Quest’anno il 2022 è stato particolarmente critico dal punto di vista degli “eventi estremi” naturali. Due sole immagini bastano per il tutto. Il Po ridotto a torrentello in secca per la siccità. Il Misa, nelle Marche a Sinigallia, che diventa in poche ore un “diluvio universale” con morti e danni alla città.
Nulla di nuovo, nulla di imprevedibile. Sono anni che vado in giro per l’Italia, con diversi ruoli e assieme a pochi altri “missionari” dei cambiamenti climatici, a parlare di queste cose. E a dire che ci vuole un Piano acqua per il paese che apra cantieri per opere nuove, aumenti la conoscenza dei fenomeni, intensifichi la manutenzione delle opere e dei territori. Niente. L’opera del Misa costava 35 milioni.
Ci vorrebbero i soldi dicono in molti. Secondo me i soldi sono il problema minore. Ci vuole volontà politica, Governance del Piano (con un “centro intelligente di regia” a Roma) e qualche aggiustamento nell’apertura dei cantieri. Tutto fattibile.
Ma veniamo ai soldi. Un piano serio per l’acqua richiede dai 3 ai 5 miliardi in più per trenta anni. Sembra tanto ma non è così. Se prendiamo l’intero sistema economico dal 2010 al 2019 abbiamo fatto investimenti per 41.5 miliardi all’anno. Nel 2020/2021 la media si è alzata a 46.6 miliardi. Basta pensare che se portassimo gli investimenti fissi al 3,5% del Pil (la quota “giusta” per un paese con un certo ritardo infrastrutturale) l’investimento potrebbe salire a 62 miliardi. Quindi lo “spazio” economico finanziario nel paese c’è.
Ma vediamo invece, sempre in tema di investimenti, dove è “battuto il cuore” dei nostri governanti. La voce “altre spese in conto corrente” considera trasferimenti dello stato a imprese e famiglie per loro investimenti privati. Legittimi e anche utili. Ma privati. Vi vengono in mente i bonus? Ci siete!
Bene in media dal 2010 al 2019 questa spesa ha raggiunto i 20, 5 miliardi. Negli anni 2020 e 2021 questa media è balzata a 51,1 miliardi. Oltre 30 miliardi in più. Cioè lo Stato ha speso per favorire “investimenti privati” 51,1 miliardi e per investimenti pubblici 46,5 miliardi. Ed intanto il PO andava in secca e il Misa mieteva vittime.
Ovviamente la “mente politica” di questo “scempio” è oggi considerato, da sé stesso e da una quota, a mio avviso eccessiva, di italiani, il “leader naturale” della sinistra. “O tempora, o mores”.
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