La ditta si è ripresa le chiavi di casa. Certo la ragione sociale è un’altra, la cautela per ora prevarrà su tutto, i tempi sono inevitabilmente cambiati ed una buona parte dei contraenti sono usciti dalla storica impresa e rientreranno alla spicciolata( come la ex deputata Elisa Simoni, la finta cugina di Renzi). Però è indubitabile che la netta vittoria di Zingaretti, riporta in auge i bei tempi che furono, con il ritorno al comando dei fumosi progetti di Goffredo Bettini (l’inventore del modello Roma, schiantato con l’elezione di Ignazio Marino) e dei tanti figli sparsi della gloriosa Fgci. Zingaretti per ora si distingue per due cose: l’aver promosso a parole un cambio di rotta radicale e per aver riportato a galla tre quarti del governo Renzi: Gentiloni, Madia, Pinotti, Franceschini, Orlando, De Micheli, Fedeli, Mogherini.
E sempre all’insegna del cambiamento, i primi due nomi del nuovo organigramma: Luigi Zanda e Marina Sereni, giurassici protagonisti delle stagioni che furono. Però ha promesso di aprire una libreria sotto la nuova sede del Partito Democratico…
Il trasloco
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Domingo ferrante
Tutto e’ ancora troppo liquido.Se il segretario ha una linea di continuita’ potra’ andare avanti nella crescita delle preferenze,riportare il partito a sfiorare “la Sinistra” non gli giovera’,perche’ noi renziani siamo molti e contiamo ancora.