«Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita» Così l’inizio fulminante di Aden Arabia di Paul Nizan pubblicata per la prima volta nel 1931 in Francia.
Intellettuale comunista militante, lasciò il PCF nel 1939 all’indomani del Patto Ribbentrop Molotov e per questo abbandono fu accusato di tradimento “traitres au pilori” dal segretario del partito Maurice Thorez.
Nizan in servizio nell’esercito allo scoppio della guerra restò ucciso il 23 maggio 1940 presso Dunkerque.
Nel 1960 fu tratto dall’oblio da Jean Paul Sartre che curò la ristampa di Aden Arabia con sua introduzione ripresa nella prima edizione italiana nel 1961: il romanzo divenne divenne il simbolo della contestazione giovanile di quegli anni, come metteva in evidenza Sartre
“ A questi angry young men chi potrà parlare? Chi spiegherà le ragioni della loro violenza? Nizan è il loro uomo”
Per una lettura dell’opera di Paul Nizan in occasione dei 90 anni da Aden Arabie pubblichiamo, con il consenso dell’autore Carlo Mazza Galanti ed. Il Tascabile, l’articolo “La lotta di Paul Nizan . Dal furore di Aden Arabia al cinismo de I cani da guardia: scrivere per destabilizzare”, pubblicato il 22 maggio 2018 su Il tascabile
“E non fatemi più un quadro affascinante di viaggi poetici redentori (…) Il viaggio è un seguito di irreparabili perdite” scrive Paul Nizan in Aden Arabia, suo primo libro e manifesto letterario del disincanto anticolonialista, nonché uno dei libri di viaggio più intensi e imprevisti che potrebbe capitarvi di leggere: oggi nuovamente disponibile per il lettore italiano (nella vecchia ma sempre valida traduzione di Daria Menicanti) grazie alle Edizioni dell’asino.
Morto appena trentacinquenne nel maggio del 1940, colpito alla testa da un proiettile durante la ritirata dell’esercito inglese (per il quale svolgeva mansione di traduttore) sul suolo di Francia incalzato dalle truppe tedesche di Guderian, Paul Nizan è uno scrittore che oggi conoscono in pochi ma la sua opera e la sua figura intellettuale continuano a occupare una solida nicchia nella storia della letteratura francese del novecento. Nasce nel 1905 da una famiglia socialmente ibrida: contadini del Morbihan inurbati e prestati alla costruzione di ferrovie durante il secondo impero da parte di padre (“Antoine Bloyé” il protagonista del primo romanzo, da molti considerato il suo migliore, è un ingegnere delle ferrovie francesi ed è ricalcato sulla figura paterna: la storia è incentrata sul suo presunto “tradimento” di classe), da parte di madre Nizan è invece di origine borghese e come tale lo scrittore si è sempre percepito. Della buona borghesia francese ha d’altronde fin da giovanissimo attraversato le tappe principali e i luoghi d’elezione, con ottimi risultati: prima il liceo Henri IV, quindi l’École Normale.
Supera l’esame di selezione all’esclusiva università lo stesso anno di Rayond Aron, Simone de Beauvoir e Jean Paul Sartre; con quest’ultimo è amico strettissimo fin dai tempi delle superiori e il prestigio postumo di Nizan deve molto al suo più celebre (e longevo) compagno di scuola. Tra la fine degli anni Venti e lo scoppio della guerra Nizan è uno dei giovanissimi (ha poco più di vent’anni) intellettuali di sinistra più rampanti di Parigi. Collabora con numerose riviste culturali dell’epoca, da Bifur (che dirige per un breve periodo) a vari periodici di appartenenza comunista, in particolare Humanité (organo centrale del partito) e Ce soir di cui sarà segretario di redazione mentre ne è direttore Aragon. Dal primo periodo di forte attività culturale consumato nel giro dei normalisti ventenni idealisti e rivoluzionari prenderà le distanze già nella prima parte di Aden Arabia e poi, più compiutamente, ne La cospirazione, il suo terzo e ultimo romanzo: storia di un gruppuscolo di giovani letterati il cui progetto velleitario di creare una rete di spionaggio militare si consuma rapidamente tra tradimenti e ripiegamenti nel privato. Ad ogni modo Nizan entra nel partito comunista francese nel 1927, epoca di grandi fermenti sociali e politici (rivoluzioni di varia matrice erompono un po’ ovunque sulla scena mondiale), quando tuttavia i comunisti francesi non sono che una forza minoritaria e continuamente esposta all’attacco delle istituzioni liberali.
