Non si parlano ma poi, spesso, finiscono per fare le stesse scelte. Così almeno è successo nelle ultime elezioni regionali. In Sardegna e in Abruzzo, Italia Viva e Azione facevano parte della stessa coalizione. Nel primo caso un’alleanza di centro per Soru presidente, nel secondo un’alleanza di centro sinistra, anzi di campo largo, a sostegno di Luciano D’Amico.
Stessa cosa sembra avverrà in Basilicata. Tutti e due i partiti appoggeranno il candidato del centro destra, Vito Bardi.
Tre elezioni, tre alleanze diverse. Sia chiaro. La cosa in linea di principio non scandalizza. Quello che invece scandalizza è il modo come è avvenuto e sta avvenendo l’appoggio ad ognuno dei tre candidati. Sarebbe infatti del tutto normale che Renzi e Calenda, che praticamente su tutti i principali problemi di politica interna e estera la pensano allo stesso modo, concordassero alcune richieste e poi insieme le presentassero al candidato presidente più vicino alle loro idee. Invece non lo fanno per ragioni che attengono esclusivamente a questioni personali. Così trattano singolarmente con la conseguente ridottissima possibilità di incidere sulle scelte e gli indirizzi delle varie alleanze.
Ora, siccome non si deve mai fare lo sbaglio di pensare che gli altri siano fessi, perché ovviamente fessi non sono, vuol dire che a loro, ad entrambi, non interessa incidere sulle scelte ma interessa lo spazio, o per dirla in modo più chiaro, i posti che possono ottenere in cambio del loro appoggio. Si dirà che anche per questo aspetto poco nobile della politica, mettendosi insieme potrebbero ottenere di più. Il che è vero, ma poi quel di più chi lo prenderebbe? Quindi meglio quel poco che si può ottenere singolarmente che rischiare di fare il gioco dell’amico-avversario.
Non parliamo poi di +Europa che non ha ancora deciso se accettare o meno le lusinghe, leggasi posti, che vengono dal PD, dal PD, si badi bene, della Schlein.
La domanda allora, come diceva quel tale, sorge spontanea. Ma perché noi convinti liberaldemocratici che da sempre ci arrabattiamo per far crescere nel nostro paese almeno un virgulto liberale dobbiamo andare dietro ed appassionarci alle contorsioni di questi personaggi? Perché con il nostro voto dobbiamo mandarli a rappresentare le nostre idee? C’è chi dice, perché almeno ci sarà una presenza lib-dem. Ma siamo sinceri. Cosa ce ne facciamo di presenze che invece di unire puntano a dividere per mantenere il loro, peraltro piccolo, orticello?
Forse questi signori fanno l’errore che noi cerchiamo di evitare. Pensano che siamo fessi.
Lascia un commento