La prima volta che andai a votare per le politiche fu l’unica in cui non mi tappai il naso.
Scrissi sulla scheda: “Il potere nasce dalla canna del fucile”.
Avevo ventidue anni, esattamente mezzo secolo fa, non l’ho più fatto.
Erano queste le mie convinzioni e non mi importava un fico del quadro politico generale, dell’effetto di annullare la scheda, chiunque avrebbe vinto avrebbe fatto poca differenza, solo la rivoluzione poteva introdurre il vero cambiamento e la rivoluzione non si fa con la scheda, ma con il fucile, appunto.
Quant’è bella giovinezza …
Poi un lungo periodo dedicato invece alla ricerca di chi fosse più vicino a me o io a lui, microscopio, analisi, distinzioni, spaccamento del capello in quattro per trovare l’affinità politica e, inutile dirlo, votare GIUSTO.
Anche in questo periodo considerazione del quadro generale zero, cercavo quella forza che la pensasse come me, se avesse preso cinque voti non mi importava, qui già cominciai a tapparmi mezza narice.
Ormai negli anni ’80 presi ad accorgermi che le elezioni qualcuno le perde e qualcuno le vince e dopo governa lui e che avere come capo del governo Flaminio Piccoli o Enrico Berlinguer non sarebbe stata poi la stessa cosa, ma anche allora prevaleva la ricerca della frazione GIUSTA di sinistra che poi sarebbe stata ovviamente quella che la pensava come me. Anche qui poco importava che avesse sottratto voti all’unico che aveva qualche speranza di vittoria, l’importante è che fosse quella GIUSTA.
Comunque ormai una narice era interamente tappata.
Poi ci fu la strategia della tensione, i tentativi di colpo di stato, gli attentati fascisti, tangentopoli, quindi iniziò l’era Berlusconi. Ecco, da allora, le narici me le sono tappate tutte e due ed ho continuato a farlo e credo anche che sia la cosa più giusta da fare, il giorno del voto.
Prendiamo le prossime del 25 settembre.
Dovrebbe essere chiaro, o almeno lo è per me, che una della destre più cattive d’Europa non è uguale ad una Sinistra della quale anche si potesse dire tutto il male possibile.
Ci rendiamo conto che la leadership di Fratelli d’Italia, non ha mai fatto in nessuna forma i conti con il proprio passato, anzi candida spesso vecchi arnesi di fede fascista, alcuni dei quali si arrapano indossando costumi delle SS?
La loro leader ha come riferimento i franchisti di Vox cui va a tenere infiammati comizi, senza che nessuno di quelli che per le riforme di Renzi parlarono di “deriva autoritaria” si scandalizzi. Altri riferimenti comuni anche al versante leghista sono, oltre alle ambiguità filo putiniane, l’ammirazione per Orban e per il regime catto integralista polacco.
Se vincono non verrà instaurato alcun fascismo, ne sono arciconvinto, ma si tenterà di imprimere all’intero sistema una curvatura di tipo ungherese: uno solo che ha in mano tutto. Scusate se è poco.
Lo strumento principale sarà la riforma costituzionale in senso presidenzialista.
“Presidenzialismo” è il titolo, non è un pericolo in sé, ma se avranno la maggioranza il libro lo scriveranno loro con lo spirito che li contraddistingue. Non c’è affatto da stare tranquilli.
Tutti i diritti legati al corpo della donna, per fare un esempio tra i tanti, ed alla libera espressione della propria sensibilità saranno a rischio.
Quello che per noi è rispetto delle diversità, per loro è lotta contro le “devianze”.
Tutte le proposte del loro programma contengono un messaggio subliminale: “Legge e ordine, ma tu potrai fare come cazzo ti pare” (Niente obbligo vaccinale, né green pass …).
Viatico italiota che spopola: il presidente lo eleggo io, ma poi le cartelle esattoriali non le pago …
Ora quindi è sbagliato considerare, come fanno molti, il momento del voto quasi come quello della scelta della donna per la vita.
Il momento del voto, mi spiace, ma è il tentativo della riduzione del danno.
Rimanere indecisi per la paura di sbagliare a capire chi è quello più vicino alle tue idee, il problema non è questo, ma è individuare quella forza che ha le maggiori possibilità di impedire che la destra vada al governo.
Voto utile? Certamente.
D’altra parte il contrario di voto utile è voto inutile e non mi sembra il caso.
E’ essenziale capire che l’interesse dei cittadini elettori di “sinistra” non è affatto lo stesso dei leaders di “sinistra”.
Mi spiego, o almeno ci provo.
Per noi cittadini elettori di “sinistra” (quelli che vedono la differenza tra un governo Letta ed un governo Meloni, non ha tutti purtroppo è chiara) la scelta di come votare dovrebbe essere basata sulla necessità di impedire l’accesso al governo del trio Meloni-Salvini-Berlusca, è questa la cosa principale.
Per un leader i sinistra che non guidi il partito più consistente l’obiettivo principale è invece un altro: uscire dalla competizione rafforzato rispetto a prima (un +0,5% sarebbe manna dal cielo), e questo lo vogliono tutti leaderoni e leaderini così, in campagna elettorale, nasce la guerra intestina per soffiare voti al compagno di banco. E’ chiaro che Calenda cerca i voti del PD e non quelli della Meloni e così gli altri.
Ed è altrettanto chiaro che noi elettori di sinistra ed i leaders di sinistra non abbiamo l’identico obiettivo. E’ anzi evidente che i due interessi sono fra loro dissonanti e contrapposti.
Un conto è votare per impedire la vittoria della destra un altro è farlo per ingalluzzire Calenda perché ha preso un voto in più di Renzi.
Quindi giocoforza per raggiungere il nostro obiettivo le regole elettorali dicono che il voto al partito che ha più voti è quello che ha le maggiori probabilità di impedire l’accesso della destra a palazzo Chigi.
Se è necessario turarsi il naso per raggiungere questo obiettivo, che certo è più importante di far inorgoglire Renzi su Conte e Conte su Calenda, fate come me, tappatevi il naso.
Scegliere il migliore e perdere non è il massimo.
Marco Zanetti
la formula del “turarsi il naso” fu brandita da Montanelli, ma prima di lui, e più elegantemente (“stringetevi fortemente il naso”) fu coniata da un personaggio del calibro (valore) di Gaetano Salvemini (era 1l 1953)