5 domande alla ministra del lavoro
Le principali questioni sul tappeto in tema di lavoro. Il ruolo delle politiche attive e di quelle passive. Che valutazione del ruolo dell’ANPAL e del lavoro del suo presidente, Parisi?
Le principali questioni sul tappeto in tema di lavoro. Il ruolo delle politiche attive e di quelle passive. Che valutazione del ruolo dell’ANPAL e del lavoro del suo presidente, Parisi?
Sta tecnicamente finendo la più lunga fase di espansione economica della storia, una recessione profonda (per definizione servono due trimestri consecutivi negativi) bussa alle nostre porte. Sarà di certo violenta e la prima decretata per ordine governativo a livello mondiale, ma potrebbe essere anche una delle più brevi dei tempi moderni. Purtroppo la storia dei …
Messa alle strette al Parlamento europeo, la Lega getta la maschera e per non correre il rischio di cedere sovranità vota contro gli Eurobond. Sul MES i grillini si spaccano, tre votano contro, gli altri iniziano a convergere e si astengono.
Le ragioni per non fare gestire il dopo virus allo Stato imprenditore. L’emergenza ci ricorda che un elevato livello di spesa non significa una migliore allocazione delle risorse. Un manifesto appello di Natale D’Amico, Alessandro De Nicola, Alberto Mingardi, Nicola Rossi. L’iniziativa dell’Istituto Bruno Leoni.
Manager, imprenditori e professionisti, fra gli altri Stefano Parisi, Giovanni Tria, Vito Gamberale, Lorenzo Ornaghi, hanno messo a punto un programma-progetto per far ripartire l’Italia che è stato inviato alle massime autorità. Ne riportiamo l’appello.
Quasi tutto il Paese ha sottoscritto un tacito “patto” per nascondere la realtà di un sistema e di una classe politica allo sbando. E da tutto questo disastro emerge la debordante comunicazione di Conte che parla a vanvera di un presunto “modello Italia”.
Berlusconi tenta di rimettere in carreggiata il centrodestra lanciando il governo istituzionale. Minimo comune denominatore il MES. Un modo per dare una via d’uscita all’elettorato moderato che con Salvini non ha nessuna prospettiva.
A fronte dell’esigenza di far ripartire il Paese ancora una volta tutti in ordine sparso, regioni, ministri e associazioni di categoria.
Tutte le volte che assistiamo ad una catastrofe naturale (diciamo, vecchia maniera): la chiamiamo “annunciata” e siamo sempre pronti a dire dopo, quello che avremmo dovuto fare prima, ma poi non lo facciamo né dopo, né mai.
La pandemia ha messo in evidenza l’assoluta inadeguatezza di tutta la nostra classe politica. Il dopo sarà anche peggio. Sia a destra che a sinistra prevale il vetero-statalismo che non porta da nessuna parte. Unica speranza: nuove elezioni che cambino i rapporti di forza.
Una boutade di stampo grillino quella di Graziano del Rio. Prendere poco, colpire pochi, così tanto per far vedere che ci siamo. Se contributo di solidarietà ha da essere, deve essere fatto in modo diverso.
La pandemia da coronavirus, come del resto accadrà in tutti gli altri campi, modificherà profondamente anche la pianificazione urbanistica e il programma dei lavori pubblici. Serve liquidità per gli enti locali finalizzata a investimenti in conto capitale.
Opinione1: serve un ambizioso piano nazionale capace di mobilitare il nostro ingente risparmio privato attraverso la sottoscrizione di titoli sostanzialmente irredimibili comprati dagli italiani. Dimostreremo una capacità autonoma di riformarci per crescere e tornare competitivi.