E’ al calor bianco la discussione sui bonus per l’edilizia, in particolare per quelli di più recente introduzione (bonus facciate, superbonus 110%) nei quali brilla l’assenza di effettivi e ed efficaci controlli che ne hanno consentito un utilizzo fraudolento ai danni dello stato (lavori fittizi, cessioni del credito non regolate e senza definizione di soggetti abilitati) ed assieme hanno eliminato il conflitto cliente/fornitore, generando una impennata dei prezzi in misura ben superiore all’aumento indotto dalla fiammata inflazionistica, ed anche su questi differenziali di prezzi in molti ci hanno marciato, con scelta complice di cliente e impresa.
Ma su questo argomento varrà la pena di ritornare successivamente, limitandoci ora a focalizzare l’attenzione su cosa è venuto a rappresentare il bonus nel sistema complesso del fisco italiano, un sistema in continua modifica con micro-provvedimenti ( a volte anche macro..) tesi a rispondere alle aspettative della clientela di riferimento.
La progressività proclamata
Ovviamente son tutti pronti a tuonare in favore della progressività del sistema, della sua equità, ma la realtà dei fatti è ben diversa, come certifica il Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali del Prof. Alberto Brambilla con i suoi rapporti: dal più recente (“Le dichiarazioni dei redditi 2019 ai fini IRPEF e l’analisi delle imposte dirette e indirette per importi, tipologia dei contribuenti e territori negli ultimi 12 anni”) emerge come su un gettito IRPEF di 172 miliardi nell’ anno fiscale 2019, il 78,8% dei contribuenti dichiari redditi fino a 29mila euro, corrispondendo di fatto solo il 28,4 % di tutta l’IRPEF e, quindi, un gettito d’imposta neppure sufficiente a coprire la spesa per le principali funzioni di welfare, vale a dire sanità, assistenza sociale e istruzione. Pesano economia sommersa, evasione non adeguatamente contrastata ed elusione fatta di regimi d’imposta particolari, di detrazioni e di deduzioni, di un sistema di bonus confuso e talvolta di dubbia utilità, con la “continua elargizione di incentivi a pioggia a favore dei redditi più bassi, da una parte, e le “minacce” di abolizione delle tax expenditures per i redditi da 35mila euro in su, dall’altra…………L’Italia è il Paese della tripla progressività: la prima riguarda il fatto che più un soggetto guadagna e più paga; la seconda (altrettanto legittima) progressività è data dall’incremento dell’aliquota. La terza è una progressività “occulta”, perché esiste ma non è mai evidenziata dai fautori della riduzione delle imposte, e soprattutto pericolosa, perché più tasse si pagano meno servizi si ricevono. All’aumentare del reddito diminuiscono infatti fino a sparire le deduzioni, di fatto incentivando i cittadini a non dichiarare quanto davvero per poter così beneficiare di prestazioni sociali e altre agevolazioni da parte di Stato, Regioni e comuni” (Mara Guarino “se quasi la metà degli italiani non ha redditi, su chi grava il carico fiscale?” Il punto – pensioni e lavoro” 18/08/2021)
Per dirla tutta, i bonus sono lo strumento con la quale il ceto medio gravato da aliquote nominali alte se ne riappropria in misura più o meno consistente attraverso misure al limite del demenziale come il cash back che premiava l’utilizzo della moneta elettronica che è appannaggio di chi ha più reddito e maggior capacità di spesa (stimolando la fantasia degli italiani per poterne comunque beneficiare, si pensi al frazionamento del pieno di carburante in dieci o più operazioni)
Ma i bonus nascono tutti per finalità lodevoli e, se ben strutturati, possono raggiungere gli obiettivi voluti dallo Stato.
Questi scopi, con tutti i limiti del caso, era onestamente perseguito dalle ormai antiche incentivazioni per la ristrutturazione edilizia ed il contenimento dei consumi energetici: a questo obiettivo un recente report del Centro Studi di ANCE Toscana (“IL PROFILO DELLA TOSCANA SECONDO I DATI DELLE DICHIARAZIONI IRPEF”, gennaio 2022) ha dedicato un ampio paragrafo dal quale attingiamo le relative pagine
L’utilizzo dei bonus per ristrutturazione edilizia e efficienza energetica in Toscana 2015-2019
I dati relativi alle detrazioni fiscali per spese edilizie e per il contenimento dei consumi energetici mostrano un crescente progressivo utilizzo in Toscana di questi bonus, detraibili – di norma – in 10 anni, che vedono cumularsi nel tempo le residue detrazioni da anni precedenti con quelle concesse nell’anno, di fatto rappresentando lo stock, ovvero la consistenza del numero di detrazioni in essere, in sostanza lo stock passa da quasi 540.000 dichiarazioni che includono detrazioni per spese edilizie del 2015 a oltre 695.000 del 2019 (+ 29,3%) mentre l’importo delle detrazioni passa da 360 a 560 milioni di euro (+57,1%). Per gli interventi finalizzati al risparmio energetico, il numero di detrazioni si attesta su livelli inferiori, da poco meno di 100.000 nel 2015 a quasi 180.000 nel 2019 (+ 83,5%) con l’ammontare che passa da 60 milioni a quasi 110 milioni di euro (+80,3%).