Nel 1934 trascorrerà un anno in Russia in occasione del primo congresso dell’Unione degli scrittori sovietici all’interno del quale saranno discusse e messe a punto le linee del “realismo socialista”. Qua conoscerà personaggi di primissimo piano come Gor’kij e Malraux (di cui poi diventerà amico) e l’anno seguente sarà uno degli organizzatori del Congresso internazionale degli scrittori per la difesa della cultura tenuto a Parigi, dove sfilerà il meglio dell’intellighenzia di sinistra dell’epoca. Negli anni Trenta, all’ombra del fronte popolare (o poco prima) è uno degli animatori dell’Università operaia parigina dove tiene corsi sui primi atomisti – Democrito, Epicuro, Lucrezio – che diventeranno un libro pubblicato nel 1936 intitolato I materialisti dell’antichità. Nel settembre del 1939, piuttosto improvvisamente (ma meno per chi ha avuto modo di leggere la corrispondenza di quegli anni con la moglie Henriette) abbandona il partito: la causa scatenante è l’invasione della Polonia da parte dell’URSS in seguito alla clausola segreta siglata dal patto Molotov-Ribbentrop. L’abbandono comporterà la sua condanna da parte del partito, in particolare per voce del filosofo Henri Lefebvre e di Aragon, molto duro e stalinista e zelante nel trascinare nel fango la memoria dell’ex amico (che nel frattempo ha perso la vita dalle parti di Dunkerque) trasformando la sua dissidenza in tradimento e accusandolo di essere stato spia al soldo degli inglesi.
Nel dopoguerra, tra i più impegnati a riabilitare la memoria di Nizan sarà Sartre, che negli anni precedenti aveva considerato l’amico una specie di maestro politico, il suo insegnante di marxismo. Duramente colpita dall’anatema ufficiale, l’opera di Nizan è tornata in auge negli anni Sessanta in occasione della riedizione di Aden Arabia per opera dell’editore Maspero (cui sono seguite, a raffica, le riedizioni delle altre sue opere). Una famosa prefazione dello stesso Sartre rilanciava sonoramente la figura di Nizan come riferimento per la contestazione giovanile pre-sessantottina (“A questi angry young men chi potrà parlare? Chi spiegherà le ragioni della loro violenza? Nizan è il loro uomo”) e in effetti dei risultati ci furono: Aden Arabia e altri suoi libri diventarono letture frequentate in quei tempi da un pubblico che poco badava al ruolo di intellettuale di partito che Nizan aveva interpretato fino a poco prima della morte e che poco consenso avrebbe naturalmente riscosso in un contesto movimentista e dai forti accenti anti-sovietici, quale quello dei giovani ribelli degli anni Sessanta e Settanta.
Il dibattito intorno al dogmatismo politico di Nizan è al centro della riflessione critica che in Francia e altrove ancora si dedica saltuariamente allo scrittore. Non è questa la sede per contribuire al non facile scavo nelle motivazioni psicologiche e sociali, alla ricostruzione del contesto storico e culturale che hanno portato lui come molti altri a sacrificare una parte della propria libertà critica in nome della fedeltà al partito: già nei primi anni Trenta, pre-purghe staliniane, chi voleva sapeva trovare valide motivazione per diffidare di quella strada (uno su tutti: André Gide, allora decano della letteratura francese e molto apprezzato dallo stesso Nizan, col quale intrattenne rapporti di amicizia e reciproca stima). Di certo, rigidezze di chiara matrice ideologica erano coscientemente abbracciate da Nizan e tracce se ne trovano nelle sue opere: molto meno tuttavia di quel che si potrebbe pensare affidandosi alla sua biografia. Questo vale in particolar modo per il primo libro, Aden Arabia, un testo di rottura, istintivo, difficilmente classificabile e ancora capace di parlare e spronare con la sua lingua infuriata e la sua cupezza emotiva.
(Questo con il consenso dell’autore è ripreso da Il Tascabile. Per proseguire la lettura cliccare su questo link:
https://www.iltascabile.com/letterature/la-lotta-di-paul-nizan/ )
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