La fine di un’era
Un primo bilancio dell’era berlusconiana. Ha individuato tanti dei mali del Paese ma non è riuscito ad applicare le ricette giuste. Ha suscitato entusiasmo ed odio. Sostanzialmente lascia l’Italia come l’aveva trovata.
Un primo bilancio dell’era berlusconiana. Ha individuato tanti dei mali del Paese ma non è riuscito ad applicare le ricette giuste. Ha suscitato entusiasmo ed odio. Sostanzialmente lascia l’Italia come l’aveva trovata.
Diversi senatori hanno chiesto alla presidenza di poter portare in aula i loro cani e/o i loro gatti. La Russa si è dichiarato disponibile a discuterne. Noi, per quello che conta, siamo molto d’accordo. E’ sempre meglio dare spazio agli originali.
Ammetto che ero tra coloro che prefiguravano scenari abbastanza foschi, o per lo meno di nervosismo estremo, sulla tenuta del nostro spread italico nei confronti del teutonico Bund. Del resto, gli ingredienti per una sua rapida impennata c’erano tutti: la fine degli acquisti dei titoli italiani da parte della BCE, la fine dei prestiti agevolati …
Paradossalmente con la dipartita del Presidente azzurro si potrebbero creare le condizioni, fino ad oggi impossibili, per la rinascita di un centro politico e culturale fino ad oggi bloccato dalla presenza del Cavaliere.
Finita l’era della contrapposizione, berlusconiani ed anti, pensiamo alle cose da fare nell’interesse del Paese. La prima, la riforma della giustizia, è avviata. Non è la Grande riforma della giustizia, ma è il segnale che la strada del garantismo e del liberalismo è stata finalmente imboccata.
Il discorso di Draghi costituisce una utilissima piattaforma per avviare una discussione politica seria sul futuro dell'Europa e sull'Europa del futuro. Nel testo si trovano tutti i principali temi strategici su cui i partiti politici dovrebbero prendere posizione in vista delle elezioni europee.
Riproduciamo l’introduzione al rapporto che riassume i risultati di un progetto di ricerca svolto dalla Banca d’Italia nel corso dell’ultimo biennio. Il rapporto fornisce un quadro aggiornato dei divari territoriali in Italia con riferimento al sistema produttivo, al mercato del lavoro, al finanziamento delle imprese e ai fattori di contesto e svolge alcune considerazioni sulle possibili priorità di intervento per il Mezzogiorno, con riguardo sia al rafforzamento della struttura produttiva sia al miglioramento dell’azione pubblica
Renzi e Calenda sul caso Foti. Forse sarebbe il caso di iniziare a discutere seriamente e ad avanzare proposte davvero liberali lasciando i populisti nel loro brodo populista. Qualche domanda per i liberali in attesa del prossimo tweet.
In Kosovo la coesistenza della larga maggioranza albanese con la minoranza serbo-ortodossa e con gli altri gruppi minori è stata quasi sempre difficile e tormentata nel corso della storia.
Negli ultimi venticinque anni in molti si son messi d’impegno a sovvertire un vecchio sistema scolastico che andava sì riformato, sul serio rimesso in forma, ma non certo affettato e disossato affinché restasse solo un desolato parcheggio dove si muovono soggetti in crisi di identità.
Tutte queste angosce sull’Intelligenza Artificiale denotano una “cronofobia”, che non è solo il sintomo di una società che invecchia e non è capace di trasformarsi, ma scaturisce da una profonda incertezza per il futuro.
Riportiamo il discorso di Mario Draghi al MIT di Boston in occasione della consegna del premio Miriam Pozen. Traduzione di Luciano Pallini.
Il PD di Schlein, anche se ancora i Riformisti dentro il Partito fingono di non averlo capito, punta alla “ricostruzione” della Sinistra italiana e su quella base, che è elettorale ma in primo luogo culturale, avviare la necessaria politica delle alleanze.