Lo sguardo sull’unico mondo nel quale viviamo si smarrisce. Intero, globale, il mondo è invaso da un virus, dove più dove ancora meno, ma la pandemia sembra alle porte. Anche se è virus letale in piccolissima percentuale, la sindrome immunitaria si è scatenata, le economie del mondo stanno andando a ramengo e nessuno può prevedere l’evoluzione delle crisi. Molte città semideserte, tutti in casa; la confusione nelle decisioni, in Italia, “paese-guida”, ma forse presto dappertutto, è clamorosa. Non si può tenere tutto aperto, ma non si può chiudere tutto, non gioca la serie A, ma gioca la serie B, tanto per fare un esempio reale, sempre la salvezza delle maledette élites…!!. Ma non voglio aggiungere altro, e peraltro non ci sono parole: per dire che cosa? Forse solo per scoprire che le tecnologie e le medicine non ci immunizzano da tutto, e che resta qualcosa nella vita alla mercé di una cosa ignota che d’improvviso si manifesta e tutto va in tilt, proprio tutto, e ci troviamo insicuri, prede della paura. Riscopriamo che possiamo morire, ce ne stavamo dimenticando.
Ma volgiamo altrove lo sguardo, a Lesbo, o al confine greco-turco, o nei paesi dai nomi impronunciabili di una Siria insanguinata. Ma a Lesbo soprattutto, per quei maledetti video che d’improvviso ci pongono tutti dinanzi a una scena che si potrebbe intitolare alla fine dell’umanità, al suo raccogliersi in una violenza primordiale. Respinti in mare, i profughi, con una feroce determinazione, mai vista. È l’Europa che lo fa, rappresentata dalle guardie costiere greche che si allenano ad impedire l’attracco dei barconi, e si vedono braccia sollevate al cielo in una invocazione impossibile e disperata. Anche qui domina la sindrome immunitaria, senza voler far paragoni tra vicende tra loro lontanissime. Ma anche qui vogliamo essere immunizzati da qualcosa di alieno, una sorta di virus in forme umane che viene da fuori. Non vogliamo accoglierlo nel nostro corpo, le guardie costiere sono il vaccino giusto.
La filosofia politica parla problematicamente di “democrazie immunitarie”, il pensiero talvolta coglie l’aspetto unitario di fenomeni lontanissimi tra loro. Per fare niente altro che farci riflettere sulla condizione umana, oggi, in un mondo dove tutto, proprio tutto, è globale.
(questo articolo con il consenso dell’autore è stato ripreso dal sito https://www.ragionepolitica.it)
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