Maria Elena Boschi, ex ministro delle riforme del Governo Renzi ed ex Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri del Governo Gentiloni, era a Pistoia lo scorso 20 maggio, insieme ad un altro parlamentare del Pd, Luigi Marattin. L’occasione di incontro con i cittadini pistoiesi si è tenuto, negli splendidi locali della Toscana Fair, location molto suggestiva, nonchè parte integrante di una grande azienda vivaista, la Mati. L’iniziativa è stata promossa da un gruppo pistoiese di ‘Ritorno al Futuro’, comitato di azione civile. Ad accogliere i due noti parlamentari Pd, tra i più agguerriti nella battaglia parlamentare di opposizione al Governo Gialloverde, in una sala gremita, due esponenti di ‘Ritorno al Futuro’, Niccolò Franzini e Lisa Innocenti, che si sono incaricati di moderare la serata. Il canovaccio dell’incontro era del tutto innovativo, per cui gli interventi hanno avuto un andamento rovesciato, prima protagoniste sono state le istanze della gente e solo dopo sono intervenuti gli illustri ospiti. E così si è assistito agli interventi di un trentenne ed una ventenne, a portare le sensazioni e le aspirazioni dei giovani, ma anche di una signora più avanti negli anni, impegnatissima in una associazione che si dedica all’assistenza dei clochard in stazione, che ha parlato di inclusione sociale, oppure quello del titolare della Mati, che ha catturato l’attenzione, esponendo speranze e preuccupazioni del mondo vivaista. Prima Marattin, poi Boschi hanno ben volentieri replicato alle domande ed alle istanze ricevute, per poi inevitabilmente affrontare le caldissime tematiche di politica interna e anche riguardo alla posta in palio delle imminenti elezioni europee, in cui si gioca una partita tra chi vuole distruggere l’unione con la scusa di volerla ‘togliere ai burocrati’, come Lega, FdI e M5s e chi invece, come Pd, +Europa e con qualche ambiguità FI, vuol difenderne le ragioni, pur ricoscendone i limiti, con l’intento di renderla più forte e competitiva nell’interesse di tutti i cittadini europei, ovvero di tutti noi. Alla fine del dibattito abbiamo avvicinato Maria Elena Boschi, essendo una occasione importante, per ‘Noi riformisti’, sentire in esclusiva addirittura la promotruce della Riforma Costituzionale varata dal Governo Renzi e, come sappiamo, bocciata dall’elettorato, dopo una difficile campagna elettorale che vedeva contrapporsi da un lato il Pd, nemmeno tutto, insieme qualche formazione minore e dall’altro le altre forze potiliche e gran parte delle associazioni.
L’approccio è molto positivo.
Onorevole, siamo un blog che crede fermamete delle riforme ed ospita numerosi ed appassionati interventi. Ci sentiamo un po’ controcorrente …
“È una sensazione senz’altro condivisa” – replica lei sorridendo.
Facile, dunque, entrare nel merito, con una domanda provocatoria.
Sembra che le riforme abbiano avuto una battuta d’arresto. Che fine hanno fatto?
Sicuramente questo Governo ha bloccato qualsiasi modernizzazione del Paese e qualsiasi progetto serio di riforme. Non lo dico io, lo dicono i dati appena usciti sui decreti attuativi, cioè su quei provvedimenti che servono a far camminare le leggi, a tradurle in diritti e servizi concreti per i cittadini. Sono stati fatti decreti attuativi per meno del 17% dei provvedimenti legislativi. Ma soprattutto non si parla più delle riforme strutturali del Paese. Le uniche riforme di cui in questo momento sta discutendo il Parlamento rischiano solo di essere un limite alla democrazia più che un modo per riavvicinare i cittadini alle Istituzioni. Ci sono sfide che il Paese deve portare avanti. Questo governo passa le giornate a far finta di litigare, si parla soltanto dell’ultimo lancio di agenzia di Di Maio e della replica di Salvini ma di fatto il governo è fermo, non fanno niente, si sono bloccati su tutto. Lo dice il sottosegretario Giorgetti. Sono fermi su tutto mentre il Paese ha bisogno di risposte concrete.
Il riformismo di Renzi, oltre che nel Paese, ha avuto una battura d’arresto anche nel PD?
Mi auguro che il PD sia in grado di proseguire e di perseverare in un percorso di riforme che ha portato il nostro Paese ad uscire dalla crisi, ad avere un milione e 200mila posti di lavoro in più, a ridurre le tasse, a fare battaglie importanti sui diritti. Questa è stata l’eredità del Partito democratico guidato da Renzi, questo è stato il lascito del nostro lavoro al Governo. Una crescita economica maggiore, meno tasse, più lavoro e soprattutto più diritti. Mi auguro che il PD possa continuare su questa strada di cui siamo orgogliosi.
Renzi viene accusato di quel 18% di voti alle ultime politiche. Che siano state proprio le riforme a far perdere voti al partito?
Quando si fanno riforme coraggiose, si può rischiare anche di perdere qualche consenso perché non puoi accontentare tutti. Io però sono orgogliosa del lavoro che abbiamo fatto, forse abbiamo perso qualche voto, ma gli italiani hanno guadagnato posti di lavoro, hanno pagano meno tasse e hanno avuto più diritti. Sarebbe stato peggio se avessimo vinto le elezioni, ma avessimo penalizzato i cittadini. Spero che questo governo sappia fare altrettanto. Per ora ci hanno mandato solo in stagnazione economica, ci hanno fatto perdere posti di lavoro, ci hanno aumentato le tasse.
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