Non voglio fare il solito articolo “pippone” che parla di alluvioni quando c’è una tragedia nel paese con morti, danni e città allagate. Come fino a poco tempo fa parlava di siccità di fronte alla mancanza di pioggia e alla penuria di acqua per l’agricoltura, per la natura e per il normale scorrimento dei fiumi.
E non voglio neppure citare la famosa frase: l’avevamo detto. Sarebbe inutile. E non porterebbe a nulla. Vorrei solo fare un appello. Alle persone di buona volontà, ai politici seri, di qualunque estrazione e idea politica, e ai rappresentati delle istituzioni. Un appello ad una Alleanza per “far crescere gli investimenti nel paese”.
Lo so che detto così non riscalda i cuori. Lo so che il cittadino medio se gli dici di aumentare gli investimenti pubblici pensa subito a lavori costosi, mal fatti e a piccole e grandi tangenti come accompagnamento. E che gli interessa di più se gli levi una accisa sulla benzina, se gli regali una caldaia o un lavoretto in casa o se gli abbassi il costo della bolletta del gas. Ma purtroppo la situazione è grave. E bisogna cambiare, da subito per i prossimi venti anni.
Gli investimenti pubblici in Italia sono arrivati a cifre ridicole in questo ultimo decennio e nonostante un po’ di ripresa attuale stanno ancora sui 50 miliardi l’anno. Questo significa che in dieci anni il paese ha perso non meno di 100/150 miliardi di interventi necessari sia sulle nuove strutture che sulla manutenzione delle vecchie. E senza infrastrutture e senza una moderna manutenzione migliorativa il paese invecchia e non ce la fa a supportare lo sviluppo che deve essere dinamico e sostenibile.
Il tema dell’acqua, della troppa acqua e della poca acqua, è emblematico a tale proposito. Nell’ultimo decennio non abbiamo destinato neppure un miliardo l’anno (se va bene) per investimenti pubblici nel settore e dobbiamo ringraziare la presenza di imprese industriali efficienti e capaci nel Servizio idrico integrato se, almeno nel settore civile, si raggiungono oggi i due miliardi e mezzo di investimento “privato”. Ancora non sufficienti ma certamente superiori rispetto a quella nullità degli investimenti realizzati dalle gestioni pubbliche municipali.
Eppure, proprio nell’acqua, ci vorrebbe un piano almeno ventennale che dovrebbe riuscire a spendere almeno 5 miliardi all’anno. Sono fattibili? Sono possibili per il paese? Certamente si. Purché l’Alleanza per gli investimenti riesca ad imporre ai Governi, a quello attuale e a quelli che verranno nei prossimi venti anni, un aumento sostanzioso all’attuale livello di spesa. Diciamo, per cominciare, portare gli investimenti pubblici da 50 ad almeno 65 miliardi l’anno.
Dobbiamo raggiungere tre obiettivi. Il primo è quello di ristrutturare il paese, manutenerlo ad un livello di qualità e introdurre tecnologie innovative che sono parte rilevante oggi e sempre di più delle infrastrutture del paese. Il secondo è quello di finirla con la pratica aberrante ed egoistica di aumentare ad indebitare il paese destinando risorse senza copertura a spese correnti o a spese, che pur classificate magari sotto la voce di spesa in conto capitale, hanno però la stessa natura economica. Il terzo è quello di aumentare l’investimento in “adattamento al cambiamento climatico” perché è con quello che dobbiamo oggi e ancora di più nel futuro fare i conti.
Insomma non è più tempo di chiacchiere. Non state ad ascoltare il solito politico di basso livello che vi parla di interventi sulle alluvioni quando accadono, sulla siccità quando c’è o sulle energie rinnovabili quando aumenta il prezzo del gas. C’è bisogno di una riconversione ventennale del paese. E l’Allenza per gli investimenti è l’unico soggetto che può bilanciare un paese alla deriva dove un certa politica sa soltanto “regalare” e i cittadini soltanto “aspettare un regalo”. Basta con lo Stato che regala, è tempo di uno Stato che investe e rafforza così il paese. Lo dobbiamo a noi e ancora di più alle prossime generazioni.
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