Evidentemente l’imminente campagna elettorale sta sdoganando un clima da “liberi tutti” quanto a informazione e propaganda, che sollecita a spararle più grosse possibili e ad effetto, senza alcun riguardo per la verità di ciò che si comunica. La polemica dei sindacati (o parte di essi) contro il Decreto Aiuti, che già si era segnalata nei giorni scorsi per retorica arrembante (“Il palazzo ignora la gente comune) si arricchisce con conteggi intesi a dimostrare che il Decreto ha destinato a lavoratori e pensionati le briciole (la famosa elemosina); il resto non si sa, anche se di recente altri conteggi avevano fatto intendere che nella sostanza gli aiuti finora messi in campo dal Governo Draghi sono andati alle imprese (è stata anche buttata là una cifra: 170 mld!).
Vale la pena, come sempre si dovrebbe fare, dare un’occhiata alle fonti per verificare: in questo caso la Gazzetta Ufficiale. Il Decreto stanzia, per gli anni 2022 e 2023, 2.180 mln per il taglio dei contributi a favore dei lavoratori dipendenti, 2.134 mln per l’anticipazione della rivalutazione delle pensioni, 100 mln per il sostegno ai lavoratori autonomi, 94 mln per la defiscalizzazione degli interventi di welfare aziendale. Totale 5326 in favore dei lavoratori.
Ma ci sono poi gli interventi contro il caro bollette gas e luce, l’abbattimento delle accise sui carburanti, l’estensione del “bonus”, il bonus trasporto pubblico, ecc. per un ammontare che, nei due anni, arriva a 6.500 mln; non si tratta di risorse che vanno a favore di lavoratori e pensionati? Data la composizione sociale del Paese è facile rispondere che saranno loro a beneficiarne per la maggior parte, anche se come semplici “cittadini”.
Alle aziende vanno 400 mln per il caro energia, 1.100 per il settore siderurgico e 815 mln per i Contratti di Sviluppo e i Progetti Europei previsti dal Recovery Plan. Sono soldi che sostengono le imprese e consentono investimenti: di solito anche i Sindacati sono interessati a operazioni del genere e normalmente le sollecitano.
Resta di difficile comprensione la ratio del diffondere notizie imprecise e chiaramente intese a provocare reazioni emotive come se l’indignazione e la furia da frustrazione fossero le cifre di un nuovo modo di essere sindacato.
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