E così archiviamo anche i ballottaggi. Salvo poche situazioni locali in Toscana, ma non solo, viene confermato il vincitore del primo turno. Almeno laddove le differenze apparivano significative fra i due candidati.
Chi era davanti vince. E quindi anche alcuni casi locali che sembrano “anomali” nel panorama politico toscano, come Piombino, vengono in buona sostanza dall’andamento del primo turno.
E questo è un dato politico interessante e in parte anche nuovo. Cioè nel secondo turno i terzi e quarti poli non hanno giocato un ruolo nei ballottaggi, se non limitato e solo in alcuni specifici casi come Livorno dove pare aver funzionato la chiamata alle armi contro la destra, e si sono limitati per lo più ad astenersi.
Questa è una importante novità rispetto alle precedenti tornate amministrative dove il cdx, o in qualche caso un candidato del M5s, erano riusciti ad avvalersi nel ballottaggio dell’aiuto dell’altro polo con la motivazione dalla “santa alleanza” contro il Pd e contro Renzi.
In questa nuova stagione i diversi poli agiscono in proprio. E non portano poi alcun importante aiuto suppletivo ad uno dei poli contendenti nel Ballottaggio. Questo accadimento, se questo comportamento dovesse essere confermato nelle prossime tornate elettorali, modifica il modello elettorale con una convergenza di fatto fra modello comunale (con il ballottaggio) e modello regionale (dove chi arriva primo vince).
Queste poche, elementari considerazioni, sugli esiti dei Ballottaggi in Toscana aprono scenari interessanti in merito all’imminente tornata elettorale regionale che si aprirà con le candidature presumibilmente intorno alla fine di questo anno e con la votazione nella primavera del prossimo anno.
Il primo dato da considerare è l’incertezza dell’esito elettorale anche in una regione, come la Toscana, che sembra peraltro tenere più di altre nella sua tradizionale collocazione “a sinistra”. Se mettiamo assieme gli esiti delle elezioni europee e di quelle amministrative, il voto del cdx va dal 42% al 35% mentre quello del csx va dal 36% al 42%. Insomma un “range speculare” fra le due tipologie elettorali che lascia spazio ad ogni tipo di risultato al primo turno. Diciamo al primo turno perché il modello regionale toscano, a differenza di tutti gli altri modelli regionali, è a doppio turno come il modello comunale. Ma data la convergenza fra i due sistemi sperimentata in questa fase elettorale diventa rilevante la vittoria al primo turno. E quindi si pone il problema e l’opportunità delle alleanze “prima” e non “dopo” il voto.
Stante queste prime considerazioni, il secondo dato che emerge è che la forza dei candidati, o la loro debolezza che non è la stessa cosa, può essere un elemento importante nel determinare il risultato effettivo dentro il “range delle possibilità”. E qui si apre una serie di riflessioni importanti. Il csx ha utilizzato fino ad oggi, come sistema di selezione dei candidati, il modello delle primarie. E’ difficile dire se questo modello è davvero in grado di selezionare “il meglio”. Una cosa è certa però. Che le primarie hanno un senso se il partito o l’alleanza lavorano seriamente alla scelta dei candidati, selezionando sul merito le candidature e consentendo una discussione vera sulle diverse alternative, e lasciando poi alla fine di questa discussione aperta , democratica e responsabile negli organi dirigenti, la scelta al voto di militanti ed elettori. Candidature “gettate a caso”, col supporto di qualche centinaio di firme raccolte spesso in maniera raffazzonata fra gli iscritti, spesso danno esiti negativi. Quindi se scelta col modello primarie “deve essere”, che sia fatta per tempo, con la dovuta selezione dei gruppi dirigenti e con un percorso trasparente e non distruttivo della tenuta politica e direi personale, umana, dentro il partito o l’alleanza. Le primarie sono uno strumento da guidare e non da subire come fossero la “venuta delle cavallette”. E i gruppi dirigenti non si possono limitare “ad osservare” e, semmai, a “limitare i danni”.
Il terzo dato sono i contenuti della campagna elettorale e quindi del programma di governo. La Toscana ha dimostrato, come il resto d’Italia, di essere sensibile alle “parole d’ordine” di Salvini. Ma anche di saper apprezzare la concretezza dei tanti candidati sindaci del csx. Ecco questi due “fattori di successo” vanno considerati assieme. Per fare un programma che sui temi sollevati da Salvini, l’immigrazione in primo luogo ma poi anche le tasse e certe tematiche legate al “welfare tradizionale”, si quello che veniva dagli annali storici della sinistra, si può applicare la concretezza dei sindaci per rispondere “in maniera diversa” alle sensibilità toccate dalla destra populista ma anche dalla vulgata grillina. Quella Agenda che piace agli italiani, sì piace inutile far finta di nulla, non va demonizzata ma va resa concreta sulla base di valori e principi del centrosinistra, Sporcandosi le mani come fanno i tanti sindaci del centrosinistra in Toscana e nel resto d’Italia. Con proposte che parlano di sicurezza e di decoro nelle città, di rapporto corretto e non pesante dal punto di vista fiscale fra Stato e cittadino e di sostegno a chi è in crisi nel lavoro, a chi non lo trova e a chi passa fasi di difficoltà economica e sociale.
Insomma l’incertezza deve aumentare la qualità della risposta del centrosinistra non cercando una risposta nel piccolo, sempre più piccolo, recinto delle ideologie e delle certezze astratte ma andando in mare aperto ad incontrare la realtà della vita dei cittadini. E per fare questo occorre puntare a candidati abituati a vivere la concretezza del quotidiano. Il centrosinistra è ricco di sindaci e amministratori bravi ed empatici con il sentire del popolo. Perché non partire da lì per rilanciare il ruolo del centrosinistra in Toscana?
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