La politica economica condotta senza tener conto dei costi di opportunità delle varie misure genera quella che R.G.Rajan un noto economista di Chicago, ex-governatore della Banca Centrale Indiana, ha chiamato la Free-lunch economics, ovvero l’economia della gratuità (Project Syndacate, 31 gennaio 2022). Questa si afferma quando si abiura al principio basilare della smart economic policy, come la chiama Rajan, che richiede di scambiare i sacrifici di oggi con i benefici di domani. La gratuità è un tarlo che si insinua nelle menti dei cittadini-contribuenti prima che nelle menti dei politici. E questi ne approfittano per guadagnare consensi e massimizzare le probabilità della rielezione e del mantenimento o conquista del potere.
Ma come si muove il tarlo, quale percorsi può seguire? Le possibili scorciatoie sono state largamente fornite tra le maglie degli opportuni interventi per lenire gli effetti negativi su famiglie e imprese della pandemia da Covid-19 nel nostro paese.
Innanzitutto, il ricorso massiccio, forse oltre le necessità, all’allargamento del debito pubblico, il quale per definizione determina un trasferimento del costo delle entrate alle generazioni future, al netto dei benefici che possono derivare dagli investimenti pubblici netti. Una spesa corrente “a pioggia”, poco selettiva è lo strumento più potente per diffondere il tarlo della gratuità. A maggior ragione quando i titoli del debito pubblico sono acquisiti in pancia della BCE attraverso il Quantitative easing. In linea generale, il rialzo del tasso di interesse generato dal ricorso debito pubblico è la forma più evidente dell’emergere di un costo di opportunità, il prezzo della liquidità. Questa funzione necessaria di segnalazione viene meno quando questo prezzo è posto uguale a zero dalla banca centrale che diffonde liquidità senza costo. Non bisogna sviluppare complicati ragionamenti per evidenziare come questa situazione, diciamo innaturale, per quanto utile in straordinarie fasi recessive, non può che essere temporanea.
Altro canale per insinuare il tarlo della gratuità è la detassazione e la riduzione dei proventi dei servizi pubblici. La Pubblica Amministrazione fornisce servizi sostenendo dei costi di produzione, destinati all’acquisto degli input necessari, per cui la gratuità dovrebbe essere un’eccezione, rivolta a categorie ben definite di soggetti meritori, identificati dal reddito e dai bisogni.
Ma il canale privilegiato scelto dal tarlo è la distorsione del ruolo dello Stato assicuratore. La Stato interviene per assicurare i cittadini contro i rischi sociali, malattia, vecchiaia, disoccupazione, povertà, ignoranza da cui le fondamenta dei moderni welfare state. Come tutte le assicurazioni anche quelle sociali determinano il fenomeno dell’azzardo morale, cioè lo sfruttamento delle asimmetrie informative per sovra utilizzare le prestazioni e i risarcimenti rispetto a quanto versato sotto forma di contributi sociali e imposte. Caso emblematico è il Reddito di cittadinanza che, per quanto utile ad allievare le condizioni di povertà effettiva, non incentiva a ricercare un’attività lavorativa, e quindi spinge ad ottenere un “pasto gratis”.
La soluzione del problema dell’azzardo morale non è la privatizzazione dei meccanismi di assicurazione sociale ma imporre la consapevolezza dei costi di opportunità insiti in questa sovrautilizzazione, e quindi limitare la gratuità delle prestazioni alle categorie più esposte ai rischi. Nel sistema di finanza pubblica in Italia tutto ciò si è tradotto in una carenza storica delle risorse destinate alla istruzione e agli investimenti pubblici rispetto a quelle destinate alle pensioni commisurate con il criterio retributivo.
La gestione dei trade-off delle misure e degli interventi sono al fondamento della politica economica e in definitiva del funzionamento di una democrazia avanzata. In questa gestione, faticosa e complicata, spesso contrastata dai gruppi di pressione, si misura, come dice Rajan, la statura dei politici, non nei confronti dell’elettorato diretto, ma nei confronti della storia e dell’avvenire delle generazioni future.
Cosimopiovasco
https://www.rivistailmulino.it/a/i-moralisti-del-merito-e-il-sostegno-alla-povert
Luciano
Insomma tutto gratis? Sostegno alla povertà x chi è impossibilitato a provvedere al proprio sostentamento. Per gli altri cui fa fatica lavorare , qualsiasi lavoro va accettato, sostegno temporaneo e progressivamente minore.. Cmq in cambio di reddito di cittadinanza o soste si lavora x la collettività.