Papa Francesco, dopo essersi accaparrate le simpatie degli ecologisti, degli anticapitalisti e degli immigrazionisti con le sue continue invettive “urbi et orbi” contro l’attuale sistema di sviluppo e contro chi vorrebbe sigillare le frontiere, adesso sta per essere riconosciuto quale santo protettore anche dalla comunità Lgbt.
In un docu-film recentemente prodotto, intervistato sul caso di due gay che hanno avuto ben tre figli in Canada grazie all’utero prestato (affittato?) da una o più donne, Bergoglio ha candidamente compiuto una vera e propria rivoluzione nella dottrina della Chiesa; così, su due piedi, con stile da grande esperto di comunicazione.
E non si è trattato soltanto dell’invito al riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali, cosa in sé molto contraddittoria perché, mentre suggerisce allo Stato italiano di intervenire ulteriormente sulla materia, Lui non interviene sul Catechismo cattolico che, riguardo all’omosessualità, si esprime tuttora con le seguenti parole: ” La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che gli atti di omosesualità sono intrinsecamente disordinati”.
Il punto cruciale è, in verità, un altro. Il papa, oltre a sostenere la necessità dell’apertura pastorale verso i diritti delle persone conviventi (per altro già pienamente riconosciuti dalla legge Cirinnà) e dell’accoglienza cristiana per le coppie omosessuali (che nessuna persona sana di mente oggi si sognerebbe di contestare), ha sostanzialmente sdoganato il concetto che i figli possono nascere anche al di fuori del rapporto naturale tra un uomo e una donna, un papà e una mamma, con tutto quello che ne consegue.
E nel caso della coppia gay con tre figli di cui parla nell’intervista, cosa esattamente ne consegue?
Innanzituto viene estromesso uno dei termini fondamentali della procreazione: la donna, in quanto madre. Che in questo caso è diventata mero “instrumentum”, da soggetto determinante e determinato che era secondo il diritto naturale.
Come mai nel documentario nessuno ha posto al papa la domanda: ma chi è la mamma dei bambini? Nessuno ha fatto la domanda semplicemente perché non ci sarebbe stata la risposta: la mamma ormai non esiste più, è avvolta nel mistero; dopo aver fornito la sua prestazione (gratis o pagata non fa molta differenza) è svanita, cancellata, dimenticata.
Fino a quando, un bel giorno, questi bambini diventati adolescenti pensanti chiederanno ai loro padri: nostra mamma dov’è? E quando si sentiranno rispondere che la loro mamma non esiste o che magari è solo “un concetto antropologico” (come qualcuno ha sostenuto), pensate forse che si accontenteranno di tale risposta?
Stefano
Basterebbe lo sprezzante incipit per far fatica a proseguire nella lettura. Davvero deprimente quando si parla di ‘invettive’ del Santo Padre. Detto ciò va ricosciuto che la rivista ospiti davvero libertà di espressione e non orienti. Questa in un mondo di editori che adorano e pagano profumatamente i pennivendoli è merce davvero rara.
Redazione Solo Riformisti
In una chat telefonica collegata al giornale online diverse persone hanno commentato aspramente le tesi sostenute in questo articolo definendole “fake news” e “spazzatura” perché non riportano il pensiero del Papa.
Ne diamo notizia anche ai nostri lettori per completezza d’informazione.
Roberto Riviello
Mi permetto di far osservare al sig Stefano che il termine “invettiva” da me usato non ha niente di offensivo nei confronti del Santo Padre: le invettive, come il Treccani spiega, sono discorsi polemici, aspri rimproveri, quindi del tutto legittimamente espressi anche da parte di un papa.. Basterebbe per questo ricordare le celebri invettive di Dante nella Divina Commedia, che sono veri e propri capolavori letterari e di retorica. In ogni caso condivido col sig Stefano il giudizio su Solo Riformisti: una testata autenticamente liberale e aperta al confronto delle idee.