E così anche l’Ocse ci ha tirato le orecchie. Più che una tirata d’orecchie una bocciatura tutto tondo sulla nostra politica economica. Accompagnata da numeri che fanno un po’ paura se si verificheranno: PIL a -0,2% nel 2019 (ergo recessione) e un modesto +0,5% nel 2020.Rapporto deficit/PIL al 134% nel 2019 e 135% nel 2020.
Ma quello che fa più riflettere è la presa di posizione netta sui due provvedimenti cardine dell’attuale Governo, soprattutto su quota 100, il segretario dell’OCSE, Gurria, è tranchant: “Rallenterà la crescita nel medio termine, riducendo l’occupazione tra le persone anziane e sotto il profilo attuariale, accrescerà la diseguaglianza generazionale e farà aumentare il debito pubblico“.
Anche sul reddito di cittadinanza non vanno proprio di fioretto e, semplifico e riassumo, la maggiore preoccupazione è incoraggiare “l’occupazione informale” (da noi in Italia si chiama lavoro nero) e creare sacche di povertà, accentuando le differenze tra le regioni più virtuose e quelle meno ricche.
E questo è quello che abbiamo più o meno tutti letto sui giornali in questi giorni. C’è una cosa che personalmente però attira maggiormente la mia attenzione, tra le varie preghiere (o prediche?..) ricevute: il nostro PiL pro-capite tra il 2008 e il 2018 è calato del 2,5%. In soldoni: l’Italia è l’unico Paese che tra le economie sviluppate è in costante peggioramento. Persino la Grecia ha fatto meglio di noi (non me ne vogliano gli amici ellenici). E questo vuol dire che abbiamo distrutto ricchezza, che abbiamo perso potere d’acquisto. Insomma, che i nostri figli stanno peggio. E forse, questa fede nel prossimo futuro radioso, come inserito nella nota preparatoria al Def, con investimenti fissi in crescita da 4,1 miliardi a 4,4 miliardi nel solo 2019, dovrebbe farci riflettere: se la produzione è stagnante e i consumi calano, l’export è inchiodato e le grandi industrie (automotive, edilizia, acciaio per esempio) arrancano…come si riesce a generare fiducia negli imprenditori per aumentare gli investimenti?
In econometria, un mio vecchio professore mi insegnava la struttura del teorema: ipotesi, tesi, dimostrazione. Basta solo che una delle ipotesi alla base della tesi sia fallace, che qualsiasi dimostrazione, per quanto matematicamente corretta è fallata anche essa.
Corso di matematica generale per tutti?
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