Sono ucraina! Ucraina nata in Georgia. La mia famiglia ricorda la guerra del 1992 in Abkhazia e la guerra del 2008 in Georgia. In entrambi i casi, la Russia è stata l’aggressore e ricordiamo ancora le atrocità e le violenze.
L’Ucraina è uno stato pacifico, dove da sempre si parla liberamente il russo in tutto il paese. Da noi, per molte persone il russo è la lingua parlata in famiglia. Agli slogan falsi e ossessivi della propaganda di Putin, per la quale noi russofoni saremmo oppressi per questo, come cittadina ucraina che parla russo, risponderò sempre: “Non ho mai subito vessazioni per la mia lingua!”
Nel 2014 i governanti russi hanno iniziato a temere la libertà di parola che esiste in Ucraina, a temere la nostra sincera democrazia. Quando il popolo ucraino è riuscito a far cadere il governo di Janukovič che non soddisfaceva le richieste della società Putin e i suoi complici, che da anni stanno opprimendo e depredando il loro paese con metodi criminali, hanno iniziato a temere che anche in Russia potessero innestarsi processi simili con notevoli rischi per il loro potere. Da allora iniziò una martellante propaganda televisiva russa rivolta all’Ucraina orientale, a cui seguì l’occupazione militare di quelle regioni e la creazione delle cosiddette “repubbliche popolari” nel Donbas, da dove moltissimi ucraini sono stati a lasciare le loro case e a fuggire per stabilirsi nella parte dell’Ucraina non occupata dalla Russia.
Ecco la mia storia personale.
24 febbraio 2022: è così spaventoso svegliarsi sapendo che la guerra è iniziata. Per la prima volta invidiavo le persone che non avevano figli. Il primo giorno, un attacco missilistico ha distrutto un’unità militare nella città di Brovary (a 26 km da Kyiv). Io e i miei figli ci siamo radunati in fretta e siamo andati al villaggio di Bogdanovka, situato a 20 km da Brovary. Ingenuamente pensavamo che là saremmo stati al sicuro. In quei giorni sono rimasta scioccata dalle informazioni sui “nazionalisti” di cui Mosca parla così spesso e di cui la popolazione russa è convinta.
Nel frattempo, uomini ucraini, compresi quelli che parlano la lingua russa (e anche il padre dei miei figli) si sono messi in fila per arruolarsi nei ranghi della Difesa Territoriale o delle Forze Armate dell’Ucraina che i russi chiamano “natsyky”. Questi saremmo noi – io e la mia famiglia, i miei figli, i miei amici che sono andati a difendere il loro Paese, i loro figli e i loro genitori. Nella loro terra natale…
L’8 marzo 2022 il villaggio di Bogdanovka è stato occupato dalle truppe russe. Iniziavano così i dodici giorni più brutti della mia vita. Atrocità e violenze sin dal primo giorno. Negozi e case depredati. Donne violentate e uomini assassinati. Dodici giorni sotto il fuoco pesante. Sapete cosa si prova quando un Grad (il Grad è un lanciarazzi di fabbricazione sovietica, ndr) dei russi si trova dietro una casa vicino a voi e spara continuamente? Così ci siamo sentiti io, i miei figli, mia sorella con suo figlio, mia madre e la sua amica.
Abbiamo passato questi giorni insieme in una cantina fredda e umida. Mia figlia ha tre anni, quando aveva paura, diceva: “Mamma, ho paura, raccontami una favola”. Capisci che forse è arrivato il nostro ultimo minuto. Ma trovavo la forza per raccontare una favola e calmare la bambina… Il più grande ha undici anni: nei momenti peggiori cantava, perché la cosa lo aiutava a calmarsi, e noi adulti avevamo paura di essere sentiti dai russi che sparavano sotto le finestre… Poi noi due abbiamo pianto abbracciati. Orrore …
I nostri “conquistatori russi” sono entrati in modo ingannevole, infido, fingendo di essere pacifici e civili. La versione ufficiale è questa: “uccidiamo i nazisti”… Ogni notte è stata accolta con orrore. Sento il proiettile che parte e arriva quasi nelle vicinanze… Molte case vicine sono state distrutte. Addio alla vita, senza comunicazione, luce e gas. Senza il cibo… voglio bere alla vista del pane… voglio bere sempre. C’erano molti di loro nel villaggio… Andavano di casa in casa, prendendo cibo e uccidendo i civili.
Di nascosto abbiamo sentito diverse conversazioni degli occupanti che camminavano liberamente per le strade. Uno di Izhevsk diceva: “Non andrei a uccidere, ma non ho niente per pagare i debiti e, per la partecipazione ad operazioni speciali, mi hanno promesso di pagare bene”; un altro di Tyumen: “Finché posso resisto ma non voglio soffrire la fame, e poi l’alcol finisce. Vorrei arrendermi, consegnarmi agli ucraini”; un terzo della regione di Mosca, uno dalla guardia russa che a differenza dei suoi colleghi era adeguatamente attrezzato, è entrato nella nostra cantina, per vedere se tra noi ci fossero dei “nazisti”. Siamo stati fortunati che proprio lui sia venuto da noi, siamo sopravvissuti ma questo fatto non giustifica la sua apparizione nel nostro villaggio. A quel tempo eravamo stati seduti in cantina già per 24 ore.
Il 19 marzo 2022 è stato il giorno più felice della mia vita. Alla fine, dopo tre tentativi, siamo stati evacuati. Nonostante i corridoi verdi fossero ufficialmente concordati, la prima volta la colonna di autobus è stato bersagliata dai carri armati quando mancavano quattro chilometri al luogo dove avrebbero dovuto prenderci. La seconda la colonna è stata bloccata sotto minaccia delle armi. Abbiamo avuto l’inferno quel giorno. La casa reggeva a malapena, le finestre del secondo piano erano rotte. Al terzo corridoio concordato ero pronta a inginocchiarmi davanti agli autisti, ai dipendenti del Pronto Soccorso dello Stato e della Croce Rossa, che erano venuti da noi dritti all’inferno per tirarci fuori.
L’evacuazione è avvenuta sotto lo sguardo dei cecchini appostati sul tetto del quarto piano. Il villaggio è stato distrutto. Scuola, scuola materna, istituto medico saltati in aria. Siamo vivi ed è un miracolo. Penso ancora di aver pescato un biglietto fortunato: siamo usciti vivi dall’inferno. Ma abbiamo bisogno del supporto europeo e di tutto il mondo umano! E la comprensione della società europea che la guerra è stata iniziata dai russi. I nostri bambini ucraini continuano ad essere uccisi! Le nostre donne vengono violentate… l’esercito russo umiliarci e cancellarci tutti! Voglio urlare di dolore…
Chiediamo alla società europea, ai giornalisti di studiare da vicino la situazione e di diffondere solo informazioni verificate. Putin e la Russia sono i nemici non solo dell’Ucraina. Sono i nemici di tutti i principi umani e democratici, del giornalismo libero, della pace, dell’Europa e della civiltà.
Veronika
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