione del cuneo, sgravi alle imprese, tagli dell’Irpef, tutte misure provvisorie in vista del voto del 2024. Ma nel 2025 se non si vuole tornare indietro si dovranno aumentare le tasse o il debito. E pensare che una volta la Destra era quella del rigore finanziario.
La situazione dei nostri conti pubblici è esplosiva. La classe politica non la vede o fa finta di non vederla e si ostina a non adottare quelle misure, come il MES, che potrebbero contribuire a raffreddare la congiuntura.
Il commento del Prof. Petretto all’intervento di Lagarde. Per la Presidente sono due le debolezze che caratterizzano l’economia dell’Unione: l’alto costo del lavoro per unità di prodotto e un sistema di finanziamento della manifattura troppo ancorato al debito. Per frenare l’inflazione non c’è alternativa a una politica monetaria restrittiva.
Nuovo PSC, MES e PNRR: sono tre questioni tra loro collegate e sono dei veri e propri banchi di prova per il nostro paese. Tre grosse spine per il governo Meloni dalla cui soluzione dipenderanno i rapporti con l’Europa.
La legge delega fiscale, il metodo del copia-incolla dal provvedimento messo a punto da Draghi e l’inserimento di proposte bizzarre derivanti dalla campagna elettorale. Un articolo del Prof. Alessandro Petretto
L’esperienza delle Regioni è stata piuttosto deludente. L’autonomia differenziata potrebbe servire a rilanciare l’Istituto ma serve una riforma complessiva della finanza regionale.
Sulla manovra economica del Governo Meloni, Luciano Pallini ha intervistato il Prof. Petretto. La parte più importante della Finanziaria era già nella legislazione voluta da Draghi che però non avrebbe certo avallato alcune brutture contenute nella legge.
Non va sciupata l’eredità del governo Draghi in tema di conti. Il quadro delineato dalla Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NADEF) che costituisce la base per la nuova Legge di Bilancio. L’analisi del Prof. Petretto.