Ispirato dallo Spirito santo, in nome del padre e a difesa del figlio, Grillo ha smentito quasi tre anni di pensieri e opere del ministro Bonafede; il cui giustizialismo populista non era solo il mezzo per soddisfare le smodate ambizioni di un avvocato di provincia altrimenti consegnato all’anonimato. Era l’essenza più genuina del credo pentastellato lanciato dal vaffa-day.
C’è aria di smobilitazione, ormai, in casa pentastellata. E’ la fine della travolgente cavalcata che li aveva portati alla maggioranza nel Paese e al governo. Nel nostro paese e all’estero aveva sbalordito i più. Colpa anche della memoria corta, perché alla fin fine altri avevano fatto di più, anche se non si può dire di meglio: al governo ci erano arrivati dopo una allegra scampagnata a passo di marcia fino a Roma e nei palazzi del potere ci erano rimasti molto di più. Finì con una immane tragedia: la guerra civile.
Questa volta si tratta invece di una farsa gigantesca. Ma è altrettanto arduo rispondere alla stessa domanda che si pose anche allora: come è potuto accadere? Come è stato possibile ammucchiare alla rinfusa il peggio del peggio della cianfrusaglia, le deliranti invettive contro i politici tutti ladri, il tifo per terrapiattisti, no vax, gillet gialli, Maduro, Putin, comunismo capitalista alla cinese, perfino la forca ed essere sospinti al governo? Avete raccolto il 33% degli elettori e già i pronostici ne contano meno della metà. Ma c’è tempo per scendere: come il 26 aprile del 1945 non si trovava più chi avesse sostenuto il regime appena defunto, non ci sarà bisogno che il gallo canti tre volte perché quasi nessuno ammetterà di avervi mai apprezzato.
Ricordiamo la solenne promessa di non fare alleanze e di togliere il disturbo dopo due mandati, nel nome del rinnovamento. E’ finita, per ora, con tre diverse alleanze di governo in tre anni e con il mandato zero che si aggiunge ai mandati uno e due. A conclusione di tutte queste giravolte è giusto che vi siate affidati, per sopravvivere, ad un democristiano capace di conciliare gli opposti come Giuseppe Conte. Il vostro tempo è finito. Sconteremo danni non irrilevanti per avere lascato aperte le porte che vi hanno condotto dove siete arrivati. Ma dobbiamo ammettere, se non altro, che ci avete ricondotto al punto di partenza. Per cui risparmiateci le consuete convulsioni di fine corsa verso le quali già vi siete orientati con la immancabile rifondazione, le diatribe interne, la scissione. Tornate, ognuno, ai luoghi di provenienza. Sparpagliatevi e non parliamone più. Sarebbe, oltretutto un modo elegante per prendere commiato ed una giusta riparazione.
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