Il 2024 è stato definito “il maggior anno elettorale della storia”, con 4 miliardi di cittadini di 76 Paesi al voto, comprese le Europee di giugno appena svolte e le future presidenziali USA di novembre.
Se c’è un dato innegabile uscito dalle urne è che la destra è forte dappertutto in Europa. Un dato che ci dice che i popoli non hanno apprezzato alcune politiche europee: quelle troppo aperte sull’immigrazione, quelle radicali e troppo ideologiche sulla lotta al cambiamento climatico, forse anche quelle che seguono supinamente quell’ideologia Woke, dogmatica, intollerante e censoria. Certamente gli europei non sono favorevoli a una guerra che li coinvolge.
Una scelta a destra che previene anche future decisioni, ad esempio sul tema della casa (tema che impatta soprattutto noi italiani, i più numerosi proprietari di immobili in Europa). Politiche sganciate totalmente dai risultati economici ottenuti.
E non è un caso che Emmanuel Macron in Francia, sia stato vinto nei voti da Marine Le Pen che ha puntato sul tema dei migranti, o Olaf Scholz in Germania, insieme ai partiti di governo, sia crollato anche a causa della recessione causata dall’aumento dei prezzi dell’energia per le politiche green.
Nel nostro piccolo orticello fiorentino, ormai da anni lontano e indifferente a quello che accade fuori dai suoi confini, una “Frittole” dei giorni nostri, gli elettori hanno mandato al ballottaggio i candidati Sindaco del PD e il civico appoggiato dei tre partiti di Governo del centro destra.
Potrebbe essere un risultato soddisfacente per il centrodestra: il PD, ormai partito di potere a Firenze, città dove il principale strumento democratico dell’alternanza è percepito come offensivo al sistema, dopo due mandati viene mandato al ballottaggio.
Eppure il risultato del Sindaco uscente alle europee lascia sconcertati per abbondanza di voti. Credo che questo risultato eccellente, ma faccio solo delle ipotesi, sia dovuto al radicamento del PD sul territorio, al lavoro di squadra, alla lungimiranza dei vertici di partito locali e alla capacità di aver creato una struttura di relazioni nel tempo, forti dell’ingaggio che possono fornire. Un “tutti per uno” che va oltre le simpatie per il candidato e i suoi reali risultati politici ed economici sulla città.
Anche dalle elezioni fiorentine emerge che il partito degli astenuti è in aumento e appare sempre più determinato, ma anche sempre più legittimato e condivisibile nelle sue motivazioni. La politica fiorentina degli ultimi 10 anni è stata distante dal bisogno del cittadino, di qualunque età.
Un cittadino inascoltato, reso più suddito, più solo, più disorientato, occupato a sopravvivere nella frenesia e nell’ ansia del vivere quotidiano.
Il resto dei voti se lo sono suddiviso principalmente tra Funaro, in numero maggiore, ed Eike con un discreto risultato per essere un outsider del sistema.
Funaro imposta dal Sindaco uscente non ha brillato per idee e carisma. Ha una storia familiare importante e questo in una città piccola e provinciale è un grande vantaggio personale, ma non si percepiscono i suoi meriti politici né si riesce a intravederli nel futuro prossimo.
Soprattutto ha condiviso l’azione politica fino ad oggi con la Giunta uscente ed è lecito domandarsi come mai le tante proposte fatte dalla candidata in campagna elettorale non abbiano mai trovato applicazione in questi ultimi anni.
Eike ha all’opposto una storia professionale di grande rilevanza e gode di una forte stima internazionale. Le sue relazioni internazionali potrebbero essere un plus per la città, ma sia per problemi di accento sia per provenienza, la sua comunicazione in pubblico può essere percepita come poco efficace per il fiorentino medio. (Principalmente per una gestualità e un ritmo del linguaggio verbale diversi dal nostro). Sicuramente Eike è più efficace nella relazione interpersonale, nella quale emerge la sua empatia, piuttosto che nella comunicazione ai grandi numeri, attraverso i media, in cui viene percepito più lento nel dialogo.
Le elezioni fiorentine hanno però una caratteristica distintiva che si ripete ogni 5 anni: la lotta al fascismo. Come se il tempo si fosse fermato al 1945. Seppur siano passati quasi 80 anni e la lotta al fascismo rappresenti un ricordo certamente da difendere, ci si chiede come sia possibile vivere in una distorsione temporale psicotica in cui quel passato viene percepito come attuale. So con certezza che nessuno dei più intelligenti uomini o donne della sinistra fiorentina crede in questa psicosi antifascista, ma resta l’ arma migliore e più utile per condizionare le masse acritiche verso un nemico immaginario che ogni quinquennio si palesa con forza per poi sparire improvvisamente dopo le elezioni.
Questa drammatizzazione che influenza le menti più influenzabili, non giova alla democrazia e non dà alcun beneficio alla popolazione fiorentina. La psicosi antifascista ha la conseguenza di nascondere sotto il tappeto le reali necessità dei cittadini, dimenticate e sostituite dalla lotta, anche violenta verbalmente, nei confronti un fantasma ormai sfinito e abusato.
In realtà L’elettore, come il cliente, ha sempre ragione.
Sarà però interessante osservare come i grandi temi completamente trascurati in questi ultimi 5 anni, sicurezza, casa, traffico, Stadio, decoro, sviluppo economico, movida, welfare, cultura, verranno affrontati da chi siederà in Palazzo Vecchio.
E sarà interessante osservare come Saccardi e credo parte di IV, che ha dichiarato il suo sostegno al PD, potranno essere credibili dopo aver fatto campagna elettorale contro i temi forti del PD e la candidata Sindaco del partito di centro sinistra.
Chiudo con un dialogo tratto dal bel film di Clint Eastwood The Mule, da lui diretto e interpretato a 90 anni. C’è una scena in cui Clint prende in giro il politicamente corretto. Clint uomo di destra, a 90 anni sa che può dire quello che vuole e lo fa con il sorriso prendendo in giro i buonisti.
Guidando il suo furgoncino nel deserto, Clint si accorge che una famiglia di neri ha la macchina ferma sul ciglio della strada ed è in difficoltà.
“Che succede? Posso dare una mano?”
“Una gomma si è bucata e volevamo chiamare l’Assistenza ma qui il cellulare non prende.”
“Ehh questa generazione non sa aprire una lattina senza consultare internet, ma se volete ci penso io. Vi indico io come fare.”
“Grazie signore.”
“Mi fa sempre piacere aiutare voi negri!”
“Ehm signore noi preferiremmo essere chiamati “neri” o persone, lo troviamo più rispettoso.”
“Ma sì, neri negri l’importante è darsi una mano! Allora, dov’è la ruota di scorta?”
Un dialogo che lancia un messaggio: Non è importante che tu sia di destra o sinistra, che ti dichiari conservatore o progressista, liberale o socialista, la cosa veramente importante è che tu sia una brava persona, gentile e che vuole aiutare.
Tutto dipende sempre dal tuo cuore, dall’intento a far bene. L’importante alla fine è fermarsi e dare una mano.
luciano
Una partita aperta, quella fiorentina..