Nel 1998 due illustri fiorentini, Lamberto Dini (Ministro degli Esteri) e Mario Primicerio (sindaco) lanciarono il gemellaggio tra Firenze e la splendida città iraniana di Esfahan
https://www.treccani.it/magazine/atlante/cultura/Esfahan_la_Firenze_persiana.html
L’idea maturò in preparazione della visita in Italia del Presidente Muhammed Kathami. Era una fase in cui le cancellerie speravano in una svolta moderata e riformista in Iran. http://leg13.camera.it/_dati/leg13/lavori/stencomm/03/audiz2/1999/0203/s010.htm
Purtroppo l’apertura durò solo qualche anno e le speranze furono deluse.
Pochi giorni fa il 3 gennaio 2023 il tribunale Zahedan ha condannato a morte un altro giovane manifestante iraniano: Mansour Dehmordeh, 22 anni, di etnia belucia, disabile.
Il giovane ha confessato di aver “lanciato pietre e dato fuoco a una gomma”, ma il giudice avrebbe risposto “chiunque protesti contro il governo di Khamenei sarà condannato a morte”.
Ora basta! La vivace e numerosa comunità iraniana di Firenze (con il supporto di + Europa e dei radicali italiani) sta raccogliendo le firme perché Palazzo Vecchio dia maggiore incisività alle sue azioni di solidarietà verso le donne iraniane.
Non sarebbe male se anche tutte le altre forze politiche fiorentine si muovessero di più: non é mai troppo tardi.
Anche a livello livello nazionale Giorgia Meloni e Antonio Tajani potrebbero tentare qualche passo più incisivo sul piano diplomatico, possibilmente in una cornice europea. La gravità è la rilevanza delle relazioni militari tra Teheran e Mosca merita una maggiore attenzione dei media e dell’ opinione pubblica europea.
In questa drammatica situazione chi può agire con maggiore libertà é il sindaco di Firenze.
La prima idea che mi viene in mente é molto impegnativa e dirimente.
Dario Nardella potrebbe iniziare uno sciopero della fame per ottenere innanzitutto la sospensione di tutte le condanne a morte nonché la liberazione dei prigionieri politici.
Possono esserci altre ipotesi di protesta da esplorare e magari da condurre insieme ai tanti sindaci europei che stimano il sindaco di Firenze.
Certo la protesta deve essere molto forte per attrarre sul dramma iraniano l’attenzione dell’Europa e del mondo.
In questo inizio dell’anno 2023 Dario Nardella ha la straordinaria opportunità di seguire le orme di alcuni dei suoi predecessori.
Penso innanzitutto a Giorgio la Pira e tra le sue tante iniziative internazionali agli straordinari “Colloqui Mediterranei” un dialogo inedito tra la sponda nord ela sponda sud del Mediterraneo.
Ma voglio ricordare anche un sindaco troppo spesso dimenticato: Elio Gabbuggiani.
Grande fu il suo sostegno e la sua vicinanza con Elena Bonner, moglie dello scienziato Andrej Sacharov, il fisico russo cui le autorità sovietiche impedirono di ritirare il Premio Nobel per la pace.
Ma come non ricordare che Elio Gabbuggiani sindaco del PCI – nel non esitò a realizzare nel 1979 (nonostante le resistenze nel suo partito) in Palazzo Vecchio un Convegno Internazionale sul Dissenso nei Paesi dell’Est, che ebbe risonanza mondiale.
Non so in quale forma, ma sono certo che Dario Nardella, farà di tutto perché Firenze riscopra la sua vocazione migliore e l’Italia intera si mobiliti per premiare il coraggio delle donne e di tutto popolo iraniano che da ben quattro mesi scendono in piazza e rischiano la vita per la libertà. In una circostanza politica eccezionale come questa la realpolitik deve passare in secondo piano.
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