Domenica 8 ottobre si vota per le elezioni regionali in Baviera e in Assia: cinque anni fa furono elezioni dalle conseguenze pesantissime, ed è probabile che lo saranno anche stavolta.
Per capire come mai le elezioni regionali in Assia e in Baviera del mese prossimo sono così importanti basta ricordarsi cosa successe alle precedenti, cinque anni fa.
Le Landtagswahl bavaresi del 2018 sancirono l’inizio di quell’inarrestabile onda verde che travolse la politica tedesca e che ha condotto i Grünen al governo, come secondo partner – in ordine di grandezza – dell’attuale coalizione semaforo. Quelle in Assia invece ebbero un significato simbolico forse ancora maggiore: dopo il risultato non esaltante ottenuto dalla CDU Angela Merkel comunicò ufficialmente che non si sarebbe ricandidata né alla guida del partito né a quella del Paese, sancendo così definitivamente la fine di un’era.
A cinque anni di distanza non c’è una Cancelliera da congedare e i Verdi hanno un bel po’ di problemi. Uno dei punti da tenere d’occhio sarà proprio il risultato degli ecologisti, o per essere più precisi quanto perderanno rispetto al 2018, soprattutto in Baviera. Il 17% abbondante di allora fece gridare al miracolo, e rese evidente a tutti gli osservatori – anche quelli più recalcitranti – che la vera storia da seguire era quella dei Verdi, ma la situazione adesso è profondamente diversa. I Grünen non sono più una forza emergente, ma un pilastro ormai consolidato dello scenario politico tedesco, un partito che sembra esser riuscito a sedersi al tavolo dei Volksparteien, i partiti di massa. Non si può dire però che i due anni di coabitazione con SPD e FDP al governo del Paese gli abbiano fatto bene. Spesso protagonisti di estenuanti scontri con i partner di coalizione, solitamente quelli liberali, e talvolta messi all’angolo dalle triangolazioni di Olaf Scholz e Christian Lindner, i Verdi sanno che ripetere l’exploit di cinque anni è impossibile. I sondaggi li vedono intorno al 14%, che certo non è male ma son sempre quattro punti in meno, e soprattutto sono probabilmente ormai rassegnati a perdere lo status di secondo partito del Land. Davanti a loro, seppur di poco, si piazza nelle rilevazioni AfD, vera protagonista dell’estate politica tedesca che a livello nazionale si sta assestando su un 20% stabile.
Sondaggio Wahltrend del 5 settembre, nelle colonne dai colori più accentuati. e confronto con i risultati del 2018. (Fonte: dawum.de)
Un altro partito da tenere d’occhio in Baviera sono i Freie Wähler, gli “elettori liberi” partner di governo della CSU. I sondaggi li danno in crescita, ma negli ultimi giorni il loro leader Hubert Aiwanger, vice-Ministerpräsident e Ministro dell’Economia nel gabinetto guidato da Markus Söder, è stato al centro di furiose polemiche. La Süddeutsche Zeitung ha scovato un vecchio pamphlet pieno di contenuti antisemiti il cui autore sarebbe stato proprio Aiwanger a 17 anni, e la cosa ha ovviamente scatenato un putiferio. Aiwanger ha dichiarato che in realtà l’autore sarebbe stato suo fratello, ma sembra che anche lui sia stato coinvolto nella diffusione dello scritto fra gli studenti della sua scuola. Come potete immaginare un’accusa di questo tipo non viene presa alla leggera in Germania, e il rischio di un crollo di popolarità è reale. Per ora Aiwanger può restare al suo posto, ha confermato Markus Söder, che però ha preteso spiegazioni esaustive in forma di risposta a 25 domande.
E poi naturalmente c’è lui, il Ministerpräsident in carica e leader della CSU, Markus Söder. Il capo dei conservatori bavaresi sa benissimo che il punto della questione, in Baviera, non è se la CSU arriverà prima, ma di quanto. Il 37% dell’altra volta venne vissuto come una catastrofe, eppure negli anni seguenti Söder è riuscito ad accumulare un capitale politico di tutto rispetto, anche grazie a un posizionamento particolarmente efficace ed apprezzato durante la pandemia. È chiaro che stavolta si punta a tornare quantomeno sopra il 40%, anche se sarà molto difficile, ma il capo della CSU è consapevole che la tortuosa strada che potrebbe condurlo alla candidatura alla Cancelleria passa necessariamente da un gran risultato domenica 8 ottobre.
