Coloro che in queste ore si dispiacciono per l’episodio di antisemitismo in cui a un bambino ebreo di Torino i compagni hanno detto che in altri tempi egli sarebbe stato bruciato, sono persone gentili: sono certo sostenitori della più affermata religione del nostro tempo, quella dei diritti umani; sono per l’uguaglianza, contro la discriminazione, condannano la miseria nel Terzo Mondo e per questo soprassiedono alla sua violazione dei diritti umani, che pure amano; ma difendono gli lgbtq, le donne, la libertà di opinione. Ma ecco: anche i genitori dei compagni di scuola per cui il bambino ebreo dovrebbe essere bruciato, sono in massima parte come loro: difensori dei diritti umani. Non hanno insegnato ai loro figli altro che diritti umani. Non sono bambini nazifascisti in pectore, ma spettorano un pregiudizio odioso senza problemi perché sono parte della cultura del nostro tempo, che ha allignato una crescita spropositata di antisemitismo.
Sì, di nuovo, è qui, parla di “morte agli ebrei” persino dalle bocche dei bambini, l’hanno imparato dalla tv, dall’ONU che appiccica sugli ebrei, sulla loro maggiore espressione contemporanea, Israele, etichette di nazismo, apartheid, genocidio, colonialismo, infanticidio, occupazione… Questo gigantesco trend antisemita ha invaso la società contemporanea, in quella woke americana gli ebrei ormai sono con ogni altro ”oppressore”,“suprematisti bianchi”. È qui l’origine dell’aggressione al bambino di Torino, non cercatela altrove: è nella cultura di disprezzo e sospetto verso Israele che si respira nei media, a cena dagli amici, per cui 300mila ebrei hanno lasciato l’Europa l’altro anno, a Nizza da 20mila ebrei si è passati a 7000 e così in larga parte dell’Europa, si evita la kippà, ogni 80 secondi un post antisemita appare sui media. Morti, feriti, vecchiette buttate dalle finestre di Parigi, bambini uccisi davanti a scuola.
Dopo la Shoah la mitologia antisemita si è arricchita di tutte le menzogne della propaganda sovietica che ha impestato l’opinione pubblica: gli ebrei colonialisti, i palestinesi aborigeni, mentre era vero esattamente il contrario, ovvero che Israele nasce negli anni 20-30 con la decolonizzazione e il ritorno ebraico alla propria terra; gli ebrei guerrafondai, mentre sono sempre stati attaccati. Costretti nell’angolo dell’autodifesa belligerante sono apparsi odiosi al pacifismo post seconda guerra; sostenuti dagli americani, condannati sempre all’ONU dalla maggioranza automatica ; uso improprio della parola “occupazione”; persino “nazificazione”, come la chiamo Robert Wistrich, di Israele contro i poveri palestinesi che intanto facevano del terrorismo l’arma più aggressiva del nostro tempo, e poi ancora accuse di apartheid, pulizia etnica… Parole di pura persecuzione ideologica. Purtroppo ormai divenute appannaggio di chi crede di salvaguardare la libertà attaccando gli ebrei. Invece, rimette in moto nell’ambito del nuovo guscio dei diritti umani l’anima oscura e aggressiva dell’antisemitismo di massa.
(articolo già pubblicato da Il Giornale del 24 febbraio 2023 e ripreso con il consenso dell’autore)
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