Più di una persona mi ha chiesto quanto, a mio avviso, possa durare questa crisi finanziaria e che analogie ci siano rispetto alle crisi passate. Premesso la difficoltà di stabilire, allo stato attuale delle cose, una riposta sensata, faccio una piccola analisi. Rispetto alle 2 ultime grandi crisi finanziarie globali, ci sono delle analogie, delle criticità e delle opportunità.
Questa è una crisi che è simile a quella del 2001 per la genesi: in entrambi i casi ci ha colpito sulla limitazione della libertà individuale ( la paura di una guerra allora, la salute oggi), ma temo che gli effetti economici saranno più simili a quelli del 2008 (recessione per mancanza di produttività oggi e non per un bolla finanziaria come nel passato). Queste, in maniera sbrigativa, le analogie.
Le criticità invece sono legate a quanto durerà questa crisi. E qui, più che un aspirante economista, servirebbe chiederlo alla ricerca medica. È una crisi mondiale, che i mercati stanno già scontando nei prezzi; sì certo, ci sarà sempre un livello minimo di consumi individuali, ma mancando la produzione, è come pretendere di vincere una battaglia con un esercito sprovvisto di rifornimenti e con attrezzature inadeguate al campo di scontro. Alla lunga non regge.
Ma ci sono anche le opportunità, le misure straordinarie messe in campo per non lasciare solo il manipolo di valorosi. E oggi queste sono rappresentate dalla sterminata artiglieria che le Banche centrali e i singoli esecutivi di ogni Stato hanno definito di mettere a disposizione. E non parlo solo dell’oceano di liquidità che è già (o verrà) riservata ai mercati, ma soprattutto, della azione coordinata che verrà, (se alle intenzioni seguiranno le azioni) adottata da tutti i Paesi del globo, anche con manovre in deficit.
Noi europei abbiamo ben presente i numerosi errori di scarso “collegamento”, che nel 2008 hanno determinato una prosecuzione della crisi e ancora peggio, i dissidi mai più sopiti, tra i singoli aderenti a un comune progetto.
Si può ripartire da qui ed evitare gli errori del passato. Il nemico è comune per tutti, l’artiglieria a disposizione è sterminata, purché non si spari a salve, e purché soprattutto, sapremo muoverci tutti, in maniera coordinata ed evitando “il fuoco amico”. E non serve scendere neppure in campo (dove ci sono già altri martiri e veri eroi), anzi si dice che per vincere la battaglia, basti prendere la mira da casa…
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