“Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”: era il 1978 e Nanni Moretti in Ecce Bombo già si arrovellava sul tema che poi sarebbe diventato cruciale con l’avvento dei social media e il predominio delle immagini: l’apparire. Prima ancora di lui, l’avevano capito i pubblicitari, i teorici del marketing, i creatori del fashion, i “persuasori occulti” che studiavano come posizionare i prodotti sugli scaffali dei supermercati; e infine, con qualche decennio di ritardo, i politici. In un certo senso Nanni Moretti – soprattutto con i suoi primi film – ha fatto scuola ad una intera generazione di politici, e non solo di sinistra.
Morettiano, senza saperlo né volerlo, è Matteo Salvini che in questi giorni sta eguagliando il maestro con il suo tormentone: mi si nota di più se ci vado o se non ci vado? In Russia, ovviamente, a parlare con Putin di guerra e pace. Prima aveva detto che partiva, ma quando si è sentito rispondere da Enrico Letta che la sua era un’iniziativa “strampalata”; sui principali quotidiani sono apparse dichiarazioni di fonti governative secondo le quali il presidente del Consiglio Draghi è molto infastidito dall’ipotesi di Salvini-mediatore; e persino l’alleata/avversaria Giorgia Meloni ha commentato con una risatina sarcastica, allora si è offeso e ha dichiarato: non ci vado più.
Ma poi ci ha ripensato, e già circola qualche voce che annuncia la sua partenza per Mosca il 2 giugno, festa della Repubblica. Quello che nessuno sa né riesce a prevedere è se anche questa volta, come fece in passato, Matteo indosserebbe la famosa maglietta con l’effige di Putin e direbbe che lo preferisce ad Angela Merkel e persino a Sergio Mattarella. Sicuramente, però, concorderebbe con lo zar nel condannare l’aggressività del presidente Biden e tutta la politica espansionistica della Nato, perché loro due -si sa- sono pacifisti a differenza dei guerrafondai americani.
Presentarsi al Cremlino con la t-shirt putiniana sarebbe un buon lasciapassare. E il leader della Lega potrebbe arrivare a sedersi a un capo del magnifico tavolo bianco dove già si è seduto, inutilmente purtroppo, Macron. Se poi riuscisse a convincere Putin a fare la pace con gli ucraini – ci spera fortemente -, sarebbe un successo planetario e lui finirebbe sui libri di storia. E così potrebbe riportare la Lega ai livelli elettorali di quell’estate torrida, quando sul bagnasciuga dell’Adriatico annunciò che stava per prendersi i “pieni poteri”: anche allora ci sperava fortemente.
Comunque Matteo Salvini non è il solo morettiano inconsapevole della politica italiana. A qualcuno potrà sembrare un’idea assurda, ma io trovo che persino l’ultimo Berlusconi stia agendo sotto l’influsso occulto di Ecce Bombo. Lasciamo perdere il tormentone del matrimonio con Marta Fascina: annunciato, confermato e poi, all’ultimo momento, trasformato in un semplice party per pochi intimi. Le questioni private ci interessano poco, qui non predichiamo la morale come i Pm milanesi del Ruby ter. Ma la politica sì, quella ci riguarda: quanto ci avrà pensato il Cavaliere su che posizione prendere nei confronti del vecchio amico Putin? Quante volte si sarà chiesto: mi si nota di più se dico come fanno (quasi) tutti che il russo è un criminale di guerra, oppure se critico Biden e Stoltenberg? Alla fine ha deciso per la seconda opzione; e alla convention di Forza Italia a Napoli se n’è uscito con dichiarazioni simil-salviniane come: “Siamo in guerra anche noi, perché gli mandiamo le armi” oppure “Avremo dei forti ritorni delle sanzioni alla Russia sulla nostra economia, già si è fermato lo sviluppo, avremo una diminuizione del nostro Pil”.
E Giuseppe Conte non lo vogliamo anche mettere nella lista dei morettiani inconsapevoli che finiscono per ritrovarsi nelle fila dei pacifisti filo-putiniani? Per lui apparire ed essere praticamente si equivalgono: quindi più appare e più si illude di contare qualcosa. Il reddito di cittadinanza si è dimostrato un disastro e i navigator non hanno trovato lavoro a nessuno? Addirittura ha funzionato come disincentivo per i giovani che adesso il lavoro non lo cercano nemmeno, e se qualcuno glielo offre loro lo rifiutano perché stanno bene così? Ebbene Conte si toglie la cravatta, scende in piazza e cavalca la battaglia dell’intoccabilità del reddito di cittadinanza. Gli italiani sono giustamente spaventati dalla possibilità di una guerra su vasta scala? E allora lui, agitato e rosso in volto come fosse Beppe Grillo, tuona davanti alle telecamere contro l’invio delle armi; nonostante che il suo partito stia dentro il governo e che in parlamento i suoi onorevoli abbiano votato per sostenere la resitenza ucraina.
Fra qualche giorno si voterà in buona parte dei comuni e per i referendum sulla giustizia; e molti di noi si stanno già chiedendo: mi si noterà di più se dico in proposito qualcosa su Facebook o se faccio un balletto su Tik-tok? Appunto: in Ecce Bombo c’era già tutto questo.
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