Frequenza ed ammontare detrazioni per spese edilizie e per risparmio energetico 2015—2019
Anno | Numero dichiarazioni | Detrazioni per spese edilizie | Detrazione per spese relative al risparmio energetico | ||
Frequenza | Ammontare milioni | Frequenza | Ammontare milioni | ||
2019 | 2.754.659 | 695.041 | 563,9 | 177.552 | 107,9 |
2018 | 2.749.561 | 666.975 | 513,9 | 158.621 | 97,1 |
2017 | 2.734.345 | 631.257 | 458,2 | 140.959 | 87,7 |
2016 | 2.707.816 | 587.204 | 406,2 | 117.926 | 72,2 |
2015 | 2.705.911 | 537.507 | 359,0 | 96.733 | 59,8 |
Se nel 2015 era solo il 20% dei dichiaranti che detraeva i bonus per l’edilizia, nel 2019 vi ha fatto ricorso il 25%, per un importo medio passato da 668 euro a 811 euro.
Per i bonus legati al risparmio energetico, si registra un minor ricorso arrivato, nel 2019, al 6,4% dei dichiaranti per un importo medio di poco più di 600 euro, in leggero calo sul 2015.
Incidenza su dichiaranti detrazioni spese edilizie e risparmio energetico e importo medio – 2015 a 2019
Incidenza% frequenza detrazioni su totale | importo medio | |||
edilizie | energia | edilizie | energia | |
2019 | 25,2 | 6,4 | 811 | 607 |
2018 | 24,3 | 5,8 | 771 | 612 |
2017 | 23,1 | 5,2 | 726 | 622 |
2016 | 21,7 | 4,4 | 692 | 612 |
2015 | 19,9 | 3,6 | 668 | 618 |
Il ricorso ai bonus è strettamente correlato al reddito dichiarato, anche per noti problemi di incapienza per i redditi bassi.
Le detrazioni di spese per il recupero edilizio sono utilizzate dall’8,2% dei dichiaranti fino a 10.000 euro per crescere, con progressione costante, fino al 60,9 % dei redditi fra 55.000 euro e 75.000, stabilizzandosi poco al di sopra (64%) per le classi di reddito superiori.
Per i bonus del risparmio energetico la curva è più piatta, crescendo da appena l’1,4% dei redditi fino a 10.000 euro fino al 30,4% per redditi oltre i 120.000 euro.
Graf. 5 Percentuale di richiedenti per classe di reddito dichiarato 2019
Per quanto riguarda l’importo medio delle detrazioni per edilizia, questo è abbastanza stabile, attorno ai 600 euro fino alla classe da 15.000 euro a 26.000, dopo di che cresce a più di 900 per redditi da 26.000 euro a 55.000, per arrivare fino ai quasi 3.400 euro per redditi sopra i 120.000 euro.
La stessa dinamica si ripresenta per il risparmio energetico: l’importo medio resta abbastanza stabile fino alla classe 15.000 26.000 euro, sotto i 480 euro, per poi salire fino ad oltre 2.000 euro per la classe di reddito superiore a 120.000 euro.
Graf. 6 Importo medio detrazione edilizia ed energia per classe di reddito dichiarato
In tanti replicano che i 18 miliardi di costo (ad oggi, perché non son previsti tetti né scadenze) hanno rilanciato l’edilizia: è innegabile ma intanto di questi almeno 4,5 miliardi hanno riempito le tasche chi ha messo in piedi frodi neanche tanto sofisticate e senza muovere un mattone.
L’edilizia è sicuramente importante e la sua ripresa consente al paese di rincamminarsi lungo un sentiero di crescita: forse destinare quelle risorse alla costruzione di 100.000 abitazioni popolari per i più fragili, gli ultimi avrebbe rilanciato l’edilizia meglio e di più di quanto verrà dai bonus.. Ma gli ultimi non hanno rappresentanza politica, né a sinistra né al centro od a destra.
Trova plastica conferma l’adamantina sentenza di Cetto La Qualunque “mi è stato chiesto, se vengo eletto, cosa intendo fare per i poveri e i bisognosi: ‘na beata minchia! È ora di finirla: ‘sta cosa dei bisognosi è una mania! “
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