Il Toro per salire prende le scale, l’Orso per scendere preferisce l’ascensore.
E’ una delle tante frasi note di Wall Street , meglio se pronunciate con solennità da qualche trader famoso, mentre si gusta un sigaro Montecristo, dall’ultimo piano del suo ufficio a Manhattan e scrutando l’orizzonte di grattacieli.
E qualche verità c’è, che vale anche dall’altra parte del globo: giocando al ribasso i soldi si fanno più in fretta, ma si rischia anche di perderli più in fretta. A gennaio ad esempio il “mercato Toro” le scale le ha fatte di corsa, poi ha tirato un po’ il fiato a febbraio. Di certo, del ‘mercato Orso’ che ha caratterizzato tutto il 2018, per ora non si hanno avvistamenti, ma ne troviamo ancora le tracce. Ogni giorno sentiamo notizie di economia in rallentamento o addirittura in recessione e le borse invece salgono. È come se queste informazioni venissero ignorate. Mentre ogni spiraglio di avvicinamento tra Usa e Cina sui dazi, o rallentamento della Brexit viene salutata con un rally. Non parlo dell’Italia solo perché è un mercato che incide poco a livello internazionale (ma le sorprese non mancano di certo..). E allora dove siamo? Secondo un astruso meccanismo chiamato di media mobile e spesso usato in finanza per capire dove andrà il mercato, siamo dove eravamo duecento giorni di borsa fa. Ma non si poteva rimanere lì, senza avere patemi d’animo di tutti sti sali e scendi? ‘È il mercato bellezza’.. (cit.), o per essere ancora più diretto, diciamo che siamo a una partita di poker. Chi gioca a favore del ribasso ha bisogno che il suo avversario si ingolosisca ancora con qualche mano fortunata e conviene farlo vincere ancora un po’, chi gioca invece a favore del rialzo di mercato ha intenzione di andare a vedere le carte del ribassista a ogni sua giocata, per smascherare il bluff. A gennaio e febbraio ha vinto proprio così. E a marzo come sarà? Conviene bluffare con due coppie di figure in mano o rilanciare solo se si ha un poker di assi?
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