Dal 1999 al 2002 ho lavorato per le Nazioni Unite e insieme al responsabile regionale UNMIK David Mitchels nell’ estate del 2002 avevamo trattato e raggiunto un buon compromesso che evitava il boicottaggio e consentiva la partecipazione della comunità serba di Mitrovica alle elezioni comunali; il nostro interlocutore era il dott Marko Jaksic leader piuttosto intransigente dei serbo kosovari.
Il compromesso fu bocciato dalla miopia politica dall’ Ambasciatore Michel Steiner capo della Missione ONU in Kosovo e in precedenza Consigliere Diplomatico del cancelliere tedesco Schroeder.
Sono passati più di 20 anni e sembra di essere sempre a quel punto. L’ Unione Europea non è riuscita a mediare in modo efficace.
Senza una vera politica estera basata su decisioni a maggioranza l’ Europa non solo non può affrontare le sfide globale, ma neppure la polveriera dei Balcani.
Sempre in Kosovo – come dimostra il comunicato riportato di seguito – un ruolo molto importante di dialogo è stato svolto dalla comunità del bellissimo monastero serbo ortodosso di Decani guidato dall’ Abate Sava Janic.
La comunità monastica dal lontano 1999 ha ottimi rapporti di amicizia con il contingente italiano della NATO che dal 1999 protegge e supporta l’ attività dei monaci.
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Comunicato del Monastero di Visoki Dečani (in Italiano 🇮🇹)
Negli ultimi 24 anni, il Monastero di Visoki Dečani è stato sotto la protezione della KFOR, garantita principalmente dai militari italiani. Vogliamo esprimere la nostra sincera gratitudine per tale protezione. Senza i soldati della KFOR, la vita normale sarebbe risultata per noi insostenibile, in seguito ai quattro attacchi estremistici post-bellici e alle difficili circostanze che abbiamo affrontato dopo il conflitto armato in Kosovo nel 1999. Per i significativi contributi alla protezione dei siti cristiano-ortodossi in Kosovo, nel 2005 le Forze Armate italiane sono state onorate con il più alto riconoscimento della Chiesa Serbo-Ortodossa: la Medaglia di San Sava.
Auspichiamo che i deprecabili incidenti, scoppiati durante le recenti proteste nel Nord del Kosovo, non dovrebbero intaccare le solide relazioni storiche tra il popolo serbo e quello italiano.
Le proteste di ieri hanno provocato feriti tra soldati italiani e cittadini serbi. È fondamentale comprendere che queste proteste non erano dirette contro la KFOR, ma contro l’occupazione forzata delle municipalità serbe del Nord, da parte della polizia kosovara pesantemente armata. L’Esercito italiano ha dato notevoli contributi agli sforzi di mantenimento della pace in Kosovo. Ha tutelato il popolo serbo e altre popolazioni vulnerabili in Kosovo, facilitato il ritorno di molti sfollati e preservato i cruciali monasteri serbo-ortodossi.
Condanniamo fermamente tutte le forme di violenza e invochiamo la pace e il dialogo. Le nostre preghiere vanno a tutti coloro che sono rimasti feriti, auspicando una pronta guarigione. Siamo impegnati a lavorare con la KFOR e con tutte le persone di buona volontà per proteggere la nostra gente in questa situazione altamente instabile.
La Fraternità del Monastero di Dečani
30 Maggio 2023
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