La domanda che più assilla, oggi, la nostra difficile esistenza è questa: quando potrà essere dichiarata la parola “fine”? Quando si potrà dire: il pericolo è passato, si torna a vivere? Credo che nessuna autorità sanitaria o politica potrà dire questo fin quando non si sia scoperto, e messo a punto, il vaccino che batte il virus, cosa che non sembra vicina. Fuori da questa ipotesi, avrà senso dichiarare la “fine” dell’epidemia? Si vocifera sul raggiungimento del picco, ed è anche giusto farlo naturalmente, ma chi garantisce che, dopo il suo raggiungimento, e l’inizio magari veloce di una discesa, un focolaio non si riaccenda e tutto ricominci da capo? A quando, insomma, la normalità che non tocca solo le vite personali, ma la vita di una società dove tutto si va oscurando, e che rischia il collasso? Non c’è il pericolo che l’eccesso di chiusure minacci di bloccare la stessa società che vuole difendere, di impedire letteralmente di muoverci, di viaggiare, di scambiare, di produrre, quasi di respirare? Con il massacro dello Stato di diritto? Interrogativi senza risposta che però mi sento di porre.
E li pongo anche perché, sulla loro base, sopraggiunge l’attenzione per la risposta della Gran Bretagna alla pandemia, in una forma unica al mondo che io sappia. Ed è questa: non apprestare drastiche difese immunitarie, consentire la diffusione del virus, e la conseguente immunizzazione di una parte talmente grande della società da poter dichiarare, a un certo punto, la parola “è finita”, anche se il virus torna non ci tocca più. Ma solo una grande politica di una grande nazione si può consentire una risposta così, con i rischi e i problemi che sicuramente porta con sé.
PS. Un piccolo post-scriptum tutto italiota. Nel Sud dell’Italia sembra stia per esplodere l’epidemia, finora abbastanza contenuta. Non v’è dubbio che il motivo più diretto ed esplicito, da tutti riconosciuto, stia nell’arrivo, con treni dell’ultima ora, di decine di migliaia di cittadini dal Nord d’Italia, quando si ebbe notizia anticipata delle limitazioni che stavano per giungere, ma esse non erano ancora legge. A proposito della dilagante profusione di lodi alle capacità del governo, al suo spropositato, inconsulto desiderio di pubblicità.
(questo articolo con il consenso dell’autore è stato ripreso dal sito https://www.ragionepolitica.it)
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