Di una ecclesia de Vicofaro in Porta Lucense, dipendente dalla cattedrale di Pistoia, si ha notizia nel secolo XII, ma è nel secolo XXI che questa chiesa fa parlare di sé in ambito nazionale. Soprattutto quando è strumentalizzata dalla propaganda razzista. Da alcuni anni il suo parroco, Don Massimo Biancalani, ha deciso di accogliere tanti diseredati, in modo particolare quelli proveniente dall’Africa arrivati fino a Pistoia dopo aver compiuto viaggi della speranza per sfuggire alla guerra e alla fame. Tragitti da incubo fra mercanti di uomini e dittature sanguinarie soffrendo indicibili pene e salvandosi miracolosamente la vita. Arrivano qui come “clandestini”, da fuori legge, accolti da un clima ostile che comunque è acqua fresca rispetto a ciò che hanno passato. Per queste persone non è previsto il diritto a vivere nel cosiddetto mondo libero. Dovrebbero farsene carico una comunità in teoria civile ed evoluta. Purtroppo, il tema dell’accoglienza da parte dei popoli ricchi e democratici è incredibilmente diventato divisivo. Il muro contro muro ha acuito i problemi e annientato ogni tentativo di soluzione. Ecco che quella offerta da don Biancalani diventa una delle poche risposte “umane”. L’accoglienza del presbitero si è scontrata con due principali problemi: la difficile convivenza tra la comunità parrocchiale e gli immigrati; le difficoltà oggettive di accogliere un alto numero di persone. Ciò ha costretto il sacerdote a ospitare le persone perfino nei locali della chiesa. Tra le proteste dei residenti che hanno costituito perfino in comitato e le ordinanze delle istituzioni che hanno anche comminato multe e minacciato sgomberi coatti, la situazione nel tempo si è inasprita. Il parroco oltre che gestire l’accoglienza si è districato tra avvocati, carte bollate e ricorsi. Ed è diventato perfino un fenomeno mediatico. Non di rado lo vediamo ospite a Rete Quattro, il network di Mediaset più vicino alle istanze contrarie al fenomeno delle migrazioni. Tutto questo gli ha offerto grande visibilità e paradossalmente ha rafforzato la sua immagine. La settimana scorsa il parroco pistoiese si è incontrato a Roma con i vertici di Caritas e Cei. “Conoscono la nostra realtà e ci seguono con affetto” – ha affermato. Questo piccolo presbitero di provincia proprio in questi giorni ha ottenuto il via libera dalle due importanti istituzioni ecclesiastiche per un sostegno concreto all’opera evangelica di cui si rende da anni protagonista tra insulti, perbenismi e strumentalizzazioni politiche. Ciò grazie anche al pontificato di Francesco che non ha mai arretrato nel sostenere i migranti nel loro triste calvario. Unica condizione posta a don Massimo è che ogni decisione futura passi al vaglio del vescovo di Pistoia e della Caritas diocesiana. Nulla osta secondo Biancalani. La Chiesa ha deciso da che parte stare, pur trovandosi difronte ad una reazione sociale avversa. In questa settimana il vescovo di Pistoia, da sempre vicino al “parroco degli ultimi” si è recato due volte a Vicofaro (mercoledì e giovedì) per verificare la situazione di persona e per dialogare con i volontari della parrocchia. Don Biancalani si è dichiarato disposto ad aprirsi alle cooperative che hanno in queste settimane vinto il bando della Sds per decongestionare la parrocchia, mettendo dei paletti: “purché ci sia rispetto e condivisione con chi da anni già presta qui la propria opera volontaria e che non si facciano schedature di alcun tipo dei migranti presenti. Inoltre va evitato – dice il sacerdote – che quando sono finiti i 30 mila euro ci sia il nulla cosmico”. Curioso sapere che lo stesso Biancalani nell’omelia di domenica 24 settembre (giornata mondiale del migrante) abbia stigmatizzato la strategia del logoramento ai fianchi adottato dalle istituzioni e anche dai partiti di destra e sinistra. “Sono peggio di Forza Nuova – ha detto – che si è limitata ad alcuni atti eclatanti e poi è sparita”. Gli altri – sembra dire – sono presenti costantemente per provare a danneggiare questa opera coraggiosa.
No al muro contro muro
Sul tema migranti. E’ dovere di ogni cristiano accogliere chi fugge dalla guerra e dalla fame. La positiva esperienza a Pistoia di Don Biancalani. La Chiesa ha deciso da che parte stare.
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