Stiamo assistendo, e purtroppo spiace dirlo, ad uno spettacolo assurdo di fronte al manifestarsi anche in Italia della malattia da coronavirus. Ogni Regione sta predisponendo la sua politica e attuando le sue scelte per fronteggiare il diffondersi del morbo. Il Sole24Ore di oggi, lunedì 24 febbraio, ha addirittura fatto uno specchietto riportando le ordinanze regione per regione. Si va dal quasi stato di assedio a provvedimenti meramente preventivi, del tipo prepariamoci e stiamo a vedere cosa succede. Come se la tutela della saluta pubblica non fosse una preminente esigenza di tutto il Paese e come se la mancata adozione di alcuni provvedimenti in una parte del territorio nazionale non corresse il rischio di vanificare anche le misure di contenimento adottate in altre parti della nazione. E questo è tanto vero che, sia pure nella confusione della ripartizione dei poteri fra Stato e Regioni susseguente alla riforma del Titolo V, gli interventi a fronte di una emergenza di questo tipo sono chiaramente assegnati alla competenza statale.
Le Regioni, come istituzioni, stanno insomma dimostrando tutti i loro limiti e li dimostrano proprio nella materia più delicata e che costituisce oltre il 70 per cento delle loro competenze, la sanità. Anche al di fuori di questa contingenza, la regionalizzazione della tutela della salute ha creato scompensi notevolissimi fra zona e zona e di fatto ha vanificato il diritto alla salute dei cittadini di una buona parte del territorio nazionale. Con un’aggravante non secondaria. Chi ha la possibilità va a farsi curare dove gli ospedali funzionano meglio, chi questa possibilità non ce l’ha sta alla sorte (il fenomeno è tanto diffuso che l’anno scorso il Governo è intervenuto per bloccare di fatto la possibilità dei cittadini di spostarsi da una Regione all’altra per farsi curare). Esiste anche una Conferenza delle Regioni dove si sarebbero potute predisporre per tempo politiche uguali per tutti, da adottare al verificarsi dei casi di contagio. Non si è fatto e soprattutto il Ministro della Salute non ha avocato a sé scelte di questo tipo. Ha commesso un errore, indipendentemente dalla ragione per cui non l’ha fatto.
Addirittura sarebbe dovuta intervenire con scelte, se non cogenti almeno fortemente consigliate, l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Gravissime lacune anche sul fronte dell’informazione. È mancato un intervento del Parlamento sulla RAI. Ovviamente non per limitare la libertà dell’informazione ma per invitare alla prudenza. Che senso ha vedere Conte e Speranza che, giustamente, richiamano alla necessità di non farsi prendere dal panico e poi avere interi telegiornali e intere trasmissioni di intrattenimento che parlano del problema per ore, ripetendo sempre le stesse cose e di fatto contribuendo a creare nei cittadini un fortissimo allarme?
Non è un problema di colore politico ma di adeguatezza degli uomini ai compiti che sono chiamati ad assolvere. Uno non vale uno. Purtroppo per capirlo molti devono sbatterci la testa.
MARCO SERPI
Ho apprezzato molto i Vs. articoli e vorrei dare anch’io un contributo importante: Non so se Vi siete mai posti il problema delle incredibili omissioni del Governo e delle Regioni dopo che il 31.01.2020 – vedasi G.U. della Repubblica del 1° febbraio 2020 – n. 26 – alla pagina 7 e seguenti, è stata pubblicata la delibera del Consiglio dei Ministri che decretava lo “stato di emergenza” per l’intera nazione italiana.
Leggete attentamente la delibera, in particolare i passi finali nei quali si riconosce il fondato pericolo e nei quali si legge tra gli altri alla pagina 8 “Tenuto conto che detta situazione di emergenza, per intensità ed estensione, non è fronteggiabile con mezzi e poteri ordinari” ……… ed ancora al successivo punto sub 3) “…….. nelle more della valutazione dell’effettivo impatto dell’evento in rassegna….”
Ma Vi rendete conto che dopo tale palese ammissione di stato di emergenza per ben 29 giorni di febbraio e fino al 7 di marzo di concreto non è stato fatto niente !!!
Diversi magistrati si stanno già interrogando sulle responsabilità penali che ne conseguiranno e se qualche procura vorrà aprire o no un fascicolo d’indagine per l’ipotesi prevista dal C.Penale quale ad esempio almeno : ” ipotesi di elemento colposo del delitto di epidemia”. All’indirizzo di – redazione@soloriformisti.it – Vi sto inviando i documenti di quanto sopra ho detto e descritto, mentre Vi invito a ricercare due interventi alla trasmissione ” che tempo che fa ” di Fazio, dove il Ministro Speranza ed il noto virologo Prof. Roberto Burioni affermavano con certezza che in Italia non c’era alcun pericolo di contagio perché il virus non circolava e perché erano state prese tutte le precauzioni; non si sa quali ma così dicevano. Questo accadeva non molto tempo fa, era il 2 febbraio 2020. Ma come si può dire quello che è stato detto in trasmissione e dopo due giorni che è stato decretato lo stato di emergenza ???
Lungi da me fare politica, ma migliaia di morti ed il disastro economico e sanitario del paese che ne è conseguito, denotano quanto meno grande superficialità, sottovalutazione dei rischi sanitari e perché no un buon grado d’incapacità generalizzata delle forze politiche tutte, per non dire dello Stato e delle Regioni.
Su questi argomenti Vi chiedo di riflettere e scrivere: i cittadini, i malati ed i morti meritano rispetto; non può finire a tarallucci e vino come al solito. Era dal 25 gennaio 2020 che si sapeva cosa stava succedendo nel mondo e, quando tutto è scoppiato in Italia, non si trovava nemmeno una mascherina per i medici: a cosa è servito decretare lo stato di emergenza se niente è stato fatto ? Una vergogna !!!
Questi sono argomenti su cui riflettere, siamo quasi tornati al tempo in cui il Manzoni descriveva la peste di Milano.
Mi auguro che, con spirito incondizionato da strane filosofie e idee politiche, fori luogo nel caso in questione, i destinatari di questa mail vorranno veramente fare una disamina approfondita di coscienza, riflettere e scrivere quale risulta essere la verità. Lo ripeto i morti meritano rispetto e giustizia, augurandoci che riusciamo a fermarci qui. Un’ultima domanda: ma conoscete l’art. 32 della Costituzione ?
Con stima.
Marco Serpi – libero professionista in Lucca