Negli ultimi mesi la sua strategia è stata piuttosto chiara: sfruttare le difficoltà della coalizione semaforo a livello nazionale per picchiare come un matto contro i Grünen. Fra aperture al nucleare, foto con in mano vassoi debordanti di salsicce e accuse di integralismo proibizionista, Söder è ormai diventato uno specialista di Grünen-Bashing. Se da un lato sembra quindi essersi spostato parecchio a destra, andando a caccia di voti più tradizionalmente conservatori, dall’altro questa tattica conferma come il capo della CSU veda nei Verdi i suoi veri competitor per il centro dello scenario politico.
Sono però pronto a scommettere che, se la CSU ottenesse davvero un risultato superiore al 40%, la strategia di Söder muterebbe, e assisteremmo a un progressivo abbassamento dei toni contro i Grünen, chiaramente in prospettiva del percorso che porta a Berlino, con l’idea di diventare sempre di più la vera personificazione del Mitte, il centro politico tedesco, ben più di un Friedrich Merz – capo della CDU – di cui i tedeschi sembrano continuare a non fidarsi del tutto.
E sono pronto anche a un’altra scommessa: se la CSU prende più del 42%, Markus Söder sarà il prossimo Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca. Su questa cosa c’è già una birra in palio con tre miei colleghi, fatemi sapere se volete partecipare anche voi.
Se in Baviera è come da tradizione fuori dai giochi, in Assia la SPD potrebbe avere qualche chance in più. I socialdemocratici hanno scelto un peso massimo per cercare di strappare la guida del Land alla CDU: Nancy Faeser, attuale Ministra dell’Interno nel governo di Olaf Scholz e figura di primissimo piano del partito locale.
Difficile dire se una candidatura così rilevante riesca a sortire l’effetto sperato. Nei sondaggi la CDU rimane avanti di parecchi punti, e l’eventuale coalizione preferita da Faeser per il governo del Land – un semaforo con Grünen e FDP, proprio come a livello nazionale – rischierebbe di presentare a Wiesbaden gli stessi problemi che ci sono a Berlino. I Verdi dell’Assia sono da sempre fra i più realisti e pragmatici del Paese, tanto che al momento governano la regione insieme ai conservatori, quindi magari ci sarebbero meno screzi con i liberali, ma il problema è numerico: i sondaggi vedono Grünen e FDP in drastico calo, e non è detto che si riuscirebbe a mettere su una maggioranza stabile.
Sondaggio del 30 agosto a confronto con i risultati della scorsa tornata elettorale: cresce la CDU, così come la SPD seppur di pochissimo. Calano molto i Verdi e i liberali rischiano di finire fuori dal Landtag. AfD potrebbe diventare terza forza nella regione. (Fonte: dawn.de)
Un ulteriore aspetto che indebolisce la candidatura di Faeser è proprio quello che, probabilmente, ha portato alla sua nomina: il fatto cioè di essere Ministra degli Interni in carica. In caso di vittoria Faeser lascerebbe naturalmente l’incarico a Berlino, ma in caso di sconfitta pare di no. E in politica non è mai una buona mossa far vedere che si ha un piede in due scarpe, o due poltrone su cui accomodarsi, perché si lascia l’impressione di non tenerci davvero né a una né all’altra.
La sua campagna elettorale è stata inevitabilmente limitata dagli impegni connessi al suo ruolo nel governo federale, e proprio in questi giorni le è piovuta in testa un’altra tegola: alcuni comizi a cui doveva partecipare Olaf Scholz a sostegno della sua candidatura sono stati cancellati perché il Cancelliere si è fatto male mentre faceva jogging – che è poi la ragione per cui questa settimana state vedendo un sacco di foto di Scholz con una benda da pirata sull’occhio destro.
Lascia un commento