Firenze com’è: l’immagine è quella di una città schiacciata dal peso di un turismo senza qualità che produce degrado nel centro storico e mancanza di sicurezza per i residenti, sfregiandone l’immagine e offuscando le realtà positive che sono attive nella città.
Le prossime elezioni comunali appaiono importanti non solo sul piano locale ma come test nazionale, e condizionate dalla scelta del nuovo candidato delle forze che governano ininterrottamente la città da trent’anni: Su questi temi abbiamo rivolto alcune domande a Mauro Grassi, fiorentino, economista collaboratore di lungo corso di Solo Riformisti.
Prima di parlare del nuovo Sindaco, cosa pensi dell’ipotesi di un eventuale terzo mandato? Non mi paiono brillanti i risultati di questo secondo mandato (si era esaurito l’effetto Renzi del primo), si sono inseguiti i problemi a seconda degli accadimenti, non c’è stata una chiara strategia di lungo periodo per affrontarli, la vanità ha fatto premio sulla responsabilità come mostrano i rapporti direi di invidia col il Direttore degli Uffizi. Insomma il PD potrà anche candidarlo ma Nardella ha esaurito la spinta propulsiva.
Tutti i Sindaci che arrivano alla fine del loro mandato perdono in qualche modo una spinta propulsiva. E cominciano ad occuparsi di politica ad altri livelli. Lo shock Schlein lo ha spiazzato altrimenti oggi è facile che si parlerebbe di Nardella come “astro nascente” nella politica italiana. Un terzo mandato potrebbe rilanciarlo. Nel qual caso gli suggerirei tre “elementi” di innovazione. Il primo la Giunta. Tutti bravi, impegnati, amici. Ma per Firenze vorrei una squadra di “maggiore livello” di competenza. Il secondo una attenzione più forte ai problemi di decoro e di ordine pubblico e di turismo sostenibile in città. Firenze va trattata come una città serena, elegante e di qualità. Spingendo al massimo la tolleranza zero verso chi la “offende”. Il terzo è quello di puntare di più allo sviluppo di tecnologia, di imprese tecnologiche, di formazione tecnologica e di cultura tecnologica. Lo sviluppo di una piccola città globale sta nel fare i conti con le tendenze innovative del mondo.
Dopo la premessa, tiremm innanz. Tracciamo un profilo di sindaco per Firenze dopo Nardella: quali doti, quali relazioni, quali competenze per misurarsi con una realtà complessa come quella fiorentina?
Vorrei un Sindaco di alto profilo politico o tecnico o culturale. Insomma uno con una forte legittimazione e che, per questo, si sa circondare di collaboratori di alto livello. Firenze lo merita. La città e la fase temporale sono complessi e con tante turbolenze, innovazioni e spunti. Solo uomini o donne di qualità sanno viaggiare in questi contesti senza perdersi.
Come pensano di scegliere, gli attuali dirigenti del PD, il candidato in grado di resistere all’assalto da parte della destra a Palazzo Vecchio? Un candidato espressione dell’attuale maggioranza del PD piuttosto che un candidato espressione della società fiorentina: ricordo la scelta di Mario Primicerio nel 1994 prima della venticinquennale stagione di leader locali del partito scelto dai maggiorenti? Esiste un percorso alternativo in grado di mobilitare elettori stanchi e sfiduciati?
Sono sempre stato a favore delle primarie. Meglio un bagno di cittadini che le stanze segrete di dirigenti, spesso sedicenti, di quei partiti con sempre minori referenze reali e culturali. Ma oggi non so cosa vorrei. Diciamo che se i candidati non sono alti, meglio le primarie, se invece si individua un personaggio di livello allora mi va bene anche lo “scouting” dei partiti. Il meglio sarebbe un sistema di primarie fra personaggi scelti far coloro che hanno dimostrato di fare qualcosa di buono fuori dalla politica o anche dentro battaglie politiche di spessore.
Con quale schieramento si andrà al voto a Firenze: si riproporrà a livello locale la corrispondenza di amorosi sensi tra Schlein e Conte aperta caso mai con aggiunta di strapuntino per Calenda e chiusura netta a Renzi, come chiede Enrico Rossi?
