Che bella foto circolava già da ieri a Firenze. Tre facce paffute e sorridenti per dire, in sostanza, una cosa sola: cari elettori, ancora una volta siamo riusciti a prendervi per il cul…ops, in giro. Hahahaha!
Ride infatti il governatore toscano Giani Eugenio. Ride la candidata sindaco PD Funaro Sara destinata al ballottaggio con lo sturm truppen Eike Schmidt, e ride pure rotonda, ma con quale coraggio, la Saccardi Stefania, evidentemente soddisfatta di averla data via subito e gratis. La coerenza o la credibilità che ne consegue, voglio dire. Cosa diavolo avete capito?
Gratis si fa per dire, perché aver tradito gli elettori renziani di Italia Viva le consente di conservare poltrona e stipendione di vicepresidente della regione. Mica briciole.
Saccardi si era presentata come candidata riformista in alternativa allo scellerato PD di Elly Schlein, che con un golpe aveva scelto l’ancella Funaro abolendo le primarie. E ora eccola invece avvinta alla rivale, baci in bocca e dichiarazioni ributtanti: “Io sempre nel campo della sinistra”. Sinistra? Certo, ma intesa come aggettivo, ossia terrificante.
Ok, gli elettori hanno trombato la lista Renzi inclusa Saccardi. Ma come terza forza sarebbe stata un interessante, condizionante ago della bilancia al ballottaggio tra i due estremi. Renzi avrebbe potuto trattare come sempre si fa al mercato delle vacche elettorale. Chi tra Funaro e Schmidt offre di più per avere i miei voti e vincere?
Di solito si fa così, all’incirca, anche se poi il voto va dove crede. Invece la resa immediata e senza condizioni di Saccardi ha lasciato Renzi in mutande. E a quel punto Italia Viva non ha potuto altro che dire ai propri elettori liberi tutti, votate come vi pare.
In altri termini, ha vinto il ricatto PD al governatore Giani: vuoi essere ricandidato alla scadenza del 2025? Allora devi solo spiegare a Saccardi che se non si dichiara subito per Funaro la sbatterai a calci via dalla vicepresidenza. Detto fatto. La minaccia era implicita nel cortese invito recapitatole dal governatore a mezzo stampa, perché tutti sapessero.
Come l’abbia presa Renzi un po’ si sa e un po’ si può immaginare. Al tonfo elettorale si aggiunge ora l’impotenza, la consapevolezza dell’ininfluenza. La partita del ballottaggio si giocherà senza l’arbitro voluto dagli elettori.
Non si sa, ma si può sospettare, che Saccardi non abbia conservato solo la poltrona in regione. La sua sfacciata dichiarazione d’amore per Funaro è stata probabilmente contrattata. Dopo aver detto peste e corna del suo programma e della gestione Nardella, di cui Funaro è stata parte attiva, per rimangiarsi tutto avrà chiesto come minimo un assessorato se non la seggiola di vicesindaco. Che non conta nulla, ma fa sempre tanta tenerezza.
Comunque lo si vedrà presto. Ma anche ammesso che Funaro batta Schmidt, dovrà poi vedersela con gli alleati verdi e post-comunisti (quelli che hanno mandato in Europa Ilaria Salis), che dei renziani non vogliono saperne. E pure se fossi Giani non sarei tranquillo per la ricandidatura. In politica le promesse di oggi valgono quanto le bugie di un bimbo.
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