Onore al merito. La Nazione, Il Giorno e il Resto del Carlino hanno riscoperto un’attitudine, quella dell’inchiesta giornalistica, che è sempre più rara nei nostri giornali, soprattutto di questi tempi. Il tema è quello del numero degli occupati che, prendendo spunto dai dati Istat di qualche settimana fa, venivano dati in crescita. La pubblicazione fece scattare come una molla la maggioranza di governo che inondò giornali e tv di dichiarazioni e comunicati dove, con soddisfazione, si sottolineavano come quei numeri dimostrassero, senza ombra di dubbio alcuna, che le scelte del governo, decreto dignità in testa, stavano dando risultati molto positivi, alla faccia dei tanti che avevano avanzato critiche.
La raffica di interventi venne ovviamente ripresa da tutti, quasi sempre senza nessun commento. Anche l’opposizione (?) parlamentare brillò per il suo silenzio. A dire il vero sui social in più d’uno avanzò dubbi e perplessità, non sui numeri ma sulla loro interpretazione. Com’è possibile, era la domanda ricorrente, che in un’economia che non cresce e che quotidianamente vede la crisi di aziende piccole e grandi, l’occupazione risulti in crescita? In effetti non è possibile e la spiegazione viene proprio dall’inchiesta giornalistica ricordata che riprende e sviluppa, con interviste, articoli e commenti, uno studio dell’Associazione Lavoro e Welfare dell’ex ministro Cesare Damiano sull’andamento della cassa integrazione dal 2012 ad oggi. Scrive Raffaele Marmo:
“I numeri hanno la testa dura e per quanto possano essere piegati alla propaganda e alla strumentalizzazione di partito, presto o tardi si vendicano. E così è anche per quanto riguarda le cifre e le percentuali sbandierate come verità assoluta dal capo grillino sulla scorta delle più recenti rilevazioni mensili dell’Istat. Eppure, nessuno meglio del Ministro del lavoro e dello Sviluppo economico dovrebbe sapere cosa c’è dietro quei numeri e perché non sono così buone come vengono spacciati. Proviamo a raccontarlo noi. Per cominciare non tengono conto dei cassaintegrati a zero ore: per l’Ista sono occupati a tutti gli effetti , nella realtà sono a casa senza lavoro. Ebbene, si da il caso che nell’ultimo semestre abbiano raggiunto quota 140mila. Dal 2012 al 2018 erano sempre calati. Non basta. Non rientra nelle cifre dell’Istat, ancora, il calo costante e crescente delle ore lavorate pro-capite…Ma non è finita. Al conteggio delle persone disoccupate nei fatti ma che non lo sono nelle statistiche dell’Istat, mancano quelle che svolgono attività ultra-precarie. A marzo di quest’anno le prestazioni occasionali sono cresciute del 46,2%”.
Parole finalmente chiare. L’ennesima dimostrazione che, come amava ripetere un senatore americano, “ciascuno ha diritto alle proprie opinioni, non ai propri fatti”.
E’ l’ora di farla finita con le fake news in salsa 5Stelle. Ma soprattutto è l’ora di farla finita con la sudditanza psicologica causata dall’aggressività dei 5Stelle. E’ in virtù di quell’aggressività che da più parti si tende ad evitare di replicare con numeri e fatti a lor signori. Sarà un caso ma è notizia di questi giorni che dalla prossima stagione radiofonica Radio24 non manderà più in onda la trasmissione di Oscar Giannino, un giornalista che magari non sarà simpaticissimo ma che certo non le mandava a dire a nessuno, sempre documentando le sue tesi con numeri e cifre.
Mai come ora abbiamo bisogno di verità.
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