Ci ha lasciato Nicola Cariglia. Con molti della nostra redazione era un amico sincero, con altri quasi un fratello.
Aveva iniziato giovanissimo la sua attività politica sulle orme del fratello Antonio, parlamentare socialdemocratico ed esponente di primo piano del socialismo riformista. Antonio era ovviamente il suo punto di riferimento ma Nicola non faceva da ripetitore alle proposte del fratello, portava avanti le sue idee con una sua autonomia di giudizio e di azione. Cominciò nel consiglio comunale di Pistoia, poi di Agliana, infine di Firenze dove nel frattempo si era trasferito. Entrò giovanissimo in Rai, alla sede regionale di Firenze e fu il primo giornalista che tenne a battesimo la nascita della Terza rete con le prime edizioni dei Tg regionali. Fece una rapida carriera sia sul lavoro che in politica. In Rai è stato direttore di Rai International e successivamente Direttore della sede di Pescara e poi di quella di Firenze, in politica ricoprì l’incarico di assessore e poi vice sindaco di Firenze e di Presidente dell’aeroporto Vespucci.
Una volta andato in pensione assunse la guida della Fondazione Turati, una Onlus che opera in varie regioni italiane nel campo dell’assistenza ad anziani e disabili.
Prima in politica e poi alla guida della Turati, Nicola ha sempre applicato il principio cardine dell’idea riformista: si deve dare risposta ai bisogni via, via emergenti senza modelli precostituiti, senza idee già fatte, senza schemi rigidi da applicare alla realtà. Non è la realtà che va adeguata alle nostre idee ma le nostre idee alla realtà, se si vuole davvero cercare di cambiare le cose e avere una maggiore giustizia sociale.
Il motto di Filippo Turati “Bisogna che la teoria diventi prassi” era il principio guida della sua azione e Nicola cercava di applicarlo facendosi anche portatore di un profonda riforma del welfare che si basava proprio sull’esperienza maturata alla Turati e che puntava su un diverso ruolo del privato sociale che “grazie ad una maggiore flessibilità e una minore burocratizzazione – aveva detto alla cerimonia per il 50esimo anniversario della nascita della Turati – è in grado, soprattutto in settori sanitari e sociali quali la lungodegenza, la riabilitazione e l’assistenza agli anziani, di assicurare servizi di qualità sempre sotto il controllo pubblico, a costi decisamente più contenuti”. E poi precisava “naturalmente parlo di un privato sociale sano, capace di far quadrare i conti, non di un privato sociale che va alla ricerca di sussidi e che si fa a sua volta assistito”.
Un riformista gentile, un socialdemocratico vero, la cui mancanza si farà sentire in modo particolare nei mesi e negli anni a venire nei quali, anche a seguito della pandemia, tutto il sistema socio sanitario italiano dovrà essere sottoposto a una profonda revisione.
Alberto Aghemo
Ci lascia un grande giornalista e un democratico vero!
Lo rocordiamo con amaro rimpanto e in spirito di solidale amicizia
R.I.P.
AA
Edy Girolami
Ricordi:
dopo le scuole medie alle Betti ho fatto le Turati (il CIFAP) di via Mascagni, e ricordo .. ma sto parlando di cinquanta anni fa .. che almeno una volta l’anno veniva l’on. Antonio Cariglia a farci visita, un uomo che incuteva soggezione. Mentre Nicola Cariglia, conosciuto, peccato solo da pochi anni fa, con il suo aspetto da nobile signore e il suo sguardo e sorriso benevolo, mi infondeva affidamento e ogni cosa che diceva o scriveva era degno d’interesse. Dispiaciuta parecchio per la sua morte, sono certa che mancherà a tanti, anche sui social, come commentatore, sempre sul pezzo, della pagina fb Punto e a capo.