La situazione è difficile. E qualcuno prevede che siamo solo all’inizio. E ci aspetta una situazione ancora più dura. Per le famiglie, per le imprese e quindi per le istituzioni. Siamo appena usciti, forse ancora non completamente, da una lunga pandemia, c’è una guerra cruenta dentro il cuore dell’Europa e assistiamo ad una inflazione crescente che parte dalla penuria di beni, in particolare quelli energetici, ma anche alimentari, delle materie prime e di alcuni semilavorati. C’è da avere una certa, giustificata, apprensione.
In questa situazione “di guerra” la politica può fare solo una cosa. Lo dice il nostro inno nazionale. Stringersi a coorte e lottare uniti contro il comune nemico. Ed è quello che abbiamo fatto. Un Governo del Presidente della Repubblica, peraltro riconfermato tale in maniera quasi plebiscitaria dal Parlamento allargato, sostenuto dalla larga maggioranza del Parlamento. E quindi siamo pronti alla battaglia.
Draghi, che è il Capo di Stato Maggiore di questo esercito, fatto di popolo e di istituzioni, ha avuto una larga investitura. E’ apprezzato in Patria e all’Estero. E, nonostante alcune battute d’arresto d’immagine dovute forse anche ad una non perfetta dimestichezza con i “giochi di Palazzo”, appare forte e deciso nella conduzione del Governo. Magari non tutti i Ministri che ha scelto sono all’altezza della sfida. Ma si deve andare avanti lo stesso. La crisi lo richiede.
Nonostante la crisi, e quindi il bisogno di una gestione unitaria della Politica di Governo, le forze politiche, in aria di elezioni, cominciano a differenziarsi e a creare non pochi problemi al Governo. Sempre più spesso in Parlamento il “Governo va sotto” e su uno dei provvedimenti cardine del PNRR, la Riforma del Catasto, il Governo ha retto per un solo voto. Il voto dell’ottimo Lupi, già Ministro delle Infrastrutture nel Governo Letta.
Draghi di fronte a queste fibrillazioni, e nella crisi crescente sul fronte internazionale sul fronte interno, ha una sola strada. Andare avanti con forza e decisione, seguire il programma del Pnrr sul lato Riforme, tenere i conti in ordine e mantenere l’Italia su un alto profilo, economico, politico e morale, nel contesto europeo e mondiale. Sono tutti obiettivi sfidanti e non semplici da gestire. Ma Draghi oggi, con questa politica, con questo Parlamento e in questa situazione, è l’unico che può farlo.
Non si tratta di fare il “conductador” abbassando il livello di democrazia del paese. Nessuno chiede a Draghi di cancellare il Parlamento e di azzerare la Politica. Che, come sempre ha fatto e deve fare, è alla ricerca della differenziazione e della specializzazione nella necessaria cattura del consenso. Ma si tratta di Governare sapendo che di fronte alla crisi in cui oggi ci troviamo non ci sono “pasti gratis per tutti” e non ci sono “scorciatoie” che facilitano il cammino. E’ il momento della responsabilità. E chi guida il Governo ha il dovere di dare al paese una prospettiva che sia plausibile, fattibile e utile per l’attuale a ancora di più per la “next generation”.
Sarebbe un grave errore se Draghi si mettesse a fare il mediatore “al ribasso” delle richieste insensate e talvolta “pulsionali” dei diversi partiti e movimenti che sostengono la maggioranza. E, una volta definita la “road map”, e per molti tratti è già stata definita, si deve solo andare avanti. Questo chiede la parte più avvertita del paese. E questo richiede la complessità e la gravità del momento.
Può essere che questa mancanza di mediazione porti ad ulteriori crescenti difficoltà il percorso del Governo e la tenuta, e addirittura l’immagine pubblica, del Premier. Potrebbe accadere. Ma Draghi non ha altra strada da seguire. Chi vuole affossare il Governo, il premier Draghi e la politica legata al Pnrr sa che ha grandi possibilità in questa fase. Il Paese non è abituato da tanto tempo ad essere chiamato a responsabilità collettive. E nell’ultima legislatura i Partiti hanno fatto a gara a ricercare il consenso attraverso bonus, regali e sconti. Stiamo a vedere. E stiamo a vedere se ci sarà chi metterà la propria faccia sull’apertura di una crisi al buio. Di facce toste è piena la politica. A Draghi possiamo solo dire: “non ti curar di loro ma guarda e passa”. E’ finito il tempo del piccolo cabotaggio. O si vola alto, o si affoga.
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