Per la prima volta, nella sua post-storia, il Pci governa da solo in Italia. Pd e 5 stelle hanno ereditato, ciascuno, una porzione del suo carattere, irriconoscibile perché, diviso tra i due, si nasconde dietro altre parole: diviso, è la caricatura di ciò che era. Insieme, oggi, Pd, 5 stelle e qualche rottame di sinistra fanno, stando a sondaggi consolidati, quel 34-35% che il Pci raggiunse nei suoi momenti di massimo fulgore.
Naturalmente, siamo nella post-storia, quando son caduti gli elementi nobili e tragici di una storia, quelli affidati, all’origine, a una classe dirigente che si era formata negli anni delle grandi tragedie del 900, quando la storia sembrava avere un destino, quando la cultura millenarista del 900 aveva forgiato, insieme, ideali ultimativi e tragici errori di valutazione.
Oggi, caduti i destini, ne restano gli scheletri nudi e crudi che stazionano negli armadi. Fuori, nella carne visibile e viva, tornano le cose che non possono più nascondersi entro forme diverse, e resta una sostanza di suggestioni e politiche , equamente divise tra i due protagonisti della scena, depotenziate del loro senso originario, macerie che rivivono in tempi di nuovo populismo.
Resta il populismo originario; l’antiparlamentarismo in vista di “ben altro”, oggi a parlamento chiuso; la lotta al liberalismo, una volta motivata dalla potenza del conflitto sociale; lo statalismo; il giustizialismo che stava già all’origine dove in parte è nato; le riserve sull’Occidente.
Purtroppo di fronte c’è la peggior destra possibile. L’Italia è priva di speranza, e l’unica che rimane è nel possibile, ma forse utopico, risveglio di una società civile che combatte oggi per la propria esistenza.
(questo articolo con il consenso dell’amministratore del blog è stato ripreso dal sito https://www.ragionepolitica.it)
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