Molti anni fa, scrissi un manifesto dopo una serie di incidenti mortali e/o altamente invalidanti nella fonderia dove lavoravo. Il titolo era “costretti a morire per vivere “. In rapida sequenza erano accaduti incidenti raccapriccianti, quattro mortali e altri invalidanti. Conducemmo una rapida indagine a memoria, non disponendo dei dati ufficiali e venne fuori che in poco meno di 10 anni gli incidenti mortali erano stati 18 accompagnati da un lungo corteo di invalidi. La fabbrica per qualche giorno si ribellò e poi a poco a poco si tornò ad una consuetudine che affermava : si dovrà pur lavorare .
Ma la mobilitazione e la protesta produssero investimenti, alleggerimento dei turni e “rispetto” dei turni di riposo.
Infatti le cause degli incidenti andavano ricercate nell’organizzazione della produzione, nell’assetto degli impianti e nei turni, negli orari di lavoro molto pesanti e nel mancato riposo .
Nulla si fece riguardo la formazione per l’individuazione dei rischi, fino a quando si ottenne il diritto di indagine, la definizione delle mappe di rischio, il registro dei dati biostatistici e il libretto sanitario personale.
E all’ esterno della fabbrica si istituirono gli SMAL,(servizi medicina ambienti di lavoro )che spesso si interfacciavano con i delegati in fabbrica .
Lo slogan era:” la salute non si vende” !
In questi giorni il confronto fra Governo e le Confederazioni e ‘ centrato sulle azioni per garantire la sicurezza dei lavoratori e del lavoro, al contempo i telegiornali sono pieni di notizie di incidenti mortali “ raccapriccianti”.
E nel recente passato vicende come quelle dell’amianto, dell’Acna , della Tyssenkrupp di Torino dopo lo sdegno hanno mostrato tutte le fragilità nel perseguire i responsabili .
Ora si annunciano assunzioni, più di 2000 ispettori per controlli e sanzioni “durissime” . Poco si parla e si fa per contrastare le cause …
L’ attenzione al deflazionamento dei costi (giusta, se non comprime le condizioni di vita e di sicurezza) la ricerca della produttività da algoritmo, una scarsa comprensione di cosa sia efficienza e cosa sia efficacia portano a una sempre più pressante richiesta di incremento dei ritmi e a una riduzione delle pause con conseguente aumento del rischio e della insicurezza!
Non tutto il mondo del lavoro e ‘ segnato da questa condizione, vi sono lavori e produzioni materiali e immateriali dove la dimensione qualitativa fa premio sulla pressante richiesta quantitativa!
Negli impianti a ciclo continuo, nessuno si sogna di mandare un neoassunto ad operare in situazioni complesse e l’affiancamento ad operatori esperti è la condizione, a garanzia della sicurezza del singolo e dell’impianto.
E, paradossalmente, ma non tanto, oggi nelle medie e grandi fabbriche azioni per la prevenzione, che derivano dallo stesso sistema di organizzazione del lavoro, riducono il rischio.
Ma è nelle piccole imprese industriali, agricole, dei servizi, nei cantieri, nei lavori stradali e occasionali, che il rischio persiste e si accentua, e qui occorre anche una responsabilizzazione personale del singolo lavoratore, che spesso lavora fianco a fianco con l’imprenditore, e ogni tanto, assieme perisce.
Spesso la formula giovane flessibile e esperto è la rappresentazione plastica della distanza dai temi sopra citati. Non si manda un neoassunto nelle fasi di ciclo dove occorre esperienza e dimestichezza, così come non si fa decollare un aereo senza che il pilota abbia compiuto tutti gli atti previsti dalla check list.
Quindi occorre che accanto e anzi precedendo tutti i controlli, si sviluppi un piano di formazione preventiva sulle procedure e sui rischi, e che per alcune particolari produzioni la procedura della “cosiddetta check list “ preceda l’ avvio della attività ad ogni inizio turno .
Formazione effettuata coinvolgendo i lavoratori e i responsabili dell’andamento produttivo oltre ai responsabili per la sicurezza e lo stesso datore di lavoro.
Ma soprattutto, servirebbe un censimento, effettuato dall’INPS ,che superando le inutili mene sulla privacy sulle assunzioni trasmetta l’ elenco all’Inail, la quale invii poi a tutti i neo assunti un decalogo che a partire dai diritti , richiami tutte le azioni che rinviano ai comportamenti e al rispetto delle procedure.
Si può obiettare che ciò contrasti con la “produttività richiesta dall’algoritmo“ ma la priorità è un lavoro sicuro , perché anche un morto “costa” e costa di più di pochi minuti utilizzati per la sicurezza.
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