Favorevoli o contrari, gli italiani seguono con attenzione il tema delle forniture militari all’ Ucraina.
Ma quanti cittadini sanno che la Russia sta utilizzando in Ucraina armi e mezzi militari del nostro paese?
I giornali italiani (con pochissime eccezioni ) non hanno acceso i riflettori sulle consistenti forniture militari dell’Italia alla Russia.
Le forniture risalgono ad alcuni fa.
Nessuno poteva poteva ovviamente prevedere le tragiche decisioni di Putin del 24 febbraio scorso che hanno sconvolto il mondo con un effetto dirompente analogo o forse persino maggiore a quello dell’ 11 settembre.
Ma gli accordi di cooperazione nel settore dell’industria militare tra Italia e Russia non sono da trascurare dal momento che sono attualmente utilizzate dalle forze armate della Federazione Russa per portare morte e distruzione in Ucraina (e peraltro anche in Siria).
La domanda da porre ai pacifisti a senso unico “alla Matteo Salvini” è la seguente: aver fornito armamenti alla Russia va bene ma non va bene se oggi il destinatario è l’Ucraina?
Due mesi prima che Putin invadesse con i carri armati la Georgia, per la precisione il 3 giugno 2008, il Ministro della Difesa Ignazio La Russa ha fatto in una intervista la seguente perentoria affermazione: “La Russia sarà un partner indispensabile per la sicurezza dei valori e delle società occidentali; nei prossimi decenni, tra mille difficoltà, questo rapporto va rafforzato”.
La sua frase non ha portato fortuna visto quanto è successo poco dopo in Georgia, ma la linea del governo Berlusconi non é cambiata, come conferma il resoconto dell’ allora il Presidente Dimitri Mendevev sul sito del Cremlino nel dicembre 2009 dopo la sua visita a Roma (http://en.kremlin.ru/events/president/transcripts/6236).
In verità alcune agenzie intelligence di paesi europei avevano avvertito i governi della possibilità di una invasione russa della Abkazia e dell’Ossezia del Sud.
Ma i decisori politici in Germania e in Italia (né quelli di centrodestra al governo né di quelli di centrosinistra all’ opposizione aveva creduto a questo possibilità).
È l’ effetto che gli studi di intelligence definiscono errore da “precognito” . Quasi tutta la politica italiana pensava di vivere ancora nella “luna di miele” di Pratica di Mare.
Per inciso un fenomeno simile è accaduto anche rispetto alla Cina: proseguire come prima senza comprendere che a Pechino dal 2012 qualcosa stava profondamente cambiando.
Tornando alla Russia “per rafforzare” la collaborazione con Mosca, il governo dell’ epoca non si è limitato (come è emerso negli ultimi tempi finalmente sulla stampa italiana) ad aumentare le importazioni di gas russo (processo iniziato a livello embrionale gia’ con Bersani al MISE), ma ha anche deciso di aumentare le esportazioni di materiali militari italiani alla Russia.
L’attuale presidente di Orizzonti Sistemi Navali Spa, Guido Crosetto, in quegli anni era sottosegretario alla Difesa.
In tale veste è volato a Mosca con l’ obiettivo di promuovere la vendita sia dei blindati Lince del gruppo Iveco (appartenente alla famiglia Agnelli/Elkann: https://ostpolitik.wordpress.com/2010/10/18/la-russia-acquistera-veicoli-militari-iveco/) sia i carri armati Centauro prodotti da OtoMelara Finmeccanica (oggi Leonardo).
Per inciso i proprietari di Iveco Difesa sono gli stessi del gruppo editoriale che controlla Repubblica, La Stampa, ecc, ma per ragioni di spazio evito qui di aprire il”vaso di Pandora” che riguarda i rapporti tra editoria e interessi economici nel nostro paese.
Tornando a Crosetto, la missione cui facevo riferimento più sopra ottenne un certo successo.
Il 9 maggio del 2012 i blindati Lince sfilano per la prima volta nella grande parata militare della piazza rossa. All’ esercito russo saranno complessivamente consegnati 358 esemplari assemblati in Russia.
Per una serie di ragioni illustrate nella pubblicazione “Russia Beyond”https://it.rbth.com/societa/2014/11/28/la_lince_italiana_per_lesercito_russo_33619 nel novembre del 2013 la Russia ha deciso di interrompere le relazioni con IVECO per i blindati di Lince e di non procedere con i carri Centauro.
In un articolo sul Sole 24 ore un noto esperto in materia di sicurezza come Gian Andrea Gaiani (nel 2018 sarà anche consigliere di Salvini al Viminale) lancia l’ ipotesi che la rottura con Iveco è Finmeccanica sia dovuta ad un raffreddamento dei rapporti tra Roma e Mosca per la politica troppo filo americana del governo Monti.
L’amico ambasciatore Giulio Terzi con cui ho avuto modo di collaborare in diverse occasioni era Ministro degli Esteri e – se lo desidera – può confermare o meno l’ ipotesi di Gaiani.
Il discorso potrebbe continuare su vari fronti, soprattutto sul piano inclinato delle tecnologie duali.
Per la verità, non si può attribuire soltanto al centro-destra la disponibilità a intrattenere buoni rapporti con Mosca. In diverse occasioni tale disponibilità nei confronti di Mosca è stata decisamente trasversale coinvolgendo anche le forze di centro sinistra.
In questa sede intendo richiamare l’attenzione su una curiosa coincidenza ignorata dai media: sui tre fondatori di Fratelli d’ Italia ben due – Ignazio La Russa e Guido Crosetto – sono stati protagonisti della cooperazione militare tra Italia e Russia.
Sono forse anche questi precedenti, oltre all’ esigenza di differenziarsi da Salvini e Berlusconi, che hanno spinto la terza fondatrice – oggi sulla cresta dell’ onda leader politica di FdI Giorgia Meloni, a effettuare un così rapido cambio di marcia in direzione filo atlantica?
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