La Germania, non c’è bisogno di spendere molte parole, ha un peso economico e demograficodeterminante in Europa: circa 83 milioni di abitantiche eleggono 96 deputati al Parlamento Europeo, la rappresentanza più numerosa fra tutti e 28 i paesi dell’Unione.
Si arriva a queste elezioni dopo un cambiamento epocale nella politica tedesca con il farsi da parte di Angela Merkel che pur rimanendo Cancelliera fino alla fine del mandato ha rinunciato alla guida della CDU dove è stata sostituita da Annegret Kramp-Karrenbauer, che non sembra ad oggi possedere una spiccata personalità politica tanto che è stato il bavarese Manfred Weber, della CSU a mettersi alla testa della campagna elettorale, marcando subito la distanza dei cristiano-democratici tedeschi dai partiti sovranisti
La SPD è ormai in costante calo di consenso da molti anni, pagando le riforme messe in atto dall’allora cancelliere Schroeder che hanno rilanciato l’economia tedesca anche a prezzo di tagli nel welfare messi in atto dalle grandi coalizioni che da oltre dieci anni guidano il paese e che sono stati particolarmente avvertiti nei laender orientali ex DDR più dipendenti dalla spesa pubblica e meno capaci di attivare processi di sviluppo endogeno: l’eredità del socialismo reale è ancora un pesante macigno che ha aperto spazi all’estrema destra di Alternative fur Deutschland (AfD).
La linea dell’SPD in queste elezioni punta ad una Europa che sia alternativa sia alla austerità del PPE sia all’antieuropeismo dei movimenti populisti, ma sinora non pare riesca ad incidere molto sull’orientamento dell’elettorato.
I Verdi hanno riportato successi rilevanti nelle diverse elezioni che si sono tenute in importanti Laender: decisamente europeisti, al di fuori delle larghe intese, hanno la base elettorale più istruita e concentrata nelle maggiori città che non cede al vento dell’antieuropeismo: resta da vedere se il progetto politico dei verdi riuscirà a raccogliere consensi nelle fasce di elettorato meno istruito e nei centri minori e nelle campagne.
In queste fasce e in queste aree, soprattutto nei laender orientali, ha raccolto consensi Alternative für Deutschland, ritenuto in forte ascesa e che invece si è arrestato nella crescita che avrebbe messo in discussione l’europeismo della Germania: i temi sui quali batte sono il rifiuto dell’immigrazione ed il recupero della sovranità nazionale
Cosa dicono i sondaggi?
Gli ultimi sondaggi collocano la CDU_CSU poco al di sotto del 30%, seguita dai Verdi che non sfondano il tetto del 20% ma che superano la SPD ferma a poco più del 16%: meno del 12% è il risultato attribuito alla AfD. Tra il 6% ed il 7% i voti che andrebbero alla sinistra di Linke ed ai liberali FPD.
In Germania non esiste soglia di sbarramento e quindi anche ai partiti minori quali il Partito Ambientalista e il Partito dei Pirati possono andare rappresentanti nel parlamento Europeo
Il Programma CDU-CSU: a buon intenditor poche parole
Salvo materializzarsi – sempre possibile – di un “cigno nero” – sarà attorno al PPE che si costruirà la maggioranza che governerà l’Unione Europea nei prossimi e di conseguenza, tenuto conto del peso di CDU-CSU al suo intorno, saranno decisivi gli orientamenti di questi partiti, fra l’altro Manfred Weber, bavarese, sarà il candidato dei popolari europei alla presidenza della futura Commissione.
Uno sguardo alle proposte contenuto nel “Manifesto breve per le elezioni europee” presentato da Cdu-CSU mette subito in chiaro alcune questioni con le quali gli altri gruppi confrontarsi e ricercare una possibile convergenza: merita guardare su alcune che sono al centro del dibattito politico italiano (quel pochissimo che rimane) dove prevalgono approcci ideologici ai diversi temi.
Premesso l’impegno per la difesa dell’Unione Europea come salvaguardia di pace e libertà, prosperità, rispetto dei diritti umani, sicurezza e stabilità, viene messo subito in chiaro che quella che si persegue è una forte Confederazione di stati: niente Federazione, niente Stati Uniti d’Europa. Viene tuttavia sostenuto la necessità di dare diritto di iniziativa legislativa al Parlamento Europeo
La concorrenza con altre aree geo-economiche del mondo avrà successo se vi saranno posizioni chiare a difesa di mercati aperti e regole corrette : va respinto il protezionismo e la creazione di nuove barriere, a favore di partnerships efficaci e fondate su regole.
L’impegno è per una Unione di stabilità, che inizia a casa di ciascun stato membro, cui deve essere garantita quanto più possibile autonomia ed indipendenza specialmente in materia di politiche fiscali e finanziarie: ogni stato – e di questo è bene prendere debita nota – è responsabile del proprio debito. E’ chiaro quindi il NO sia alla istituzione di un Ministro europeo delle Finanze sia alla mutualizzazione del debito o dei rischi (quindi niente Eurobond o assicurazione comune contro la disoccupazione)
Le regole del Patto di stabilità e crescita d Fiscal Compact vanno rigidamente osservate e rinforzate sanzionando la violazione dei criteri di stabilità.
Lo sviluppo della Unione bancaria e del mercato dei capitali va accompagnata in primo luogo con la riduzione dei rischi presenti nel sistema bancario: in nome della libertà viene respinta l’idea di abolizione del contante.
In tema di sicurezza sociale l’impegno dell’Europa di garantirla presuppone il rispetto di un principio fondamentale: si può distribuire solo la ricchezza che si produce (ovvero NO a diritti a debito): e non sempre il denaro è la soluzione più efficace, servono piuttosto garanzie dei diritti fondamentali del lavoro o standard comuni di protezione della salute, dell’ambiente e del consumatore.
In tema di sicurezza sociale l’impegno dell’Europa di garantirla presuppone il rispetto di un principio fondamentale: si può distribuire solo la ricchezza che si produce (ovvero NO a diritti a debito): e non sempre il denaro è la soluzione più efficace, servono piuttosto garanzie dei diritti fondamentali del lavoro o standard comuni di protezione della salute, dell’ambiente e del consumatore.
Ma viene ribadito anche che la libertà di movimento in Europa non deve portare all’abuso dei sistemi di welfare dei diversi stati membri.
In materia di immigrazione la protezione dei confini esterni è considerata parte di una compiuta area Schengen: la proposta è trasformare FRONTEX in una polizia di frontiera pienamente operativa, composta da almeno 10.000 unità con il potere di intervenire direttamente.
Va tenuto a livelli bassi il numero di rifugiati da accogliere in Europa: combattere l’immigrazione illegale è un compito condiviso da parte di tutti i paesi ed ogni paese deve accrescere la propria responsabilità.
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