Una grande alleanza fra Conte Schlein Fratoianni etc per decidere il sindaco di Firenze sarebbe deleteria e, secondo me, perdente. Non vedo neppure una alleanza di questo tipo allargata a Renzi e Calenda e Bonino. Aumenterebbe il “rumore di fondo”. La possibilità potrebbe essere o un soggetto alto, al di sopra di tutti, che invita autonomamente partiti, elettori associazioni etc a votarlo su una bozza di programma. Oppure due o tre soggetti di alto livello, scelti da partiti o aggregazioni di questi o associazioni, selezionati da una commissione di saggi, sottoposti a primarie fra tutti i cittadini che vogliono votare.
Non sarebbe nell’interesse della città, una città in evidente stato di sofferenza, una apertura alla ricca trama organizzazioni ed associazioni da quelle datoriali ai sindacati, dal volontariato al terzo settore alla trama di realtà operanti in campo culturale senza una pretesa egemonica della politica tout court? Troppo spesso se n’è fatto uso strumentale, con personalità coinvolte per raccogliere consenso ma scaricate appena si son provate a manifestare disagio e dissenso?
Nella mia visione di scouting di alti personaggi da selezionare attraverso una commissione di saggi e quindi da sottoporre a primarie fra i cittadini le associazioni , di qualunque tipo, avrebbero lo stesso ruolo dei partiti. Individuare “un buon cavallo” e sottoporlo a selezione e quindi a primarie. Quindi avrebbero un ruolo importante nella misura in cui lo sapessero esercitare.
Di solito i programmi sono un elenco di buone intenzioni che restano sulla carta: dovesse essere Mauro Grassi il candidato quali sarebbero le priorità sulla quale impegnarsi per arrivare a concreti risultati e segnare un cambio di passo per Firenze? Per superare la cultura della paura, del NO a prescindere che blocca qualsiasi intervento che alteri la realtà? Per sbloccare una città che vive di rendita.
Il mio programma sarebbe un grande SI. Alle infrastrutture, alle innovazioni, al cambiamento.
Il tutto misurato con analisi costi benefici e con il principio della sperimentazione. Si “prova a fare” una cosa e poi si vede se tenerla e come cambiarla se non funziona o nelle parti dove non funziona. Basta battaglie ideologiche sul nulla. Sui contenuti li ho suggeriti prima: ordine e decoro, turismo di qualità (nei limiti del possibile), attenzione alle tecnologie per la produzione e per la qualità della vita ed ovviamente, dato il mio attuale ruolo, tanta attenzione all’ambiente visto come fattore di nuovo sviluppo e non di paura e di immobilismo.
Una ultima domanda: pare scomparso in questi anni il tema del rapporto tra Firenze e la Toscana, è una questione sorpassata, vecchia o è un tema da recuperare? e se sì, sotto quali aspetti? A Firenze, per le sue élite quello che conta è ciò che avviene all’interno dei viali di circonvallazione, sulle mappe al di fuori di quell’anello sta scritto HIC SUNT LEONES… Mi rattristo a pensare alla città metropolitana, alla integrazione dei territori oggi quando i villici che si recano al lavoro a Firenze con i pullman, il mezzo di trasporto collettivo, vengon fatti sbarcare a Viale Guidoni e caricati sulla tramvia.. Tu che fai vita da pendolare, sai cosa comportano queste rotture di carico.. ma così facendo, il mezzo privato scorre meglio sui viali …
Se potessi scioglierei il comune di Firenze e farei un solo comune metropolitano. La separazione fra “centro” e “contorno” è costata tanto e costa tuttora alla qualità della vita e dello sviluppo della comunità fiorentina. Dobbiamo finirla con l’imperialismo di Firenze e con la “bricsizzazione” dei comuni contermini. La città metropolitana di Firenze , insieme alla Regione, lotta per restare nella parte alta del mondo. Non è più tutto così scontato. C’è da rimboccarsi le maniche e da agire tutti uniti. I segnali di cedimento della Toscana non ammettono rilassamenti e menefreghismi. E’ l’ora di tirare fuori l’ingegno fiorentino e toscano per usarlo e non solo per venderlo ai turisti come “cimelio di un passato glorioso”.
Luigi
l’intervista con Grassi mi pare importante ed innovativa solo nell’ultima domanda. le precedenti sono…ordinarie. Firenze, capitale riconosciuta della Toscana deve smettere di essere autoreferenziale altrimenti morirà di turismo e di smog. Ha l’area metropolitana a disposizione.