Domenica sera a Santomato, Pistoia, la platea degli iscritti Pd pendeva dalle sue labbra, assetata com’era di rivincita. C’era l’appuntamento con Stefano Bonaccini, uno che non vuole essere nuovo, né diverso. E che non si nasconde nella retorica del cambiamento. “Se volete vedere i marziani non seguitemi” – pare voler far intendere. Non è giovanissimo, ha 56 anni. E non finge di esserlo. Barba bianca, grandi occhiali da vista, nessun capello in testa. Insomma la sua fisiognomica non è quella dello stereotipato personaggio copertina. È invece l’esatto contrario. Pare in ogni caso che possa piacere ad una consistente parte di quello che resta del popolo dem. “Eravamo 12 milioni ai tempi di Veltroni – ricorda – ora siamo la metà. Alle ultime elezioni abbiamo perso un milioni di voti”. La platea resta muta. La strada è lunga, c’è da respingere il ciclone Schlien che non molla, poi ci sarà di ricostruire. “Non voglio che i moderati scelgano il Terzo polo e che quelli di sinistra preferiscano i Cinque Stelle. Voglio che la gente si riconosca nel Pd. Si devono recuperare anche quelli che per delusione hanno votato a destra” – insiste scaldando il pubblico. Applausi. Dal giugno 2017 il sindaco di Pistoia è un esponente di Fratelli d’Italia, che ha ottenuto il secondo mandato vincendo al primo turno. Sono lontani i tempi dei trionfi del Pci e della sinistra. Il morale delle truppe non è dei più alti, usando un eufemismo. Bonacchini arriva poco dopo le 21,15 dopo aver cenato al Toscana Fair con un manipoli di amministratori della provincia di Pistoia, a bordo di un van Renault. Mostra un pochino di nervosismo alla seconda domanda del giornalista di Tvl: “Fa freddo” – dice. Poi gesticolando fa notare che indossi una giacca leggera sopra la camicia. Si mette comunque a disposizione. Non avrà poi da farsi largo tra la folla, cosi come senza ostacoli era stato qualche momento prima l’incedere del suo omologo Giani. Pure il governatore della Toscana si era intrattenuto nel piazzale con la stampa parlando dell’atto vandalico ai danni delle Regione compiuto al mattino da una manipolo di ambientalisti contro il rigassificatore di Piombino: “che serve a 60 milioni di italiani”- fa notare Giani. Ad accompagnare all’interno i due governatori si incaricava una emozionata quanto contenta Federica Fratoni, ex candidata sindaca a Pistoia, che faceva gli onori di casa. La sala era quasi piena ma non c’era la folla oceanica come altre volte. Ci vuol fede per uscire di casa con due gradi temperatura dopo essersi rimessi le scarpe. Il segretario Pd in pectore, che sta per essere incoronato dal voto degli iscritti con incoraggiante possibile 55%, arriva stanchissimo sul palco. Lo dice subito: “sei mesi per celebrare un congresso sono tanti. Troppi – afferma. Ti dimostri lontano dalla gente comune che i problemi deve invece risolverli alla svelta”. Di nuovo applausi. Non mancano gli strali contro la Lega, Forza Italia e Meloni, dice belle parole sul reddito di cittadinanza, che però – avverte – “non ha creato né ricchezza, né lavoro”. Pronuncia un discorso programmatico lungo circa 40 minuti. Con le ultime energie raggiunge il van parcheggiato davanti al bar che lo riporterà a casa. Tutto fila liscio come l’olio, nonostante all’inizio Federica Fratoni inciampi leggermente su paio di battute nell’introdurre il dibattito. Scroscianti applausi per la quarantenne pisana Valentina Mercanti, neo candidata a segretaria regionale per la mozione Bonaccini e per tre giovani neo iscritti dem. I più soddisfatti sono i veterani del circolo: Stefano Bindini e Marco Giacomelli, orgogliosi come sempre di ospitare un evento che potrebbe essere epocale, oppure l’ennesima speranza gettata alle ortiche. Sipario. Domani è un altro giorno. L’epilogo è fissato per il 26 febbraio.
Metti una sera a cena con Bonaccini
“Non voglio che i moderati scelgano il Terzo polo e che quelli di sinistra preferiscano i Cinque Stelle. Voglio che la gente si riconosca nel Pd. Si devono recuperare anche quelli che per delusione hanno votato a destra”
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