La Commissione giudicatrice del Premio Giacomo Matteotti – presieduta dal Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Pres. Roberto Chieppa, e composta dalla dott.ssa Silvia Calandrelli, dal prof. Stefano Caretti, dalla dott.ssa Emanuela Giordano Meschini, dal prof. Francesco Maria Chelli, dal prof. Alberto Aghemo e dal prof. Bruno Tobia – ha premiato con una menzione speciale, per la sezione della “Saggistica”, il libro «L’alternativa impossibile. L’idea socialdemocratica di Antonio Cariglia tra Italia e Europa negli anni della “prima” Repubblica», scritto da Simone Visciola. Il volume, edito da Marsilio nella collana Saggi, 506 pag., euro 32, ripercorre, sullo sfondo delle vicende del socialismo italiano dal 1946 al 1992, la vita politica di Antonio Cariglia (Vieste 1924 – Pistoia 2010), uno degli uomini di punta del PSDI e fondatore della Fondazione Turati, una Onlus che opera nel settore socio-sanitario in Toscana, Lazio e Puglia.
Più volte parlamentare italiano ed europeo, Cariglia è stato per lunghi anni l’unico rappresentante italiano nel Bureau dell’Internazionale Socialista dove si spese, prima, per l’ingresso dei Socialisti Italiani e più tardi del PDS. Nel 1988 assunse la guida politica e morale di un PSDI travolto dagli scandali, nel disperato tentativo di salvarlo dall’estinzione mentre crollava la “Repubblica dei partiti”.
Con una accurata e documentata ricostruzione storiografica, Visciola mette in risalto le due linee guida di tutta l’azione politica di Cariglia. La prima di carattere europeo ed internazionale. Non c’è futuro per l’Italia al di fuori del contesto europeo e non c’è un futuro per l’Europa al di fuori del suo allargamento e del suo consolidamento. L’Europa è un punto di riferimento imprescindibile anche per risolvere le anomalie politiche, istituzionali ed economiche del nostro Paese.
È guardando all’Europa e ai suoi paesi guida che Cariglia sottolineava l’importanza di concetti che, ancora oggi, sono tutti da conquistare per la stragrande maggioranza della classe politica italiana: l’importanza della stabilità del potere esecutivo, la necessità di dare ai cittadini la possibilità di scegliere con il voto il governo, la responsabilizzazione, con l’istituto della sfiducia costruttiva, del Parlamento rispetto all’Esecutivo e ancora, sul piano economico, l’assumere a base di ogni scelta la consapevolezza che la ricchezza, prima di essere redistribuita, deve essere prodotta.
La seconda costante è stata l’azione sul piano interno tesa, prima con l’unificazione socialista poi con il rassemblement dell’area laica e socialista, a dare forza e rappresentanza politica ad un mondo laico e riformista che, diviso e frastagliato, non riusciva a far sentire la sua voce e ad imporre le sue idee.
La XVII edizione del Premio Giacomo Matteotti, che è promosso dall’omonima Fondazione presieduta dal Prof. Alberto Aghemo, ha inoltre premiato per la Saggistica il volume di Barbara Henry, Ilaria Pavan e Michele Emdin – Vite sospese. 1938: Università ed ebrei a Pisa – edizioni Pisa University Press, e ha assegnato una menzione speciale, oltre che al libro di Visciola, al volume di Mirko Grasso – Giacomo Matteotti. Il fascismo tra demagogia e consenso: scritti 1922 – 1924 – Donzelli editore. Altri premi nelle sezioni “opere letterarie e teatrali” e “tesi di laurea”.
Il volume di Visciola è disponibile nelle principali librerie italiane, online e non. Essendo distribuito all’interno del circuito legato al distributore nazionale “Messaggerie libri”, è presente sugli scaffali (o comunque reperibile su richiesta nel giro di pochi giorni) di migliaia di punti vendita.
Simone Visciola, è storico dell’età contemporanea e docente all’Université de Toulon, dove è Maître de conférences des Universités (Professore associato titolare). Si occupa di storia politica e sociale, italiana ed europea, fra Otto e Novecento e di storia della storiografia.
Lascia un commento